38. Il verso giusto

984 53 4
                                    

Ero appena arrivata a scuola con la macchina di mio fratello. Gentilmente mi aveva offerto un passaggio.

Da quanto mi aveva detto, dopo aver rotto con Veronica non le interessava nessuna. Ma -proprio perché me lo aveva detto senza nemmeno che io glielo chiedessi- avevo capito che era il contrario.

Forse, Veronica era stata solo un mezzo per dimenticare la ragazza che veramente gli interessava. So che può essere da stronzi, ma mio fratello era fatto così.

Forse un giorno, sarebbe cambiato davvero per una ragazza. Oppure stava cercando di cambiare proprio in quel periodo per l'ipotetica ragazza che potrebbe interessargli. O forse mi stavo solo facendo film mentali inutili e senza scopo. Chi lo sapeva.

Fatto sta, che era stata proprio mia sorella a farmi notare il suo strano comportamento negli ultimi giorni. <<Si lava troppo spesso, Samantha>>

<<Quante volte? Le hai contate?>>, le chiesi a bassa voce.

<<Più o meno due o tre volte alla settimana. I denti, invece, tutte le mattine e le sere, a volte anche dopo pranzo. Si mette profumo ogni mattina. L'altro giorno ho notato che ha comprato Acqua Di Giò>>

<<Aspetta, ma non costa minimo novanta euro?>>

<<Appunto! Samantha, Acqua Di Giò! Quale ragazza non va pazza per Giorgio Armani?>>

Fu, in quel momento, che mi preoccupai seriamente. Insomma, spendere novanta euro per un profumo era quasi una dichiarazione d'amore eterno.

Entrai a scuola in preda a quei pensieri e arrivai al mio armadietto.

Quando ne avevo parlato a Giada, lei aveva solo pronunciato con tono sapientone e indifferente le parole: <<Solito comportamento adolescenziale quando un ragazzo è in preda agli ormoni>>

Mi chiesi come sapesse certe cose. Poi lei mi ricordò che studiava psicologia e il cervello maschile e femminile. Eppure, mi diceva spesso che era più facile guardare Netflix durante le lezioni di psicologia.

Aprii il mio armadietto e presi il libro di letteratura. Sperai con tutta me stessa che Miriam mi aveva riservato come al solito il posto.

Chiusi l'armadietto e mi ritrovai davanti -come un dejavù- la figura di Thalia che mi guardava.

Sussultai e, poi, inspirai.
<

<Thalia. Com'è?>>

Il suo sguardo, però, non era puntato su di me e probabilmente non mi aveva nemmeno sentita. I suoi occhi mi stavano oltrepassando, come se fossi un fantasma.

Mi voltai curiosa del motivo per cui Thalia era quasi ipnotizzata.

West.

Lui si accorse di noi e ci rivolse a entrambe un sorriso, anche la mia amica ricambiò. Senza scherzi, ricambiò veramente.

Guardai Thalia con sguardo interrogativo e di una che iniziava a farsi film mentali. Lei se ne accorse subito.

<<Fammi parlare, prima>>, iniziò con un sospiro. <<Lo scorso weekend è venuto a casa mia per una cena di "amici di vecchia data">>, mi spiegò.

PROBLEMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora