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"Adesso!"un gruppo di ragazzi si avventarono su di lui, ancora una volta, lo buttarono a terra e cominciarono a riempirlo di calci, poche ore prima se si fosse risparmiato di cercare di difendersi questa situazione non sarebbe successa. Continuava a ricevere calci sulla pancia, sulla faccia e già un bel po' anche sulle palle. Urlava dal dolore "zitto Malaccio"era il suo soprannome, il ragazzo ciccione con mille malattie "guardate lo sgorbio"alcune volte veniva chiamato anche 'tappeto' perché potevano calpestarlo, infatti uno di loro passò tranquillamente sul suo corpo, come se fosse davvero un tappeto "ah"mugolava lui, sopportando il dolore con le ginocchia al petto che si stringeva in se "vedi di stare attento sgorbio"il capo fece ritirare i ragazzi che lo stavano disintegrando "lavati quando torni a casa, se ce l'hai una casa"effettivamente lui abitava in un buco, abbandonato dalla famiglia era riuscito a vincere un gratta e vinci, quando aveva 15 anni, questo li aveva dato 10.000€ ed era con questi che viveva ormai da 3 anni. Stette lì a terra in quel periodo di freddo a congelare lentamente "voglio morire"sussurrò iniziando silenziosamente  a piangere, l'unica persona che lo aveva sopportato fino ai suoi 15 anni è stata sua nonna,quando ella è morta, è stata la sua disfatta. Le lacrime caddero calde, rigando le sue guance "vivi Stefano perché si vive una sola volta"si ripeteva l'ultima frase della nonna. Non aveva forze ma grazie alla volontà si alzò, lui non era autolesionista, non era anoressico e non fumava, non era caduto in depressione, trovava sempre qualcosa per qui sorridere, si appoggiò al muro e ripensandoci si lasciò andare, era stanco,stufo di dover subire, cadde a  terra, riuscì a resistere per pochi secondi, aveva troppo freddo e i bastardi prima li avevano tolto il giubbotto ritenendo che cosi facesse più male. L'avevano lanciato lontano da lui, una cosa era sicura,l'avrebbero pagata cara. Dopo pochi minuti e svenì a causa di ipotermia. Un ragazzo se ne accorse e lo prese in braccio poggiandolo delicatamente sui sedili posteriori della sua auto, il ragazzo si era riscaldato ma era ancora troppo debole per risvegliarsi. Raggiunsero l'ospedale e il ragazzo di fretta parcheggiò e in braccio lo portò dentro urlando la sua necessità. Lo portarono in una camera, li misero delle flebo. Poche ore dopo si svegliò, vide una luce, chiara mentre apriva gli occhi, gli dava  parecchio fastidio. Provò a muovere i piedi per sedersi, aveva male ai piedi, chiuse gli occhi, la forte luce gli impediva di aprirli "mh" fece un verso di disappunto "buonasera"quando sentì che qualcuno stava parlando si girò a guardarlo accettando la fatica di svegliarsi "dove sono?"preferiva chiedere il luogo che il chi "sei in ospedale,eri svenuto per ipotermia e avevi vari lividi da medicare"spiegò un giovane dottore "chi ci mi ha portato?"riuscì a sedersi mentre stropicciava ancora gli occhi "un ragazzo"il dottore svelò il suo volto; Stefano non poteva credere che un ragazzo cosi giovane facesse il medico,un'altro uomo dalla tunica bianca entrò dentro "Burci,ha già visitato il paziente a quanto vedo"disse il nuovo arrivato rivolgendosi al medico "non ancora De Rossi"quello più giovane affiancò Stefano mostrandogli di prendere un farmaco "lui è il mio assistente,un ragazzo universitario"spiegò il più vecchio mettendo una mano sulla spalla del ragazzo. "piacere Sascha"

sky || SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora