Cap 19 - Pietà

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900!!! Wowieeee!!
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Sono completamente sotto shock.

Non ho neanche la forza di piangere.

Mi alzo, e inizio a camminare per la stanza, senza badare ai tremori del mio corpo, cercando di mettere assieme i pezzi e di soffocare la voglia di andare in camera di Jack, spezzargli il collo, e di farla finita con quella storia malata quanto lui. 

"Perché deve fare così?" mi chiedo, stressata.

Il pensiero mi corre al modo in cui mi aveva stretto a sé per il teletrasporto, pochi istanti prima, e per un attimo sento di nuovo il calore del suo corpo, caldo e pesante, contro il mio.

Avvampo, e cerco si scacciare il pensiero, preoccupata che qualcuno possa anche solo percepirlo.

"Non oso immaginare cosa capiterebbe se si venisse a sapere- "

BLAM!

Cado in terra, spaventata, e picchio la testa contro il comodino.

-Oradicenavieniamangiare!! - urla BEN, velocissimo, prima di scaraventarsi di nuovo fuori dalla stanza, correndo a rotta di collo giù per le scale con una maschera blu in mano.

Presa dal panico, mi alzo, e cerco di uscire per seguirlo.

Nel momento in cui metto il piede fuori dalla porta, mi accorgo del terribile errore che ho commesso.

EJ, incazzato come una pantera e senza maschera, sta correndo a spaventosa velocità nella mia direzione con il bisturi sguainato.

Raggelata, lo fisso, impotente, quando un piccolo corpo mi salta addosso, facendomi arretrare nella camera, finendo travolto nella corsa al posto mio.

EJ si rialza subito, per lanciarsi di nuovo all'inseguimento del biondino, che si era fermato per un istante a fissare la scena.

I due scompaiono per le scale, e io mi affaccio alla porta di nuovo, per capire i danni.
Con orrore, noto un bambino di circa 6 anni, riverso sul pavimento, malconcio ma sorridente.

Lo prendo delicatamente in braccio, spaventata.

- Perché l'hai fatto, piccolo? - gli sussurro.

Non risponde. Si limita a guardarmi, sempre senza perdere quel sorriso gentile.

Decido di fare l'unica cosa sensata.

Non credo che una creepypasta si prenderebbe sul serio il disturbo di aiutare un servo.

Corro decisa verso la cucina, rassicurandolo con alcune occhiate gentili, mentre lui mi guarda sorpreso.

-Emily! - chiamo, aprendo la porta, e ignorando gli sguardi curiosi delle creepypasta vicine - Puoi darmi una mano?-

La piccola corre verso di me, e quando vede il bambino, spalanca gli occhi.

- Mi ha salvato, Emily. Non posso lasciarlo così... - la prego.

- Che è successo? Dov'eri? Ti ho cercata dappertutto!! - girandomi, vedo Jane, appoggiata alla porta con le braccia incrociate.

-È una storia lunga. Per il momento, aiutatemi. Ne parliamo dopo. -

Fu un problema. Il corpo del piccolo non poteva guarire. Questo però non ci fece desistere dal provarci. 

Mentre la piccola mi aiuta a pulire le ferite con una pezzuola bagnata, Jane prende il kit, e mi spiega come bendarle.

Sotto la sua supervisione, riesco a fermare le emorragie dovute alle artigliate, e quando il piccolo si alza, la forza con cui mi abbraccia le ginocchia mi convince sul fatto che sono finalmente riuscita a rendermi utile.

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