Da un polo all'altro. Visibilmente separati, apparentemente indifferenti, caricamente opposti.
Ci illudiamo che basti non vedere o non sentire per evitare di soffrire.
Perché i sensi, erroneamente, costituiscono più del dovuto in noi.Avete mai pensato che il cuore non ha gli occhi eppure percepisce meglio di essi. Perché gli arrivano quegli stati d'animo che noi non possiamo toccare, di cui abbiamo paura, e lui sa come classificarli. Perché non ha bisogno di vedere gli sguardi di due innamorati: batte, batte, batte. Sempre.
Poi quando cattura uno stato d'animo di intensità maggiore rispetto ai soliti, batte, ma più forte, scalpita, come se volesse uscire dal posto che la natura gli ha donato. E non è egoista, da tenerselo per sé.
Ti avvisa. Ti sfida. E ti dice: non vuoi ascoltarmi? Bene, io batterò più forte.
Puoi combatterlo. Certo che puoi. Ma devi indurti in un isolamento forzato e prolungato, evitare contatti, sorrisi, amicizie, paure, amore.
E come puoi se sono ovunque? Forse si nascondono per un pochino le emozioni, in qualche periodo triste. Ma perché a loro piace giocare a nascondino e non vedono l'ora che qualcosa o qualcuno le trovi.
In quel momento salteranno fuori più forti di prima, con più rabbia, con più voglia di essere ascoltate.
Mi sono illusa che mettermi al polo opposto rispetto a lui in classe mi potesse evitare di pensarci.
Non potevo né vederlo, né sentirlo. Come è possibile che il mio cuore sapesse che fosse lì?
Che battesse a un ritmo che non credevo possibile? Che mi abbia impedito di ascoltare quattro ore di lezioni.Quattro ore non molto produttive. Il primo giorno presentano il programma da eseguire, ti dicono di non dare per scontato nulla, che è l'ultimo anno e bisogna giocarselo al meglio.
Minuti e secondi sprecati a cercare di non pensare, e più mi sforzavo meno mi riusciva.
Ancora prima che suoni la campanella sono già fuori dall'aula. Ho bisogno di uno spazio dove lui non ci sia.
Sapevo già che lo avrei trovato nella mia stessa scuola, Luca me lo aveva accennato una volta.
Trovarmelo in classe è quella ciliegina sulla torta che non volevo.
- Ehi fermati...Ester fermati!!- sentirgli pronunciare il mio nome mi blocca i piedi.
E la sua mano sul mio polso mi costringe a girarmi, a doverlo guardare con gli occhi.
- Hai perso queste- mi porge nell'altra mano le mie cuffiette.
Succede ciò che temevo.
Rimango a fissarlo, come se avessi dimenticato quanto fosse bello, quanto la sua presenza abbia in questo momento, colmato un piccolo buchino in me, un buchino da cui sembrava soffiare uno spiffero.Forse per pochi secondi procede il nostro reciproco silenzio.
Quando poso lo sguardo sulla sua mano, immagino come essa abbia toccato Lili quella sera e mi allontano.
- Grazie, ci vediamo-
Fredda. Fredda.
Mi sono imposta di assumere un tono distaccato e ci sono riuscita alla grande. Lo vedo perché arretra un poco, come se un colpo lo avesse toccato.
Mi giro, ma mi precede, e con un balzo è davanti a me.
Un passo avanti mio, uno indietro suo.
Si morde, come suo solito, il labbro. Il fatto che si passi una mano sui capelli mi induce a pensare che sia un po' a disagio.
Ma i suoi modi di fare mi hanno scocciata.
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LE STELLE DELLA NOSTRA VITA
RomanceUna trasfusione di sangue che tiene in ballo due vite, che rappresenta il punto di rottura e contemporaneamente di unione dei loro destini, che finiscono per correre paralleli per anni fino a incrociarsi. Alcuni dicono che il destino è già scritto...