Io non andavo male a scuola. Me la sapevo cavare senza troppo impegno. Non ero eccellente, ma non ero neanche un pilastro dell'intelligenza come invece poteva essere Thalia, che ogni anno vinceva la borsa di studio.
Tuttavia, il mio problema più grande era non riuscire a mantenere l'attenzione.
<<Ravieri!>>.
Una voce forte e rauca mi fece sussultare sul mio stesso banco. Subito dopo sentii un tonfo assordante, che poi capii essere la mano del prof sbattuta contro la cattedra. Uh, sono in classe.
Incontrai lo sguardo severo del prof di inglese e sospirai abbassando lo sguardo. Si avvicinò al mio banco con brusco e mi raggiunse in poco tempo. Prima che potessi chiuderlo, il prof notò tutti i disegni geometrici e concentrici, che avevo fatto sul bordo della pagina del libro di storia. Non avevo azzeccato nemmeno la sua materia.
<<Vada immediatamente fuori dalla mia classe!>>, urlò a piena voce indicando con la mano la porta.
Mi alzai prontamente dalla sedia e, sotto lo sguardo di tutti i miei compagni, compresi quelli confusi di West e Ben. Uscii dalla classe e mi chiusi la porta alle spalle. Mi guardai attorno preoccupata di incontrare qualcuno di mia conoscenza e dover spiegare il motivo per cui ero stata cacciata fuori.
Fortunatamente, il corridoio era vuoto. Feci un sospiro di sollievo e, quando mi accorsi di avere qualche spicciolo nella tasca dei jeans, ringraziai il cielo.
Mi avviai alle macchinette indecisa se prendere un caffè o qualcosa da mangiare. Mentre ci pensavo, iniziai a sentire in lontananza qualcuno fischiare, ma quando mi voltai non vidi nessuno e il fischio cessò improvvisamente. Probabilmente, era solo il bidello.
Inserii i soldi dentro la macchinetta, e iniziai a scartare tutto ciò che quel distributore di merende mi proponeva.
Sentii di nuovo qualcuno fischiare alle mie spalle. Sembrò quasi che qualcuno si stesse avvicinando a me, ma quando mi voltai non vidi ancora nessuno. E' solo un fischio, su. Devo stare tranquilla.
Mi rammentai di non fare la solita domanda c'è qualcuno?, perché chiunque l'abbia fatta nella storia della domande da non fare ci aveva rimesso la vita.
Mi voltai di nuovo verso la macchinetta ignorando quel suono, e mi convinsi che non lo avrei mai più sentito. Continuai a scartare le merende, fino ad arrivare ai crackers, quando sentii nuovamente fischiettare.
Mi voltai verso il corridoio vuoto e non vidi nuovamente nessuno.
Tornai a concentrarmi per l'ennesima volta verso il distributore di merende e chiusi gli occhi sospirando. Cercai di tranquillizzarmi, ma il mio cuore batteva comunque a una velocità improbabile. Chi cazzo si mette a fischiare in un corridoio scolastico vuoto, durante le lezioni?
<<Stai meditando affinché il distributore non si blocchi?>>.
Li riaprii e mi trovai di fianco a me degli occhi azzurri che mi fissavano e un viso familiare. Cacciai un urlo e scattai automaticamente all'indietro.
Thomas cercò di trattenere una risata davanti ai miei occhi spalancati, mentre io feci un sospiro di sollievo. <<Oh scusa, sei sonnambula?>>, mi chiese cercando di essere serio.
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PROBLEM
Romantizmsᴀᴍᴀɴᴛʜᴀ ᴇ ᴛʜᴏᴍᴀs ɴᴏɴ ʜᴀɴɴᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ ɪɴ ᴄᴏᴍᴜɴᴇ. sᴀʀᴀ' ᴏᴅɪᴏ ᴀ ᴘʀɪᴍᴀ ᴠɪsᴛᴀ ᴇ ᴀ ʟᴜɴɢᴀ ᴀɴᴅᴀᴛᴀ, ᴍᴀ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ ᴄᴀᴘɪʀᴀɴɴᴏ ᴅɪ ᴇssᴇʀᴇ ᴄᴏsɪ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀ ᴀᴠᴇʀ ʙɪsᴏɢɴᴏ ʟ'ᴜɴᴏ ᴅᴇʟʟ'ᴀʟᴛʀᴀ. «Ancora. Leggilo come credi.»