15. Un rapporto poco pacifico

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<<Buongiorno, ragazzi>>

Il prof di diritto entrò in classe con il suo solito completo grigio da uomo da affari e la sua valigetta nera, che posò come al solito sulla cattedra.

Si sistemò, poi, davanti alla cattedra, mentre alcuni borbottii e sussurri si susseguirono uno dopo l'altro.

<<Come saprete, visto che siamo a metà novembre, sta per finire il primo quadrimestre e iniziare il secondo. Nel secondo, faremo ben due gite>>

Mi appoggiai con il gomito sul banco per reggermi la testa con il palmo della mano. Sospirai distogliendo lo sguardo annoiata dal prof e lo posai sul mio compagno di banco, che zitto come era mi sembrava quasi non ci fosse neanche.

Stava al telefono e non dava nemmeno retta a ciò che diceva il prof. Probabilmente non si era nemmeno accorto della sua presenza.

Mi sporsi incuriosita sul suo banco e fissai i miei occhi sullo schermo del suo cellulare. Stava facendo una corsa di motocross e, da quel poco che riuscivo a capire, era secondo su dieci.

<<Ti stai davvero rovinando la carta da "brava ragazza". Hai iniziato pure a ficcare il naso nei cellulari degli altri. Stai facendo progressi, complimenti. Ma preferirei non li facessi con me>>,
sussurrò con tono infastidito, ma con lo sguardo concentrato sulla sua corsa.

<<Te, invece, sei il solito ragazzo fastidioso>>

<<Mi fa piacere che solo te la pensi così su di me>>

Alzai gli occhi al cielo sbuffando e tornai con l'attenzione al prof di diritto, che continuava a parlare delle gite, che avremmo fatto.

<<...visiteremo pochi musei, tranquilli. Più che, altro, credo andremo a fare sport di vario tipo, come canoa>>

Subito si sentì l'intera classe esultare e sorrisi quasi sorpresa di ciò che disse il prof. Mi voltai verso i miei amici per vedere le loro reazioni.

Miriam stava chattando e, forse, quando la vidi alzare lo sguardo e guardarsi attorno perplessa, era la prima volta. Tale fratello, tale sorella.

Trina era una di quelle che esultava emozionata ed entusiasta e commentava anche con altre ragazze ridendo e facendo strani gesti con le mani.

Thalia sorrideva e annuiva guardando il prof che continuava a parlare all'intera classe. Aveva il solito sguardo da "Certo, prof, l'importante è che ci creda che io farò tutto ciò". A volte, esclamava uno: <<Davvero?>>. Tanto per sembrare interessata.

Poco dietro di lei c'era West che stava guardando un punto indefinito in classe. Sembrava stesse dormendo seduto sulla sua sedia e ad occhi aperti. A un certo punto, vidi quasi la sua testa sbattere contro il banco. Ma il suo compagno di banco gli batté le mani davanti al viso e lui sussultò spaventato con gli occhi spalancati per poi cadere all'indietro con la sedia.

Tutta la classe scoppió a ridere, compreso Ben che pochi secondi prima stava chiaccherando con i suoi amici.

Thalia, invece, che si trovava davanti a lui, lo guardò con un sorriso sarcastico. <<Che coglione>>, disse senza farsi sentire dal professore che lo stava guardando senza più speranza.

Le rivolse subito uno sguardo arrabbiato e inarcò un sopracciglio mettendosi di nuovo sulla sedia. <<Meglio essere me che te>>, ribattè facendola voltare arrabbiata.

Il prof cercò di riavere l'attenzione della classe e tornò il silenzio accompagnato da borbottii e sussurri.

<<Poi ci sarà una seconda gita a Londra per tre giorni sempre con me e, in più, logicamente, la professoressa di inglese>>, si bloccò.

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