Ventisette 2.0

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Mario

Cado a terra senza forze e mi lascio andare ad un pianto liberatorio.

Sono lacrime amare che hanno il sapore della sconfitta.

Quando Claudio è tornato nella mia vita non immaginavo che le cose tra noi avrebbero preso questa piega.
Non immaginavo minimante che saremmo arrivati a questo punto, ad amarci per poi distruggerci.

Alex ha distrutto me ed io ho distrutto lui.

Sento le responsabilità, le bugie che ho detto e tutti i silenzi dell'ultimo mese pesarmi addosso come macigni.

Claudio adesso sá e questo può significare solo due cose: tutto o niente.

Ho tentato di farcela da solo perché sapevo questo momento avrebbe fatto male a me quanto a lui, ed il presagio di una reazione di questo genere mi ha portato a fare scelte sbagliate.
Solo ora me ne rendo conto.

Mi alzo dal pavimento mentre cerco di recuperare il telefono e provo a chiamarlo, ma senza successo.

Claudio è arrabbiato e questo succede raramente, ma quando succede vede nero e non risponde delle sue azioni.

Sono preoccupato perché è uscito di casa sbattendo la porta senza voler sentire ragioni e voltandomi le spalle, con una frase che mi ha spezzato completamente.

Non vuole che lo tocchi perché gli faccio schifo o perché gli ho mentito?

Non riesco a scindere quell'episodio da me, me lo sento addosso come un marchio e la paura che a Claudio questa cosa potesse pesare era tanta.
È anche per questo che ho deciso di non dirglielo.

Probabilmente mi odia ed io non lo biasimo, ma non posso permettergli di compiere atti di cui potrebbe pentirsi, perché so perfettamente cosa ha in mente.
L'ho letto nei suoi occhi.

Decido di chiamare Paolo e le due prime chiamate vanno perse.
Alla terza risponde.

"M-Mario?" sento la sua voce tremare e capisco che si sente in colpa per avermi tradito.

Decido di tranquillizzarlo con la verità, lui ha fatto la cosa più giusta per tutti.
Lui è stato quello più coraggioso, quello che ha cercato di proteggere entrambi mettendoci di fronte alla realtà che, per quanto possa far paura, va sempre affrontata.

"Sei un amico, grazie" lo dico tra le lacrime che scorrono e bruciano sul volto.

Paolo mi ha liberato da un peso che non riuscivo a reggere più, dimostrando di voler bene a me quanto a Claudio, e di non volersi mettere nei panni di nessuno se non in quelli di entrambi.

"Scusa Mario.." lo sento sospirare e tirare su col naso "lui ti ama doveva sapere."

Mi ama, e io non lo merito un amore così pulito, vero.

"Paolo lui è arrabbiato i-io.." sospiro ed inizio ad agitarmi quando ricordo il motivo perché l'ho chiamato "credo sia andato a cercare Alex."

Il silenzio cala e riesco a percepire solo il respiro pesante del mio interlocutore che si alterna al mio.

"Tu hai idea di dove possa trovarlo?" penso e mi agito mentre recupero il giacchetto e le chiavi di casa velocemente.

È venerdì sera, sono le undici, "al Berfi's!" sono sicuro e lo dico senza esitare.

"Arrivo lì" attacchiamo il telefono senza neppure salutarci, entrambi consapevoli che il tempo stringe e le possibilità di arrivare prima che Claudio commetta cazzate diminuisce ogni minuto che passa.

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora