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Avete mai provato a resistere a qualcosa?
A un dolce dall'aspetto invitante?
A un paio di stivali da urlo?
A una partita della squadra del cuore?
A due occhi  che ti chiedono aiuto?

Ma la domanda più corretta è perché dover rinunciare a qualcosa, a delle occasioni? Se poi queste non torneranno mai più. La vita è un disco che non puoi fare bloccare e mandare all'indietro, va sempre inesorabilmente in avanti.

Seguendo questa logica dovrei non perdere più nulla di importante, nulla di profondo. Insomma dovrei vivere.

Ma per me, non è così scontato o semplice. Forse per nessuno lo è davvero, anche quelle persone che sono estroverse nascondono la loro paura di un legame serio, proprio
parlando superficialmente con tutti.

Chissà cosa tormenta davvero l'uomo da moltissimi anni? Qual' è quel tassello mancante al nostro puzzle? Ma soprattutto dove trovarlo?

È forse la felicità di cui tutti parlano?

Ha senso rincorrerla se tende sempre ad allontanarsi?

Mio padre mi dice sempre che la felicità è un costrutto mentale umano, che sostiene le nostre fatiche, uno stimolo per non mollare, ogni giorno, ogni minuto, ecco perché devi "rincorrerla" costantemente.
Però ogni tanto anche lei si stanca di essere cercata e per cambiare un po' irrompe nella vita, senza un motivo preciso, ti sta vicina, magari non per molto, ma ti fa provare delle emozioni che non troverai altrove.

Papà dice  che bussa alla porta del tuo cuore, anche se non le apri, lei sa entrare.

- Fermati, per favore-

Faccio il contrario, dopo una giornata pesante ciò che non mi manca è lui.

- Ehi, ehi sto parlando a te nanetta- una mano mi afferra una spalla.

Mi sarei girata lo stesso, qual soprannome mi ha fatto ricordare la seconda volta che lo vidi al minimarket.

- Scusa sono di fretta-

È un mese, un maledetto mese che faccio questa vita.

Tommaso cerca di parlare e io taglio corto, lui mi saluta e io accenno con il capo, lui si avvicina in ricreazione e io mi rifugio in bagno. E al suono della campanella scappo.

Sono riuscita a evitare molti contatti. Sono riuscita a mettere a tacere quel battito strano nel cuore. A isolarlo e ad alzare il volume della ragione, sta funzionando, anche se so di stare solo evitando uno scontro inesorabile.

Luca mi ha fatto capire che non approverebbe una vicinanza maggiore fra noi due. E io non voglio deluderlo. È un momento delicato, a volte mi appare un pochino perso poi comprendo che gli è stata portata via una parte di sé. Non me ne parla ma non è più lo stesso. E non ho nessuna capacità per prendere sulle mie spalle il suo peso. L'unica cosa che ho potuto fare è stato parlare con Lili.

Lei avrebbe voluto riacquistare la sua fiducia subito. Le ho chiesto di attendere ancora un pochino.

Di essere paziente con Luca.

Ho la speranza che con un po' di tempo senta meno dolore e possa finalmente avvicinarsi a Lili.
Solo che il difficile è il perdono.

- Ascoltami solo un attimo-

Con l'ennesimo cenno del capo lo accontento.

- Non è facile, io...io ci sto provando, questa volta per davvero. Solo che tu...tu-

Mi giro di continuo, sono agitata che Luca possa essere nelle vicinanze, al venerdì di solito mi viene a prendere con la moto, anche se sta volta non mi ha scritto nulla.

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