Tre

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                                                 27 agosto

Mario

Claudio con i suoi occhi verdi, sinceri e buoni.

Claudio con il suo sorriso spontaneo che ti invoglia a vivere.

Claudio con la sua anima bella e pulita.

Claudio era lì, di fronte a me, vicino come non succedeva da molto tempo e mi fissava.

Mi guardava forse per la prima volta dopo anni e finalmente anche io, potevo guardarlo senza doverlo spiare da lontano.

Dopo cinque anni i nostri occhi si incontravano per davvero, in quell'attimo durato qualche secondo o forse un eternità.

Il suo sguardo si era ormai fatto indecifrabile per me, tanto che ripensare a quando un tempo riuscivo a comprendere ogni suo stato d'animo e ad anticipare anche il suo più impercettibile movimento, adesso fa male.

E poi Alex.

Aveva interrotto il nostro discorso fatto di sguardi entrando in scena con le sue solite battute di pessimo gusto e, come sempre, aveva trascinato con se anche Claudio.

La serata era passata piuttosto velocemente, ma io lo sentivo.
Sentivo gli occhi di Alex costantemente addosso.

Percepivo il suo disgusto e lo vedevo ostentare la sua eterosessualità con qualsiasi ragazza gli ronzasse intorno.

Per lui il mio essere era sbagliato e la mia omosessualità era una brutta malattia.

La cosa che però mi feriva di più, era vedere Claudio plagiato.

Si ostinava ad essere come Alex non so per quale motivo, ma non lo era.

Ci ho messo tanto a suo tempo a confessargli il mio orientamento, perché la mia paura era proprio quella di essere allontanato.

E così e stato.

Dio solo sa quanto Alex riuscisse a farmi sentire sbagliato, inadeguato e profondamente solo.

Si, perché non bastavano le innumerevoli prese in giro a cui ogni volta da anni mi sottoponeva con le sue battute. Non bastava il suo farmi sentire ancora più insicuro, impaurito del mondo e non accettato.

Lui si era preso anche l'unica cosa bella della mia vita.

Mi aveva tolto in modo meschino il mio migliore amico, influenzandolo in ogni modo possibile.
Facendo leva su un mio stupido errore commesso, per di più,  senza neppure volerlo.

Ormai erano cinque anni che Claudio mi evitava.

I nostri occhi non si incontravano nemmeno per sbaglio e se mi incrociava per strada cambiava direzione.

Non voleva condividere nemmeno la mia aria, perché per lui forse era sporca.

Sporca come me, che a mia volta avevo cercato di sporcare anche lui.

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