Cap 5 - Caramelle

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Alla fine, quello che Sally aveva definito 'una festa con la "crème" della slendermansion' era un semplice festino in camera sua, con qualche creepypasta e i proxies più... Importanti.

La prima volta che ha detto la parola proxies, credevo avesse starnutito.

Mi ha spiegato che sarebbero i servitori dello Slenderman.

O meglio.

I servitori "dell'essere alto magro con i tentacoli".

Appena arrivate, Nina, accompagnata da Jane, ha stretto in un abbraccio pandoso la piccola Sally, che dalla contentezza di vederla si è messa a ridacchiare.

Si comportano come sorelle.

È bello vedere che qualcuno è così affettuoso con la piccola.

Mi rassicura sul mio destino.

Ci sistemiamo sulle sedie. Nina tiene Sally sulle ginocchia, e la stringe, come impaurita che qualcuno gliela possa portare via.

Il suo fratellino deve aver avuto piú o meno quell'età, prima di morire.

Sally me le presenta.

- Tim e Brian dovrebbero arrivare tra una decina di minuti. Toby invece arriverà a momenti. - dichiara Sally, allegra.

- Non... Sarebbe un bene non farli sedere tutti vicini? - chiede Jane.

- Mi hanno promesso che non litigheranno - dice Sally - Intanto servitevi pure! -

Solo ora mi accorgo di quanta fame ho.

Quand'è stata l'ultima volta che ho messo qualcosa nello stomaco?

Con la grazia di un camionista mi avvento sui pasticcini, che scompaiono nel mio stomaco a tempo di record, mentre ascolto le tre chiacchierare su cose di poco conto.

Mentre Nina descrive a Sally uno scherzo col dentifricio che aveva in mente di fare, un grosso coltello da cucina va a conficcarsi nel punto in cui poco prima era presente la mia mano.

Jane, velocissima, afferra il manico e lancia il coltello verso la porta di ingresso, a cui davo le spalle, mandandolo a conficcarsi contro la parete.

- Tu non sei invitato, Woods. - sento ringhiare Jane.

Nella fretta di girarmi, cado (per la terza volta in un giorno) e da terra vedo un ragazzo in felpa bianca e sorriso inciso.
Non ha fatto nemmeno un pieghino.

- Bene, bene... Chi abbiamo qui?! -

Il tono leggermente maniacale mi spaventa.

Le altre lo guardano negli occhi, con odio.

- Awww, Sally, hai finalmente trovato una compagna di giochi? - il tono del killer era denigratorio.

Come si permette di parlarle così?

Sento Nina ringhiare.

Riprendo coraggio, e lo guardo negli occhi.

- Possiamo aiutarti? Hai bisogno di qualcosa? -

- Di te. Su di me. -

- Io di te, ma sotto terra. - mormora Nina

- Qualcuno, qui, deve imparare le buone maniereeee... - Jeff si avvicina minacciosamente, il sorriso più largo.

Negli occhi intravedo un bagliore satanico.

Eh, no. Non finirà così.

Sul tavolo, vedo di sfuggita un piatto metallico, con delle caramelle.

Lo afferro, e le caramelle cadono in terra.

Un attimo dopo il disco metallico aveva colpito il maniaco in piena faccia, facendolo cadere.

Un altro istante, e sia Nina che Jane gli sono addosso, i coltelli sporchi di sangue, sguainati.

Li guardo scioccata

Sento che qui non finirà bene.

Un'accetta vola per la stanza.

Si immobilizzano tutti.

Dalle scale, un ragazzo castano, con addosso quella che sembra una tuta da caccia e degli occhialini arancioni, ci guarda, sorpreso, mentre corre nella nostra direzione.

- Che c-cavolo è successo qui?!?! -

Toby era leggermente alterato.

- Quali sono le regole a p-proposito delle r-risse?! - chiese - Ti deve proprio piacere la c-cella di isolamento Jeff!! È la terza volta che ci finisci in una s-settimana! -

Jeff rimane zitto.

Wow.

Mai creduto possibile.

Lentamente lo vedo alzarsi, nel tentativo di riprendere dignità. Lancia uno sguardo sprezzante alla stanza, poi a Toby, che ricambia.

- Divertitevi. - E se ne va.

Toby lo guarda allontanarsi, poi raccoglie il piatto ed entra, con Nina e Jane al seguito.

- È colpa sua fino ad un certo punto, Toby. - gli dico, tenendo con gli occhi abbassati. - Ho iniziato io. -

- H-ho visto cosa è successo dalle scale. Stavo s-salendo per venire qui. Jeff è una testa calda. N-non passa una settimana che non abbia combinato qualcosa. Solo, cerca di non avvicinarti più a lui. -

È piacevole parlare con Toby. Mi ha raccontato della sua vita di un tempo, e di come è diventato Proxy.

Slenderman Sickness a parte, sentiva di aver trovato il proprio posto nel mondo.

Dopo tutto quello che aveva passato, ora si sentiva utile, sentiva di avere uno scopo.

Masky, però, anche sforzandosi, proprio non lo capiva. Ognuno di loro aveva rinunciato a qualcosa per poter far parte del... Nuovo Mondo.

Si sarebbe dovuto sentire onorato.

E invece... Tutto quello che Masky sapeva fare era... Ribellarsi.

Non era facile per l'Operatore assoggettarlo, quando doveva compiere una missione. Anche perché ultimamente stava dimostrando una certa resistenza, al suo potere.

Per quello, Slenderman aveva preso anche Toby. A lui venivano affidati gli incarichi più importanti. Questo, oltre che un certo rispetto da parte dello Slenderman per la sua bravura, gli aveva fatto guadagnare una discreta autorità.

In tutto questo, il ruolo di Hoody, Toby non l'aveva ancora capito.

Masky e Hoody, prima ancora di diventare Proxy erano grandi amici. Vivevano quasi in simbiosi.

Gli era capitato più volte di dover fare missioni con loro. Era stato sempre Masky a parlare, per entrambi. Ma era Hoody ad agire nel modo più cruento, quando si passava all'azione. Pareva che avessero messo troppo di questo in uno, e troppo di altro nell'altro.

- Sono... strani. - mi disse a bassa voce - Non è facile parlare con loro, sono molto chiusi. Certe volte mi inquietano un pò. - ammise, pensieroso, sotto lo sguardo concorde delle altre.

Poetico.

Author Pov

I tipi in questione, arrivarono in camera di Sally una decina di minuti dopo la discussione che abbiamo descritto. Dopodiché il party, continuò senza incidenti.

Una cosa saltò all'occhio alla sorpresa (T/n) mentre puliva la camera, la sera.

Le caramelle che aveva rimesso nel piatto, dopo l'incidente con Jeff, erano scomparse.

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Uff. È il capitolo che mi convince di meno 🤔. Non so, non è venuto tanto bene. 🤔

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