Tredici

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Mario

Mi sveglio di soprassalto quando sento bussare alla mia porta nel bel mezzo della notte, e mi rendo conto di essermi addormentato sul divano.

Controllo il telefono e vedo che sono le 2 e mezza.
Un senso di paura mi attanaglia lo stomaco.

Chi può essere a quest'ora?

Mi alzo lentamente facendo attenzione a non sforzarmi troppo, perché anche se i dolori stanno passando, ancora qualche acciacco si fa sentire.

Arrivo quasi davanti alla porta quando sento di nuovo un colpo.

Mi avvicino ed ho paura, non so perché, ma ho una brutta sensazione.
"Chi.. chi è?"
Il mio cuore si ferma in attesa.

"Mario.." la sua voce trema.

Claudio, che cosa ci fa qui.
Apro la porta e me lo trovo davanti.

Il volto sfatto, i capelli scombinati e gli occhi sconvolti, lo vedo turbato e.. impaurito.

"Claudio che succede ?"

Entra in casa senza neppure guardarmi in faccia, mi supera ed inizia a fare avanti e indietro per la stanza, ed io mi preoccupo.

"Cla.. che hai?" provo di nuovo, ma non ricevo risposta quando lo vedo voltarsi verso di me e puntare i suoi occhi verdi nei miei.

Decido di avvicinarmi lentamente a lui e gli sfioro un braccio con la mano per cercare di tranquillizzarlo.

"Ei.." lo vedo abbassare il volto e stringere i pugni "mi dici che succede?"
Provo ad insistere, ma senza successo.

Sospira, ma non proferisce parola, resta immobile davanti a me.

Allora azzardo e mi avvicino un po' di più a lui per poggiarmi con la fronte sulla sua spalla e strofinarmici su "Cla.."

Lo sto implorando, voglio che mi stringa, perché ancora non lo ha fatto.
Voglio che mi parli e mi riveli che succede, vorrei che tra noi non ci fossero più segreti e che anche le decisioni più brutte le prendessimo insieme.

Ma nemmeno mi sfiora, ed inizio ad avere paura, di nuovo.
Il cuore perde uno, due, tre battuti e quasi si ferma in petto.

"Mario io.." lo sento tremare contro il mio corpo e non capisco, non riesco a comprendere cosa stia succedendo.

Così mi allontano da lui e lo guardo confuso, senza fare domande, ma pronto al peggio.

"Mario non capisco più niente.. tu.." mi guarda in cerca di aiuto, ma non capisco come io possa aiutarlo. 

"Io devo capire Mario.. io non ce la faccio più.." le lacrime iniziano a scorrere incessanti sul suo volto, ma io resto immobile in attesa.

Non riesco a parlare, non riesco a reagire.

"Devi aiutarmi.." lo vedo fare un passo verso di me e automaticamente indietreggio.
I suoi occhi mi immobilizzano e
deglutisco a fatica quando mi trovo con le spalle contro la porta "Mario io.."

Il suo corpo si fa più vicino e la sua mano va a poggiarsi accanto al mio volto.

"Claudio io non capisco cosa.." la sua mano che mi accarezza il volto mi interrompe e mi fa chiudere gli occhi.

Sento il respiro farsi più pesante, sento Claudio troppo vicino e non capisco più niente.
Il suo profumo, il suo respiro, il suo esistere mi manda in confusione.
È sempre stato così, da quando ho capito di essere gay.
Da quanto ho capito di amarlo, ma di non poterglielo dire.

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