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Luca mi ha consigliato di parlare a cuore aperto a mio padre, di dirgli che voglio davvero tenere il cane e di mostrarmi sicura e determinata.

Il cane è pulito e ordinato, è così bello e piccolo, i suo occhi emanano una luce particolare e ogni volta che mi vede è come se io fossi tutto ciò che ha. So che infondo è solo un cucciolo e che non sa quanto mi trasmetta il suo sincero amore, quanto mi faccia stare bene. Posso sembrare esagerata ma con le persone non si sa mai che cosa passa loro per la mente, se sono sinceri in ciò che dicono o fanno. Chiunque è in grado di mentire, di guardarti negli occhi, dirti che sei la persona più importante e poi tradirti, pugnalarti alle spalle, abbandonarti.

La porta si apre ed entra mio padre, lo osservo dal salone, è stanco, ma appena si accorge che lo sto spiando dal divano sorride, lo fa sempre quando mi vede, anche quando ci sono problemi, quando ha casini al lavoro, quando l'ho respinto perché non accettavo l'abbandono di mia madre, a lui devo tutto ciò che sono.

- Allora, come sta questo bel uomo?- che la mia tattica abbia inizio, lo convincerò a tenere il cucciolo.

- Stai già cominciando ad adularmi perché io accetti quel cane- il tono di papà mi fa capire che in realtà non è arrabbiato.

Bene, il nemico si presenta sulla difensiva e pare aver capito la mia tattica.
- Ma papà cosa dici!!! Io ti stavo semplicemente salutando, insomma come sei prevenuto- faccio la finta tonta.

Si slaccia la cravatta e i primi bottoni della camicia, c'è qualcosa che lo turba e sembra assente mentre gli racconto ciò che ho fatto in questi giorni. È seduto davanti a me, ma potrebbe essere in mezzo allo spazio che non se ne accorgerebbe.

- Quindi Lili è venuta a trovarti? Lo avete riportato al canile da quel tuo amico?- mi chiede

Scuoto la testa, e vado a prendere il cucciolo, gli ho messo un fiocco rosso al collo.

- So che non vuoi che ci siano animali in casa, ti chiedo di perdonarmi se come al solito ti ho disobbedito, ma non riesco a lasciarlo, ti prego di permettermi di tenerlo, me ne occuperò io in tutto, le spese, il cibo e... - spero che mi capisca e che mi lasci tenerlo.

- Sai che il problema non è il mantenimento, ah non cambierai mai, sei testarda- sbuffa sonoramente e si mette le mani nei capelli.

- Come mio padre, testarda proprio come te- sorrido orgogliosa di avere alcune delle sue caratteristiche.

- Già come tuo padre- sospira pesantemente, alza lo sguardo e mi osserva come se mi dovesse chiedere scusa, come se avesse sbagliato, gli occhi gli luccicano, e non so dire se per la stanchezza o per qualcos'altro. Si alza, cammina avanti e indietro nel buio del corridoio illuminato leggermente da una fioca candela profumata.

- Io...io devo... niente, lascia stare, puoi tenere il cane, ne riparliamo domani, perdonami ma sono molto stanco, e voglio riposare- da come mi parla mi fa preoccupare.
E per pochi secondi mi domando quanti problemi possa avere un genitore. Nel silenzio della nostra casa, leggermente illuminata, osservo l'uomo più importante per me, e lo vedo perso.

Mi avvicino e lo abbraccio da dietro, sono felice per la sua decisione ma voglio fargli sentire che io ci sono, che può contare su di me.

- Se c'è qualche problema ormai sono abbastanza grande da poterti aiutare, consigliare- cerco di confortarlo.

Mi sorride come sempre, non cambierà mai, vorrà sempre proteggermi.

- Non c'è niente di cui ti debba preoccupare, è ricomparso un problema che pensavo aver risolto, vado a riposare, tu mio fiore stai tranquilla- mentre mi dice queste parole mi abbraccia stretta e mi bacia sulla testa.

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