Quando ho iniziato questa storia, sapevo già che sarebbe arrivato questo momento.
Spero solo di non deludervi.Mario
Avete presente la sensazione che si prova quando si vuole urlare ma la voce non esce e resta bloccata in gola?
Quando la mattina vi svegliate stanchi senza alcuna forza ne voglia di alzarvi dal letto e vi chiede cosa ha in serbo per voi la giornata?
La sensazione di dolore al cuore, quelle fitte che ti prendono quando capisci che anche quel piccolo organo pulsante può far male?
Quello che si prova quando cerchi di trattenere le lacrime perché non vuoi farti vedere debole, ma queste ti annebbiano la vista e
rendono tutto sfocato?La sensazione che la vita ce l'abbia con te perché proprio nel momento in cui tutto sembra andare per il verso giusto, lei decide di colpirti dritta in faccia?
Avete presente quando vi sentite morti dentro?
È quello che sento io in questo momento mentre ripenso alle sue mani addosso, fredde e violente che non riesco a scacciare dalla testa.
Mi fermo fuori dal Romeo's , stremato e con solo il maglioncino in dosso.
Tremo, ma non so se per il freddo o per la sensazione di disgusto.
Mi sento completamente vuoto, un corpo svuotato dei suoi organi vitali, un cuore strappato dal petto e gettato nel cassonetto dell'immondizia.
Eppure infondo lo sapevo, erano giorni che me lo sentivo.
La mia vita sarebbe cambiata, distrutta silenziosamente e calpestata come fosse quanto di più inutile ci sia su questa terra.Sento il freddo che brucia sul volto quando ghiaccia le lacrime che di tanto in tanto si fanno coraggio a scendere, ma lo percepisco in modo lieve, lontano.
La luna mi fa compagnia mentre mi fissa dall'alto, spenta.
Stasera non splende, stasera è triste insieme a me.Chiudo gli occhi per cercare di calmarmi e provo a regolarizzare il respiro ancora affannato mentre sfilo il telefono dalla tasca dei jeans.
Lo schermo è rotto e quel sarcastico "scusa non volevo" mi rimbomba nella testa mentre ripenso alle mie mani che vagano sul pavimento per cercare di raccoglierlo da terra.
Mi sento sporco, ma di uno sporco che nemmeno anni di docce possono lavare via, e questo fa male.
Scivolo a terra sull'asfalto e appoggio la testa contro il muro.
Devo trovare la forza di alzarmi e tornare da Claudio che oggi non è potuto venire al lavoro perché influenzato.Devo trovare la forza di guardarlo in faccia e dirgli che sto bene.
Che sono stanco perché oggi ho lavorato tanto, che ho gli occhi lucidi per il freddo e che stasera non me la sento di fare l'amore con lui.
Devo mentirgli.
Mi alzo lentamente mentre la testa mi gira vorticosamente e quel
"che c'è ti vergogni?" martella ancora nelle meningi.Sento le sue mani sporche ancora sui miei fianchi, nello stesso punto in cui qualche ora prima c'erano quelle sicure ma delicate del mio uomo a stringermi.
"Dai su se hai fatto cambiare idea a lui puoi farlo anche con me no?"
E poi ricordo la sensazione del muro che graffia contro la mia guancia.
Succede tutto velocemente, in modo confusionario.
A darmi prova che sono vivo e che non è solo un brutto sogno, è il dolore.
Un dolore lancinante che parte dalla bocca dello stomaco e arriva dritto fino al cervello.
Io che mi mordo la lingua per non urlare.

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Randagi
Fiksi Penggemar•Opera coperta da COPYRIGHT• Tutti abbiamo un cuore incompleto ed impieghiamo la nostra breve esistenza a cercare, forse invano, la parte mancante. Vaghiamo come randagi senza una direzione in cerca dell'amore. Perché la vita ci fa incontrare il nos...