Diciannove

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Claudio

"Ti amo"

Due semplici parole capaci di cambiarti la giornata, la settimana, la vita.
Cinque lettere che hanno suggellato la nostra prima volta insieme, quella in cui abbiamo fatto l'amore.

È stata la mia "prima" vera volta e non solo perché è stata diversa da come sono abituato.
Lo è stata perché il sentimento che provo per Mario non l'ho provato mai per nessuno, ed ora che sono riuscito a lasciarmi andare totalmente ho capito che lui, per me, è il vero amore.

Mi sono sentito bene, pieno e completo mentre diventavamo una cosa sola, mentre mi accarezzava il corpo e l'anima con le mani.
Mi sono sentito parte di lui, ed ho sentito lui diventare parte di me.

Ho avuto paura, ma Mario è riuscito a farmi rilassare, a non farmi pensare.

È stato delicato e premuroso, mi ha dedicato la sua attenzione con estrema dolcezza mettendo da parte se stesso.

Ora che siamo due facce della stessa medaglia e non c'è più nessun ostacolo a dividerci, tutto ciò che mi tormenta è però legato al mondo esterno.

Si perché noi ci isoliamo nella nostra bolla, ma purtroppo non possiamo escludere ciò che ci circonda, non completamente almeno.

Devo affrontare questo argomento con i miei genitori e, anche se ne sono consapevole, cerco di ritardare il momento della verità il più possibile.
Adesso voglio solo continuare a vivermi la mia storia con lui senza l' intromissione di terze persone, perché se ho lui ho tutto.

Perché ne ho bisogno.
Ho bisogno dei suoi abbracci, del suo odore addosso e della sua pelle contro la mia.
Ho bisogno di sentirlo, di respirarlo e viverlo.

Mi manca ogni momento che passo lontano da lui.

Questa sera ci sarà parecchio lavoro al Romeo's, ma sono poco entusiasta in proposito se penso che mi dovrò sorbire Paolo e le sue poco discrete frecciatine.

Ormai è passata qualche ora da quando ho lasciato Mario al negozio, ma tra un po' dovrebbe finire il turno.
Aveva la pausa pranzo e così ho pensato di fargli compagnia e mangiare con lui.

Beh in realtà abbiamo mangiato ben poco.
Abbiamo passato tutto il tempo a baciarci nel magazzino e se ci penso mi tornano i brividi.

Sembriamo due ragazzini che si nascondono nei posti più strani appena possono per coccolarsi un po'.

Sento ancora le sue mani a stringere i miei fianchi ed i suoi baci sul collo.

Passeggio per il centro per occupare il tempo libero prima di tornare a casa da lui.
Da quando non frequento più la comitiva di Alex non ho molti amici.

Ho solo Mario, ma questo mi basta. Diciamo che nel cambio ci ho sicuramente guadagnato, mi sono guadagnato la libertà di essere me stesso.

Passo davanti ad un bar e noto Paolo seduto ad un tavolino.

Lo fisso un po' troppo tanto che mi nota anche lui e subito mi minaccia indicando prima i suoi occhi e poi me con le dita.
Mi tiene d'occhio.

Sorrido perché è così scemo, ma se non fosse stato per lui oggi non avrei ritrovato la mia felicità.

Mi avvicino, ma lui mi ammonisce subito "Con te non ci parlo!"

Mette il muso come un bimbo di tre anni e gira il volto dal verso opposto alla mia direzione.

"Dai Paolo..." sposto la sedia di fronte a lui per sedermici e provare a richiamare la sua attenzione.

"Sono arrabbiato.." fa una pausa e poi si volta per punzecchiarmi " tu e quell'altro non mi calcolate più..
Che razza di amici." incrocia le braccia in segno di chiusura.

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora