Nove

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Mario

Mi ero svegliato per disperazione dopo aver rifiutato la terza chiamata consecutiva di Paolo.

Alla quarta avevo risposto e mi aveva fatto cadere dal letto con un agitatissimo "Mario corri a casa, è successo un casino."

Ed io sono corso nel vero senso della parola, in tuta senza nemmeno cambiarmi.

Sono arrivato a casa sua con la mia Smart, ed ora sono qui ad aspettare non so cosa nella sua camera da letto.
Mi ha vietato di uscire ed io sto iniziando seriamente ad innervosirmi.

Odio essere svegliato, spaventato e, soprattutto, non mi piace essere preso in giro.

Ma basta, adesso mi sente.

Mi alzo dal letto ed apro la porta "Paolo guarda che il gioco non è divertente!" percorro il salone piuttosto alterato "Che cosa è successo, mi vuoi spiegare perché devi fare questi scherzi del cav.." arrivo in cucina e resto a bocca aperta.

Mi si gela il sangue e resto immobile quando mi trovo davanti quello sguardo stupito che si specchia direttamente nel mio.

Pochi minuti di silenzio ci separano, così come pochi sono i metri che ci dividono.

"Che ci fai qui?" gli chiedo evidentemente sorpreso.

"Mario?" sgrana gli occhi e fa il giro del tavolo lentamente "Io.. aspetto Paolo ha detto che doveva andare a prendere il cellulare in camera.." lo blocco.

"Il cellulare? In camera?" mi schiaffeggio la fronte con il palmo della mano.

Paolo ti uccido.

"Si.. credo.. così mi ha detto due minuti fa.." doveva essere arrivato da poco dato che aveva ancora la giacca di jeans indosso.

Esco dalla cucina per cercare il mio cellulare, ma seriamente, ed inizio a sbraitare.

"Adesso mi sente" digito il numero ma il telefono squilla a vuoto.

Provo a chiamarlo di nuovo quando sento Claudio raggiungermi nel salone.
"Paolo rispondi cazzo" imploro tra me e me, ma nulla.

"beh magari ci sarà una spiegazione.." dice mentre si sta per sedere sul divano.

"Che è uno stronzo ecco la spiegazione!" urlo così forte che Claudio non fa in tempo a sedersi che si rimette subito in piedi scattando come un soldato e guardandomi con gli occhi sbarrati.

Lo guardo di rimando e mi rendo conto che, forse, ho alzato il tono un po' troppo.

Sento il suono di una notifica che viene dal suo telefono.
Lo estrae velocemente dalla tasca e scorre gli occhi sullo schermo.
"È.. è Paolo.." me lo porge e quasi glielo strappo dalle mani.

Paolo:
Se non volete chiarire per voi stessi, almeno fatelo per civiltà.

Ma io per civiltà ti spaccherò la faccia.
Ma come ti è saltato in mente.

Mi giro di scatto verso Claudio "tu lo sapevi!" lo accuso con tono minaccioso "eravate d'accordo."

"Che ? No Mario!" conosco i suoi occhi, e so che sta dicendo il vero.

Mi dirigo verso la porta "è stato un piacere."

Si sto facendo il bambino, ma voglio essere io a decidere della mia vita.

Non sento Claudio muoversi e questo mi stranisce.
Perché non mi ferma.
Davvero mi lascerebbe di nuovo solo.

Faccio per aprire la maniglia, ma nulla.
La porta non si apre e noi letteralmente siamo chiusi dentro.

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora