2022, Torino
<<E, poi, che successe?>>
La voce curiosa e piena di domande di mia cugina mi risuona nella testa. Ma io non le do tanto ascolto. Sono rimasta a fissare quella foto, mentre raccontavo.
Non riesco a non staccare gli occhi da quella foto. Quella foto di una me spensierata. E felice. Felice davvero. Sono quasi incantata da essa. Anzi, no. Incatenata. Incatenata ai ricordi del passato. Si, proprio così. Incatenata.
Sono passati, ormai, sette anni da quell'anno e li sento così lontani ed appartenenti ad un'altra vita. Ma, allo stesso tempo, mi sento incatenata ai quei ricordi e momenti, come se non potessi o volessi liberarmene. Ed è strano. È proprio strano. Questa sensazione è strana e non riesco proprio a staccarmela di dosso, come se ormai appartenesse a me. E forse è proprio così.
Ma d'altronde tutto ciò che riguarda quella storia è strano.
È sempre stato questo l'effetto che mi fanno quei ricordi. Ma, dopo tutti questi anni, credevo che qualcosa fosse cambiato. Invece, no. Non è cambiato niente. Sembra proprio che quei ricordi non vogliono andarsene.
Ma non fa male tutto questo. Non ancora, almeno. Non siamo neanche alla metà della storia.
Distolsi lo sguardo dalla foto e guardai Melissa. <<Sam, dai, non tenermi sulle spine. Che è successo?>>
Il mio sguardo cade di nuovo su un'altra foto, che emerge dalla scatola. E i ricordi si fanno più vivi e nitidi nella mia mente.
<<Facciamo una foto!>>, propose entusiasta mia madre.
Io e miei fratelli sbuffammo contemporaneamente. Miriam e Thomas, invece, si scambiarono un sguardo di sacrificio tra di loro. Nel mentre la ragazza di Francesco si stava specchiando al telefono e si sistemava il mascara. I signori Gorrieri e mio padre furono, invece, subito emozionati a quell'idea.
Ci riunimmo a fare la foto con il bastone dei selfie, di cui mamma si era vantata di avere come se fosse un diamante costoso. Glielo avevamo regalato io e i miei fratelli, ma non aveva mai saputo che lo avevamo preso dai cinesi. Credeva pure fosse di marca.
A tenerlo in alto fu papà con accanto mamma e i signori Gorrieri.
Dietro c'eravamo noi ragazzi.Io cercai di sforzare un sorriso, ma era difficile visto che affianco avevo Thomas che non la finiva di spestarmi i piedi.
<<La smetti?>>, chiesi infastidita.
<<Non entro nella foto, spostati!>>, si lamentò.
<<E chi ti ci vuole?>>
Intanto gli altri iniziarono a posizionarsi. <<Pronti?>>, chiese papà.
Sforzai un sorriso e Thomas mettendosi in punta dei piedi dietro di me si appoggiò alle mie spalle.
<<Staccati>>, dissi tenendo il sorriso.
<<Togliti>>, disse lui in risposta appoggiandosi di più sulle mie spalle.
Io persi l'equilibrio visto il suo peso, inciampai su me stessa e caddi a terra. La fotocamera scattò e prese in pieno Thomas che rideva.
Quando i miei si accorsero che non c'ero nella foto, Thomas rispose: <<Si, voleva raccogliere della neve per sporcarmi>>
<<Non è vero!>>, dissi arrabbiata, mentre i ragazzi di ridevano.
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PROBLEM
Roman d'amoursᴀᴍᴀɴᴛʜᴀ ᴇ ᴛʜᴏᴍᴀs ɴᴏɴ ʜᴀɴɴᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ ɪɴ ᴄᴏᴍᴜɴᴇ. sᴀʀᴀ' ᴏᴅɪᴏ ᴀ ᴘʀɪᴍᴀ ᴠɪsᴛᴀ ᴇ ᴀ ʟᴜɴɢᴀ ᴀɴᴅᴀᴛᴀ, ᴍᴀ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ ᴄᴀᴘɪʀᴀɴɴᴏ ᴅɪ ᴇssᴇʀᴇ ᴄᴏsɪ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀ ᴀᴠᴇʀ ʙɪsᴏɢɴᴏ ʟ'ᴜɴᴏ ᴅᴇʟʟ'ᴀʟᴛʀᴀ. «Ancora. Leggilo come credi.»