E fu così che mi ritrovai stesa sul mio letto a maledire me stessa per aver fatto amicizia con Miriam.
Erano bastati dieci euro per convincerlo. Lo aveva pagato. Aveva pagato suo fratello per uscire con lei, Dario e me. Da non credere.
Quella coppia di fratelli mi stava facendo impazzire.
Forse mi stavo torturando inutilmente e lei voleva solo che io e lui cercassimo di andare più d'accordo. O forse voleva che lui e il suo ragazzo andassero più d'accordo e voleva me come supporto morale.
Ma il problema era che io non sapevo fare da supporto morale. Chi sa fare da supporto morale deve essere ottimista, no? Ecco, io sono sempre stata realista e pessimista. E quando le cose stavano per andare male io non sapevo se dire che sarebbe finito tutto bene o tutto male, non so se essere ottimista o realista. Che poi intediamoci il realismo per tutti è preso come pessimismo, nella maggior parte dei casi.
"Sarà divertente". Ecco le parole di Miriam uscite dalla sua bocca per almeno dieci volte, e trascritte su messaggio con il telefono per altre dieci. Lei era l'esemplare di ottimismo.
Per me l'unica cosa positiva di quel pomeriggio sarebbe stata la pizza.
Rimasi ore e ore seduta davanti al mio armadio aperto a guardare i miei soliti vestiti. Non sapevo cosa mettermi. Non avevo nulla da mettermi.
Così avevo chiamato Miriam al telefono, ma lei non rispondeva. Chiamai allora Trina. Lei invece rispose, le dissi che dovevo uscire e non sapevo cosa mettermi. Inizialmente ero speranzosa, poi però mi mandò in pappa il cervello.
<<Devi vestirti elegante, ma non con vestiti da sera. Comoda, ma neanche troppo sportiva. Con vestiti pesanti, ma neanche troppo. Sai di questi tempi non si sa mai. Fa freddo, poi caldo, poi freddo e nuovamente caldo. La temperatura impazzisce. È il cambiamento climatico. È l'inquinamento. Stiamo un po' tutti impazzendo, quindi è difficile da dire ogni cosa. Un tempo nella mia vita non riuscivo a prevedere nulla, sai? Era orribile. Potevo contare sul meteo che sapeva dirmi le previsione del tempo e la temperatura del giorno dopo, così da potermi preparare mentalmente ai vestiti da mettermi. Ma adesso neanche quello. Tutto per colpa dell'inquinamento. Ma il vero caos. La vera causa di tutto questo è il governo! Io odio il governo che abbiamo? Odio la politica! Tu non odi la politica, Sam? Perché io la odio. È piena di una falsità assurda. Io proprio la odio. E sai una cosa? Un giorno vorrei alzarmi e...>>.
Andò avanti così per ore.
E dopo quelle ore decisi con la mia testa e optai per dei jeans e una felpa comoda.
Mi passai un po' di mascara e poi mi cercai di sistemare decentemente i capelli. Erano davvero un disastro. Dovevo lavarli, ma la mia pigrizia mi portava sempre a rimandare tutto e io finivo sempre col rimetterci le penne. O per meglio dire i capelli. Li raccolsi in una coda ed uscii di casa.
Quando arrivai al punto di ritrovo, capii di essere leggermente in ritardo.
<<Mezz'ora. Ho capito che vuoi fare il record, Sam>>, ridacchiò Miriam a bassa voce.
Eravamo ancora all'entrata della pizzeria.
Intravidi Dario che cercava di fare conversazione con Thomas. Mi faceva pena. (Che sia chiaro: Dario.)
<<Hai presente dove si trova l'ospedale di Santa Chiara?>>, stava dicendo Dario, guadagnandosi un'occhiata perplessa da quell'altro. Thomas annuì accontentandolo. <<Ecco, è proprio lì accanto>>.
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PROBLEM
Romancesᴀᴍᴀɴᴛʜᴀ ᴇ ᴛʜᴏᴍᴀs ɴᴏɴ ʜᴀɴɴᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ ɪɴ ᴄᴏᴍᴜɴᴇ. sᴀʀᴀ' ᴏᴅɪᴏ ᴀ ᴘʀɪᴍᴀ ᴠɪsᴛᴀ ᴇ ᴀ ʟᴜɴɢᴀ ᴀɴᴅᴀᴛᴀ, ᴍᴀ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ ᴄᴀᴘɪʀᴀɴɴᴏ ᴅɪ ᴇssᴇʀᴇ ᴄᴏsɪ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀ ᴀᴠᴇʀ ʙɪsᴏɢɴᴏ ʟ'ᴜɴᴏ ᴅᴇʟʟ'ᴀʟᴛʀᴀ. «Ancora. Leggilo come credi.»