Due

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Quella stessa mattina.

Claudio

Sono le 10 del mattino quando sento il suono fastidioso della sveglia spezzare la quiete della mia stanza.
Ha interrotto un sonno durato forse dieci minuti e probabilmente iniziato per disperazione, dopo una nottata tormentata fatta di ansia ed impazienza.
Con gli occhi ancora assonnati, mi trascino giù dal letto per andare verso la cucina pronto per la mia solita colazione.
Una banana, un po' di yogurt e una manciata di cereali.

Oggi sono particolarmente felice, ma allo stesso tempo agitato perché finalmente, dopo tanto, sono riuscito ad ottenere un colloquio di lavoro.
Reduce dalla fine di un contratto a tempo determinato, oggi avrò la possibilità di entrare in punta di piedi nella mia nuova vita.

Se tutto andrà come spero, potrò iniziare a lavorare in uno dei locali più conosciuti di Verona.

Mentre mi perdo a ripensare alle serate trascorse a lavorare nel vecchio locale mi accorgo che sono già le 10 e 20, perciò corro in bagno dove mi faccio una doccia veloce e mi soffermo ad osservare qualche istante il mio volto stravolto allo specchio.
Mi schiaffeggio la faccia e mi butto acqua gelata sulle guance.
Forse ora, sono un po' più sveglio ed ho ripreso colorito.

Afferro le chiavi di casa e mi precipito giù emozionato come un bambino.
Cammino per una decina di minuti con passo svelto e finalmente mi trovo davanti all'entrata.

Faccio un grande respiro, ma non riesco a stemperare la mia evidente agitazione.
Entro.

Il locale molto spazioso ed accogliente, è illuminato da luci rosse soffuse, e subito di fronte a me infondo alla sala noto quella che potrà essere la mia postazione. 
"Buongiorno" mi stampo un sorriso pieno in volto e mi mostro sicuro alla
ragazza che sta sistemando le bevande, che mi guarda incuriosita e di rimando mi saluta.
"Dove posso trovare il signor Lisandro? Avrei un colloquio fissato per le 11 e un quarto"

La ragazza mi indica immediatamente una rampa di scale che si trova a destra rispetto al bancone e che mi condurrà al piano superiore.

"Comunque.. io sono Martina, piacere" mi porge la mano.
Faccio finta di non accorgermi che sono passati appena due minuti e lei, già non ha perso occasione per farmi gli occhi dolci.

Mi presento a mia volta e poi con molta calma cammino verso la direzione indicatami.
Busso alla porta spostandola lievemente quel tanto che basta per rendermi conto che era appena socchiusa.
Una scarica di adrenalina mi investe improvvisamente, ed è a quel punto che, con voce decisa, chiedo se posso entrare.

Vedo subito una figura che con tono confidenziale mi invita ad avanzare.
Mi aspettavo di trovarmi davanti un signore di una certa età invece, con mia grande sorpresa, mi si presenta un uomo sui 35 anni.

Il luogo in cui ci troviamo è un piccolo ufficio che cerco di fissare nella mente scorrendone velocemente i dettagli con lo sguardo.
L' arredamento è ridotto all'essenziale, ma comunque ben studiato.

Una piccola scrivania, un divanetto rivestito in velluto rosso con due cuscini neri, e degli scaffali con oggetti e scartoffie di vario genere.
A colpire la mia attenzione però, sono le foto che ordinatamente vedo affisse alle pareti.
"Ti piacciono? " distoglie la mia attenzione da uno scatto in bianco e nero che cattura l'immagine di un parco con delle famiglie felici e dei bambini che giocano.
"È la mia passione, mi piace la fotografia da quando ero piccolo " aggiunge mentre mi sorride e mi fa cenno con la mano di avanzare per accomodarmi.
Annuisco e mi faccio avanti.

"Si, sono molto belle" gli porgo la mano "piacere Signor Lisandro sono ...Claudio, il ragazzo che l'aveva contattata qualche giorno fa per il posto da barman"

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora