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Sono un po'... non so neanche io come definire le emozioni che mi attanagliano.

Quando apro la porta di casa, Moki mi corre incontro e mi lecca ovunque. Sta crescendo, è dolce e premuroso nei miei confronti: è come se riuscisse a cambiarmi, capisce quando sono giù di morale e in quei momenti mi obbliga a giocare. L'aspetto incredibile è che è solo un cane, ma ha un animo da angelo.

- Sei arrivata allora. Pensavo che fossi andata da qualche parte dopo la scuola-

Mi era sfuggito che papà fosse tornato e che oggi avremo pranzato insieme. I miei piani erano di comprare delle pastelle che lui ama. Vicino a casa nostra la bottega di Rina non delude mai. Ma dopo aver incontrato Tommaso ho dimenticato tutto.

Papà con un mestolo e un grambiule mi viene incontro.

E mi abbraccia, ma diversamente dal solito. Mi stringe, mi culla, e quando si allontana ha gli occhi lucidi. Che gli prende?

Va subito in cucina.

- Che succede?- gli domando

- Beh sto cucinando i tuoi piatti preferiti. Non pranziamo quasi mai assieme, è da festeggiare tutto ciò!!- afferma con troppa enfasi, e lo conosco che fa ciò per distrarmi.

- E per ciò piangi?-
Sussulta un attimo. Credo non si aspettasse una domanda così diretta.

Ma sono stufa di farmi andare bene tutto. L'atteggiamento di quello scemo, il cambiamento totale di Lili, le continue romanzine di Luca e mio padre che mi tiene sempre all'oscuro di tutto.

- Queste cipolle di tropea mi fanno impazzire, sembra che abbia pianto?- so che sta deviando le mie idee e il mio discorso.

- Mi ferisce che tu non mi consideri abbastanza degna da essere tua confidente, so di essere giovane. Per me l'importante è che tu parli con qualcuno, che non sia io è il minor problema-

Mi sembra di averlo messo contro il muro, non reagisce.

Non è giusto tormentare una persona già afflitta di suo.
Perciò mi avvicino ai fornelli, lo abbraccio e lo ringrazio, perché anche se non è un ottimo cuoco, è stato un padre meraviglioso.

- Avanti sbrigatiiii, io ho fame- gli stampo un bacio e vado a cambiarmi.

Per essere stato fatto da lui, il pranzo era più che buono.

- Hai capito che è importante come scelta? nessuno deve costringerti a fare nulla. Cerca solo di scoprire chi sei, che cosa ti fa stare bene, che cosa ti fa sorridere, che cosa ami studiare. Lo so che tu sei convinta al mille per mille di medicina. Però...io l'altro giorno per caso ho trovato un quaderno-

Ero tranquilla sul divano con papà vicino a chiacchierare sulla scelta universitaria ma quando ho sentito quaderno il cuore mi è saltato in gola. Che non sia ciò che temo.

- Che quaderno?- domando indifferente.
- Scrivi poesie?- beccata in pieno.
Deduco che abbia trovato quel quaderno, quello che tengo nascosto nel comodino, quello che non avrei condiviso con nessuno.

- Perché non me lo hai mai detto?-

- Ma non è nulla di importante, non ce ne era bisogno- scrollo le spalle. Se papà capisse che quelle poesie hanno un peso più significativo per me, mi farebbe mille domande, la principale sarebbe se davvero voglio diventare un medico.

- Sono bellissime-
Si gira e mi accarezza i capelli.
- Mi dispiace di aver letto, so che ho invaso la tua intimità così. Ma non ho resistito, Moki mi aveva rubato i calzini da indossare, si è infilato sotto al tuo letto e per terra vicino l'ho trovato semiaperto-

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