4. Tipi a posto

2.3K 92 31
                                    

Quarta liceo. Penultimo anno.

Otto mesi e avrei finito la scuola. Non ero psicologicamente pronta.

Sei mesi, avrei compiuto diciotto anni, raggiunto la maggiore età, svoltato l'angolo e trovato ad aspettarmi patente, responsabilità e indipendenza? No, non ero pronta neanche per questo.

Tenersi tutto dentro, nascondere tutta questa ansia e preoccupazione dentro di me, rimandare a domani il pensiero e mostrare il sorriso fingendomi ottimista? Prontissima.

Chiusi l'anta del mio armadietto e inaspettatamente mi ritrovai di fronte Thalia.

Era appoggiata con la schiena alla schiera di armadietti gialli accanto al mio. I suoi lunghi capelli ricci erano raccolti in una coda alta, indossava una felpa oversize grigia abbinata a leggings neri e sul suo viso campeggiava una smorfia. Mi stava dando le spalle. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione, era rivolta verso il portone d'ingresso che si trovava alla fine del corridoio.

<<Ehi ciao. Buongiorno>> mi mostrai serena, spensierata e ottimista.

Quest'anno sarà fantastico.

<<Oh, Signore>> Thalia sospirò guardandomi con disappunto. <<No, Sam. Non iniziare>>

La guardai confusa. <<Iniziare, cosa?>>

<<Non fare la bella faccia serena come se questo giorno fosse uno come gli altri, come se non significasse l'inizio di un nuovo terribile anno scolastico pieno di sventure, angosce, delusioni, litigi e terribili problemi irreparabili che segneranno la nostra vita adolescenziale, e che in un futuro lontano ricorderemo con un sorriso per quanto fossero stupidi, insignificanti e...>> si fermò per riprendere fiato, e poi concluse con un: <<...e terrificantemente irritanti>>

C'era da dire che Thalia era una ragazza fuori dalla norma. Passavano momenti in cui era felice, rideva e nessuno riusciva a fermarla; altri momenti in cui si mostrava indifferente a tutto, se ne stava per conto suo chiudendosi in se stessa, e nessuno era degno di disturbarla; e altri ancora in cui era estremamente agitata e faceva immensi discorsi sul futuro, pieni di saggezza e verità. Come adesso.

Molti avrebbero detto che fosse bipolare, ma in realtà era solo estremamente emotiva. Il problema non era capire il suo stato d'animo, ma la ragione che vi si celava dietro.

<<Che è successo?>>

<<La vita, Sam. La vita>>

Strinsi al petto il libro di storia dell'arte e annuii interdetta.

Poi, improvvisamente cambiò umore. Così, completamente di colpo. I suoi occhi diventarono scuri, neri di rabbia, le sue nocche diventarono bianche in contrasto con la sua pelle scura. Stava fissando un punto alle mie spalle.

Spontaneamente mi voltai e il mio sguardo finì su due figure che stavano attraversando il corridoio, l'uno con eleganza e supremazia, l'altro impedito e con noia.

West, una folta capigliatura riccia e capitano della squadra di calcio della scuola, nonché uno dei ragazzi più vanitosi e egocentrici che avessi mai conosciuto. Ben, il migliore amico e l'emblema della dolcezza mista a maldestrezza.

PROBLEMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora