2. Veggente

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Sei e mezza. L'appuntamento era fisso per quell'ora. Luca tornava dagli allenamenti. Giada finiva gli eventuali corsi extracolliculari per alzare la media scolastica. E io tendenzialmente non avevo niente da fare.

Solitamente stavamo ore in videochiamata, almeno fino all'ora di cena, ma quella sera purtroppo io dovevo staccare un po' prima del dovuto.

Stavo attendendo che mi arrivasse la chiamata dall'account di Giada, Luca o entrambi. Si gestivano loro sul da farsi: di tanto in tanto l'uno era a casa dell'altra e viceversa, o altre volte erano a casa propria e facevamo una videochiamata a quattro.

Quando mi arrivò la chiamata dall'account di Luca e l'accettai, non mi stupì di trovare il viso aggrottato e concentrato di Giada. Aveva i capelli raccolti in una coda disordinata e indossava di già il pigiama, come al suo solito. Guardava lo schermo confusa e faceva smorfie strane convinta che l'aiutassero a ragionare, ma probabilmente senza risultati buoni. Diciamo che non la cavava molto con l'elettronica in generale.

<<Giada...>> provai a chiamarla.

Ma lei sembrò non sentirmi e girò la testa di lato. <<Luca, vieni qua!>>

Aspettò qualche secondo con l'orecchio teso, in attesa di una sua risposta, ma niente.

<<Luca!>>

Questione di tre secondi e improvvisamente sentii la porta aprirsi. <<Che vuoi?>> sbottò lui irritato.

<<Non riesco a chiamare Samantha, è tardi e tu sei ancora con i capelli bagnati. Io mi chiedo ma quanto ci metti ad asciugarti quegli unici capelli che hai? Eh?>> fece invece lei irritata.

Sorrisi. Luca era ossessionato dai suoi capelli.

Sentii il mio migliore amico sbuffare e mormorare qualcosa che non riuscii a capire bene. Sullo schermo apparve lui con i capelli bagnati, indossava dei pantaloni di tuta e la felpa rossa con la scritta "Coca-cola" che gli avevo regalato io. Diceva che era una delle sue preferite.

Giada si spostò per fargli spazio sul letto, e lui si sedette di fianco a lei con lo sguardo fisso sul computer.

<<Che idiota che sei! L'hai già chiamata!>> disse tutto ad un tratto girandosi verso di lei. <<Hai ridotto ad icona la finestra, non vedi?>>.

Giada lo guardò con un'espressione tra la sorpresa e la confusione, poi guardò me schiudendo la bocca e io potrei trattenermi dal ridere.

<<Ma... ma io non sentivo>> si giustificò lei con il broncio.

<<Perchè riduco sempre il volume al minimo...>> fece spallucce lui.

Aggrottai la fronte e poi feci una smorfia. <<Sei un porco, Luca>>

Si voltò verso lo schermo e sorrise malizioso. <<E adesso che vuoi te, pervertita? E' per la privacy. Cosa vai a pensare?>>

E mentre lui scompariva dallo schermo, tornò Giada che scuoteva la testa senza speranze.
<<Invece 'sta rincoglionita sa a malapena accendere un pc!>> aggiunse poi in lontananza.

<<Chi pensa a se stesso piglia più pesci!>> ribatté lei con voce alta per farsi sentire. Io sorrisi, e subito lei mi addocchiò e indicò a mo' di accusa. <<Fortunata te che sei a Torino e non sei qua. Luca, in questi ultimi giorni, è sempre nervoso>>.

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