Cap 13 - Solitudine

743 78 8
                                    

Cosa.... Come?

Lo stupore viene sostituito dalla rabbia, ma prima che possa anche solo provare a prenderlo a pugni, un tentacolo mi afferra la caviglia, e mi solleva.

Mi ritrovo a fissare in stato di shock, il viso senza faccia dello Slenderman,con lo statico che mi perfora le orecchie.

Cerco di coprirle con le mani, chiudendo gli occhi, ma è tutto inutile.
Aumenta sempre di più, fino a farmi male.

Sarà meglio per te che non si sia fatto male nessuno in tutto questo.

-... Eh? - me lo sono immaginato? Come fa a parlare...?

Guardo in basso, e vedo Sally che si sta rialzando, ancora spaventata ma illesa.

Che non ti venga mai più in mente di entrare lì dentro, e di portare con te qualcun altro della famiglia.

Ok, decisamente non è la mia immaginazione. Taccio, e aspetto la sua mossa. Rimane immobile.

-... Mi dispiace molto. - sento i muscoli di tutti contrarsi - Non era mia intenzione mettere in pericolo nessuno. Mi sono fatta prendere dal panico quando ho sentito lo statico, non sapevo che questo corridoio fosse proibito. -

Lo vedo alzare le spalle e abbassarle, come se avesse lasciato andare un grosso sospiro.
Con orrore, sento che il tentacolo lasciarmi andare la caviglia, e io cado in terra, rischiando di rompermi il collo.

Rimettendomi in ginocchio, non lo vedo più.

Jack si siede alla mia altezza, e mi guarda.
Non riesco a ricambiarlo.
-... Jack- -
-Stai bene, Sally? - chiede lui alla piccola, senza badarmi minimamente.

Sento un vago senso di irritazione salirmi al cervello.

Sally lo guarda basita, ma lui non batte ciglio.

- Vi accompagno nelle vostre camere. - dice, prendendo me per il polso e lei per la mano.

-----

Camminiamo in silenzio, senza fretta.

Sally si è addormentata, e Jack la tiene con un braccio solo, mentre con l'altro guida me, sempre per il polso.

È snervante.

- Guarda che so camminare. -

Non mi guarda nemmeno, non parla, non fa una piega. Me lo lascia, e porta la mano sulla testa di Sally, come per prevenire una possibile sveglia.

Credo sia la prima volta che provo gelosia nei confronti di una bambina. Non credevo fosse nemmeno possibile.

Mi sento... Ferita.

Non mi aspettavo un trattamento del genere... Dopotutto è stato lui ad andarsene, senza salutare... E ora che è tornato non mi cerca neanche... Va avanti con la sua vita, come se nulla di tutto quello che abbiamo passato assieme sia mai esistito...

Mi sento come un pezzo di carta igienica.
Usato e gettato.

Osservo Laughing Jack mettere a letto la piccola Sally, e a rimboccarle le coperte.

In tutto questo tempo non mi ha detto assolutamente nulla. Non mi ha nemmeno guardato.
Si è limitato a tenermi il polso, mentre ci accompagnava.

Usciamo entrambi, senza un suono, e chiudo la porta.
Mentre mi passa davanti, incurante di qualsiasi cosa, sento gli occhi iniziare a pizzicarmi, e mi mordo il labbro nel tentativo di non piangere.

Non posso. Non ora. Non davanti a lui.

Cammino verso la mia camera, da sola, e mi osserva allontanarmi, senza espressione.

Ecco cosa succede quando dai fiducia a qualcuno.

Non posso fare a meno di pensarlo, mentre mi chiudo la porta alle spalle, e crollo sulle ginocchia, il respiro tremante.

Con la testa appoggiata alla porta chiusa a chiave, sento a malapena i passi di piccoli piedi, che vengono verso di me.

Davanti a me, in piedi, c'è una figura, illuminata dalla luce della luna, che proviene dalla finestra.

È la bambina con quella brutta ferita sulla testa.

Mi guarda, inespressiva, come aveva fatto il suo padrone.

Sospiro, e sento le lacrime che iniziano a scorrere sulle guance.

Non ne ho versata una da quando sono qui. Tutte quelle che ho trattenuto per la nostalgia di quella che era la mia vita, mi ritrovo a versarle ora.

Mi copro la faccia con le mani, e lascio andare i singhiozzi, le lacrime, il dolore dell'abbandono.

Rispetto alle altre volte però, c'è qualcosa di diverso.

Questa volta, sento due manine mi stringono. Sono fredde, rigide e ruvide, ma trasmettono affetto, più di quello che sono stata abituata a ricevere, da sempre.

Sento la piccola sollevarmi, e portarmi verso il letto.

Mi spoglio lentamente, mentre lei piega le cose che mi tolgo, e mi infilo sotto le coperte.

Con la stessa premura di una madre, me le rimbocca, e mi bacia la fronte con le sue labbra gelide.

I muscoli, lentamente, si rilassano.

Scivolo nel mondo dei sogni, mentre delle labbra molto più calde e morbide, mi sfiorano lo stesso punto.

Il peso sul petto si scioglie, e mi addormento, serena.

• Black Candy •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora