Cap 3 - Giro turistico

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Visto che non ho la più pallida idea di cosa potrebbe succedere durante la storia (scrivo molto a sentimento, può veramente capitare di tutto 😸), ho pensato che sarebbe bene almeno per l'età, di fissarla come maggiorenne. 😸
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia. 😻

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Lusso.

È la prima cosa che mi è saltata in mente.

Il pavimento è decorato con un grandissimo tappeto, che si interrompe davanti agli scalini.

Il corrimano e la ringhiera sono in ferro cesellato e legno lucidissimo.

Noto un ascensore al piano di sopra, chiuso da una specie di grata.

- C'è nessuno?... -

È la prima volta che parlo da oggi pomeriggio, e la voce mi esce un pò rauca.

Avanzo titubante verso la porta di fronte a me.

Le scarpe lasciano impronte terrose, e ho la giacca tutta sporca.

Mi tolgo entrambe, per non rovinare il tappeto.

Lascio le scarpe vicino all'ingresso e mi lego la giacca alla vita, per far asciugare la maglietta sotto, ancora bagnata di pioggia.

- C'è nessuno? - ripeto.

Nulla.

Avanzo ancora.

- Non sono in cerca di guai! Mi chiamo (T/n), ho 20 anni, vengo dal campeggio qui vicino!  Stavo passeggiando quando mi sono persa! Il cellulare ha smesso di funzionare, e non ho la più pallida idea di dove mi trovo! Non è che per caso potreste prestarmi un telefono, così posso contattare i miei amici? Vi prego! Prometto che non vi farò del male, voglio soltanto tornare a casa! -

Sento uno scatto. La porta di fronte a me è stata aperta. Rinfrancata, saltello in quella direzione.

- Grazie! Non voglio darvi dei guai, mi bastano anche delle indicazioni! - Spingo la porta per aprirla - Non vorrei farmi gli affari suoi, ma come mai non parla?...
Wow...-

Davanti a me si staglia una gigantesca sala da pranzo, con un lunghissimo tavolo apparecchiato, e molte sedie. A capotavola è piazzato una specie di trono di legno intagliato.
Alzando lo sguardo vedo il lampadario di cristallo, che illumina la sala con una luce calda.

La cosa che mi sorprende di più però, è il fatto che qui dentro non ci sia nessuno, neanche sotto il tavolo.

Per quanto bella possa essere la vista di tutto quel cibo per uno stomaco affamato, sento che è meglio non toccare nulla.

C'è qualcosa di terribilmente sbagliato in questa villa.

Mi pare assolutamente improbabile che un posto del genere sia passato inosservato per tutto questo tempo.
E trovo veramente strano che tutte queste cose siano state preparate per me.

Ci saranno centinaia di sedie, e il cibo sul tavolo conta questo numero di persone, dove saranno finiti tutti??

Cento persone non si nascondono facilmente.

Continuo a camminare, e ignorando i morsi della fame perquisisco la stanza.

Non rimarrei qui dentro un istante di più, se non fosse per quella creatura.

So che mi aspetta la fuori.

Faccio due conti.

Se trovo una mappa o un computer o un qualsiasi cosa attaccato a internet, potrei trovare il modo per andarmene. Magari in salotto...

Esco dalla sala e apro una grande porta scorrevole, a destra dell'entrata. Anche qui la luce è accesa.

Di fronte a me, una televisione al plasma immensa, occupa la parete, completa di un sistema audio da far invidia a un cast per film.
A destra e a sinistra ci sono due librerie in legno scuro piene rispettivamente di libri antichi e dischi di ogni film immaginabile.

Al centro troneggiano un tavolo basso e un gigantesco divano color panna, dall'aspetto supermorbido. Addirittura una cuccia per cani e delle coperte. Ma di cellulari, nessuna traccia.

Esco dal salotto, alla ricerca della cucina. Ho assolutamente bisogno di bere qualcosa, e non mi fido delle caraffe in sala da pranzo.

Con le mani a coppa sul viso, bevo avidamente, per placare la sete e la fame che mi divora lo stomaco.

Lo sguardo mi cade casualmente sul set di coltelli, ordinati e puliti, sul tavolo da lavoro.

Non esiste che giro per la villa con uno di quelli fra le mani.

Esco dalla cucina, e salgo le scale.

Primo...

Secondo... 

Terzo piano...

Solo camere da letto, ognuna diversa dall'altra.

Alcune ordinate, altre immerse nel caos, altre pitturate con colori improbabili, altre con strane macchine. Altre con armi appese ai muri.

Niente cellulari.

Arrivo al quarto piano.

Sono a pezzi, sono ore che cerco, e senza risultati. Si spalanca davanti a me quello che sembrerebbe un ufficio. Sulla scrivania, solo fogli bianchi.

Lo supero, e vado verso il balcone.

Magari capisco la strada anche così...

La brezza leggera mi accarezza la pelle. È notte fonda, e non vedo né una luce n'è un aereo mi comunicano l'esistenza della civiltà. Solo un bosco sconfinato.

- Ma dove sono finita?.. -

Un leggero rumore statico mi fa voltare.

Dietro di me, centinaia di persone dall'aspetto spaventoso mi guardano, la sete di sangue negli occhi.

Davanti a tutti loro, una creatura altissima e senza volto, muove senza tregua quelli che sembrerebbero tentacoli.

Una voce rauca e stridula dice una sola parola, prima di farmi cadere nell'oblio.

-Slendermansion-

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