Ventitré

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Claudio

Sono sempre stato mattiniero.
Mi piace svegliarmi presto per non rischiare di sprecare neppure un secondo della mia giornata.
Amo fare colazione, forse mi piace quasi più del pranzo o della cena e infatti ora sono in cucina, intento a prepararla per me e per Mario.

Ho preparato la mia solita tazza di yogurt, cereali e due banane.
Per lui invece la centrifuga e dei biscotti al cioccolato.

Ancora dorme ed io ho deciso di non disturbarlo per lasciarlo riposare date le condizioni in cui è tornato ieri sera a casa.
Oggi inizia il turno in negozio alle 10 quindi a breve gli suonerà la sveglia è sicuramente inizierà a lamentarsi perché come sempre non vuole lasciare le coperte calde.
Mario è pigro e freddoloso, ama stare al letto e farsi coccolare.

Ieri sera è tornato a casa veramente sconvolto e fatico ancora a comprenderne il motivo.
Era infreddolito, tremava e aveva gli occhi lucidi.

Si è giustificato più volte dicendo che era stanco per la serata impegnativa al locale, ma nel suo sguardo c'era qualcosa di strano, qualcosa che mi mette agitazione.

Sento la sveglia suonare, ma dopo essere stata bloccata non sento più nulla.
L'ha spenta, ma non si è alzato.
Decido così di andare in camera e svegliarlo io, altrimenti farà tardi.

Percorro il perimetro del letto e mi siedo accanto a lui.
Lo osservo dormire qualche secondo fino a quando non mi decido a svegliarlo.

Gli poso una mano fra i capelli ed inizio ad arricciarli, poi gli lascio una carezza sul viso e lo chiamo sottovoce.
"Mario.." mi avvicino per lasciargli un bacio sulla fronte e ne approfitto per verificare se ha la temperatura alta "Dovresti andare al lavoro... è tardi"

Lo vedo muoversi appena mentre emette suoni incomprensibili, allora decido di lasciargli un bacio sulle labbra e lo sento irrigidirsi a quel contatto fugace.

"Ei.. è tutto ok?" inizio a sentirmi fuori luogo quando ogni volta che provo a sfiorarlo, lui mi rifiuta.

Mi guarda con gli occhi leggermente socchiusi.

"Si, ma..." ha la voce ancora impastata dal sonno "non me la sento di andare al negozio, non sto bene."

Lo guardo preoccupato perché so che a Mario piace dormire, ma non mancherebbe mai dal lavoro, ci tiene a quello che fa e non si assenterebbe mai neppure con la febbre.

"Mario.." cerco la sua mano sotto le coperte e controllo il suo polso, "aspetta che ti prendo il termometro, non vorrei averti passato l'influenza"

Frugo nel cassetto del mio comodino e lo trovo, glielo passo e nel mentre decido di sdraiarmi lì accanto a lui.

"Sai che facciamo io adesso avviso in negozio che non stai bene, ed oggi mi prendo cura di te"

Prontamente mi infilo sotto le coperte e cerco il suo corpo stringendolo al mio.

Inizialmente trema un po', ma poi mi lascia fare, così io lascio combaciare il mio petto con la sua schiena ed inizio a carezzargli i capelli.

Lo sento rilassarsi e godersi i piccoli gesti che gli son sempre piaciuti.

Lo stringo un po' più forte perché l'odore della sua pelle mi fa impazzire, ma quando alzo leggermente la testa a colpire la mia attenzione è il suo cellulare poggiato sul comodino.

"Mario" lo sento mugugnare "che è successo allo schermo del telefono?"
Lo sento nuovamente irrigidirsi tra le mie braccia, ma cerco di restare calmo altrimenti so che non otterrò mai le risposte che voglio.

Randagi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora