<<Sicura di star bene? Sembra quasi che un camion ti sia passato sopra>>, mi disse quella mattina Thalia tanto per farmi sollevare il morale.
Ormai, ero abituata al suo carattere menefreghista e ai suoi commenti leggermente inappropriati. Ma più volte mi chiedevo ancora se capiva che effetto aveva il suo carattere sulle altre persone.
Trina, però, non era da meno. Solo Miriam cercava di vedere il lato positivo. Lato positivo di una cosa di cui nemmeno era a conoscenza, ma dettagli.
Ormai, tutte le persone che incontravo da quasi una settimana mi facevano sempre le stesse domande. "Tutto bene?", "Sei pallida, o sbaglio? "È successo qualcosa?".
Giada e Luca capivano sempre quando mentivo, o cercavo anche solo di bleffare a poker. Mi conoscevano troppo bene, o forse era proprio vero che non sapevo mentire.
<<Ogni volta che menti, ti mordi le labbra e inizi giocare con le mani>>, mi diceva sempre Giada. Eppure io non mi accorgevo che lo facevo. Era un gesto involontario.
Fatto sta che non sapevo nemmeno io come stavo. Da una parte non vedo perché non dovrei stare bene, dall'altra se scavo più affondo ne trovo mille di motivi.
In sintesi, non sapevo nemmeno come rispondere a quelle domande. Non sapevo nemmeno se rispondere in negativo negando tutto ciò. O in positivo facendo la vittima. Insomma, ero totalmente un disastro in quei tipo di situazioni.
Eppure quando le mie amiche mi chiedevano consigli io li sapevo sempre dare. Ma a me stessa non so neanche farmi avere una gioia, figuriamoci consigli.
<<Hai litigato con tua sorella?>>, cercò di indovinare Miriam guardandomi con aria sospetta, come se avesse potuto capire tutto con un solo sguardo.
Sospirai e chiusi l'anta del mio armadietto guardando direttamente le mie amiche. <<Ho detto che sto bene>>.
Forse la negazione era la strada più facile. Ma la negazione portava sempre a qualcosa di più grande, no?
Il problema era che c'erano troppe cose che mi frullavano in testa, troppi pensieri. Troppo di tutto. Il bacio con Thomas (che, tra parentesi, ci sono più probabilità che me lo sia immaginato battendo la testa, o per le vertigini del momento). L'assenza di Giada e Luca che sento ogni santo giorno. Il senso di colpa per aver rotto il nostro rapporto per una scemenza. Il che-cazzo-mi-baci-Thomas-se-non-mi-hai-mai-sopportato. E poi, la situazione attuale anche a casa è cambiata, non è più come prima, come quando stavamo a Roma, ed io non capisco perché.
<<Se te stai bene, Ben prenderà il posto di Obama come presidente degli Stati Uniti d'America>>, rispose Trina.
Le parole di Giada mi tornarono in mente. "Tutto può succedere". Sorrisi leggermente ripensando a quel pomeriggio e a quella sera. Sembrava essere passata una vita intera. Forse perché le cose stavano cambiando, forse perché c'erano fin troppe cose già cambiate.
Stavo per ribattere con le stesse parole, quando arrivò Ben seguito da Thomas.
È il karma, Samantha, disse una vocina dentro di me, la stessa vocina di quel pomeriggio al Luna Park.
Stai zitta.
Mi girai verso il mio armadietto e lo riaprii cercando di trovare qualcos'altro da prendere. Potevo sembrare una stupida, ma era l'unica cosa che mi venne in mente al momento.
<<La prossima settimana c'è un'altra partita. Dovete assolutamente venire>>, sentii dire dalla voce di Ben dietro di me.
La scorsa partita l'avevano vinta e si erano collocati finalmente decimi nella classifica delle scuole più forti del Piemonte. Insomma, era un bel traguardo.
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PROBLEM
Romancesᴀᴍᴀɴᴛʜᴀ ᴇ ᴛʜᴏᴍᴀs ɴᴏɴ ʜᴀɴɴᴏ ɴɪᴇɴᴛᴇ ɪɴ ᴄᴏᴍᴜɴᴇ. sᴀʀᴀ' ᴏᴅɪᴏ ᴀ ᴘʀɪᴍᴀ ᴠɪsᴛᴀ ᴇ ᴀ ʟᴜɴɢᴀ ᴀɴᴅᴀᴛᴀ, ᴍᴀ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ ᴄᴀᴘɪʀᴀɴɴᴏ ᴅɪ ᴇssᴇʀᴇ ᴄᴏsɪ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀ ᴀᴠᴇʀ ʙɪsᴏɢɴᴏ ʟ'ᴜɴᴏ ᴅᴇʟʟ'ᴀʟᴛʀᴀ. «Ancora. Leggilo come credi.»