42. Quella conversazione

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Erano appena finite le lezioni. Quella mattina sarebbe stata l'ultima prima della famosa gita a Londra di cinque giorni.

Ci sarebbero state altre tre classi oltre alla mia di inglese, dove c'erano West e i due gemelli. Nelle altre due c'erano Thalia, Trina e Thomas.

Miriam invece, sarebbe stata nel secondo turno con altre tre classi, tra cui ci sarebbe stata la squadra di basket.

Mi dispiaceva che non sarebbe venuta con noi. A tutti dispiaceva. Tranne a suo fratello, che era ancora più emozionato di andare in gita senza la sorella e senza quei "coglioni della squadra di basket" - così li definiva. Non tentava nemmeno di nascondere il suo entusiasmo.

Quella mattina aveva rinfacciato a Miriam il fatto che non avrebbe fatto la gita con noi, per tutte le volte che ne aveva avuto l'occasione. Lei però era un tipo che cercava sempre il lato positivo.

<<Almeno sarò in gita con Pietro, potrò farci di più amicizia e cercare di capire il motivo del suo comportamento nei confronti di Sam>>

Pietro continuava ad ignorarmi. Certe volte lo guardavo nostalgica. Mi mancavano le nostre conversazioni di prima mattina, riguardanti qualche film horror.

<<Lascialo perdere. È solo un coglione>>, mi diceva sempre Thomas per consolarmi. <<Se vuole mandare a fanculo la vostra amicizia, lasciaglielo fare. Poi, si renderà che l'unico ad averci perso è stato lui>>.

Ma aveva torto. Perché anche io avevo perso qualcosa. Un amico. Un vero amico. Per la seconda volta, oltretutto. Sembrava quasi che fosse il mio hobby perdere la fiducia delle persone.

<<Allora, oggi ci vediamo?>>

Eravamo appena usciti da scuola, e Thomas pose quella domanda al gruppo, circondami le spalle con il braccio come gli era solito fare.

Eravamo seduti assieme ai nostri amici su delle panchine in un parco vicino a scuola.

<<Io non posso. Devo preparare tutto per domani. Le valigie con i vestiti, i trucchi, gli oggetti per la doccia, il cibo...>>, disse Thalia iniziando a elencare tutte le cose che doveva portare.

<<Guarda che il cibo te lo daranno loro>>, si intromise West con un sorriso accennato.

Era bastato un mese. Un mese per far tornare il loro rapporto come prima. Finalmente erano tornati migliori amici. Dire che ne eravamo tutti felici era un eufemismo.

Thalia lo aveva perdonato totalmente e si era quasi dimenticata di ciò che era successo. Ed era bello poterli vedere di nuovo insieme, come una volta.

Sembrava passata una vita.

<<Si, Est, ma...>>, disse chiamandolo con il solito nomigliolo che usava.

Subito lui la interruppe. <<Non chiamarmi così. Se no io ti chiamo con il tuo secondo nome>>, la minacciò puntando un dito contro di lei.

Lei fece una smorfia e gli schiaffeggiò il dito, quasi con disgusto.
<<È maleducazione indicare le persone!>>.
<<Ti taglio il dito!>>
<<Meglio di altro!>>
<<Ma stai zitto, cretino!>>, e gli diede un schiaffo al braccio.

Scoppiammo tutti a ridere, ma loro continuarono a litigare, senza calcolarci.

A un certo punto, lui la prese sottobraccio e le bloccò le braccia impedendole qualsiasi movimento. <<Dicevi Thomas? Usciamo?>>, riprese il discorso dal nulla, sotto lo sguardo assassino di Thalia.

<<Noi due non possiamo. Dobbiamo preparare le valigie>>, disse Trina rispondendo per sé e Ben.

Quest'ultimo seduto sulla sua stessa panchina la guardò contrariato e con disappunto.
<<Io le ho già fatte le valigie>>.

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