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Forza, ancora una volta si doveva alzare da terra e combattere per uscirne vivo "La prossima volta che uno dei nostri se ne va per colpa tua  ti ammazzo tappeto" Il ragazzo ritirò la sua banda che prima di andarsene lo derisero "Cazzo" Stefano si mise seduto sul solito muretto "Ah" fece una smorfia di dolore e si toccò la testa,quel giorno l'avevano colpita ripetutamente, la suoneria del cellulare suonava poco lontano da lui, il castano allungò il braccio ma esso non arrivava all'oggetto, si trascinò a fatica e lo prese 'sasholo' sorrise a come aveva registrato precedentemente l'amico. Schiacciò il pulsante verde che diedi inizio alla chiamata

Sascha aiuto.

Dove sei?

Non lo so in un vicolo, ti prego.

Arrivo.

La voce di Sascha esprimeva decisione, era già in macchina e sapeva chi chiamare.

Hey sal

Buongiorno Sascha

Per caso mi sapresti dire dove avevi trovato Stefano?

Nel vicolo di Via Colombo.

Sascha chiuse immediatamente la chiamata, quella via non era tanto lontana "Resisti Stefano" Sussurrò stringendo il volante.

Stefano cercò di alzarsi in piedi "Fermo" Sascha era già arrivato, lo aiutò a raggiungere la macchina "Niente ospedale" sussurrò Stefano sorridendo "Hai già il medico privato" Sascha gli fece l'occhiolino e mise in moto.

"Vieni" Lo prese in braccio e lo trasportò fino al suo letto "Dove stavi andando?" Chiese il più grande  "A casa" Urlò il castano "Ma se lì è deserto" La risposta di Sascha era ovvia "C'è un buco dal quale si entra in una specie di cantina, abito lì" Disse Stefano con tono ironico.

Sascha si avvicinò a lui "Hai il labbro ferito" Lo toccò leggermente, guardando le sue labbra per poi passare agli occhi.

Intrecciarono per minuti i loro sguardi per perdersi l'un l'altro. il silenzio aiutava, a volte anche esso poteva dire mille parole.

Sascha si alzò di scatto seguito dal castano "O li denunci tu o lo faccio io" Urlò uscendo dalla camera, senza motivo cominciava ad alterararsi "Sascha" Sussurrò il castano fermandosi nel corridoio per via delle sue urla continue "Dimmi ti piace soffrire?" Sascha con queste parole lo ferì "No no Sascha semplicemente cerco di alleviare il dolore" sussurrò Stefano a poca distanza da lui "L'unico modo sarebbe levarteli di dosso" Scese le scale e lasciò Stefano lì a pensare, si guardò intorno osservando i vari quadri appesi, alcune erano fotografie, riconosceva Sascha in queste e poi un bambino più piccolo "Chi è quello nella foto?" Stefano scese le scale e raggiunse il corvino "Era mio fratello, ethan, ucciso dalla popolarità che lo riteneva nessuno" Sascha quando ebbe ricevuto quella notizia anni prima decise che lui per la gente sarebbe stato l'incontrario, il giusto, si era messo contro l'umanità infondo per codesta la scusa è: errare è umano, si, ma non quando sai che stai sbagliando e continui a farlo.

"Mi dispiace" Disse Stefano a bassa voce "Non dispiacerti" il corvino tornò come prima, la sua rabbia sparì quando abbracciò d'istinto il castano, aveva una sensazione strana che dava il solletico alla pancia "Sai mi fai un strano effetto" Disse Sascha in un sussurro, Stefano sorrise "Tu...non sei da meno" Il castano non si staccò neanche per dei secondi "Sii felice" sussurrò il corvino prima di baciargli la fronte.

"Dovresti tornare a casa" il Castano si era fermato a guardare un film insieme a Sascha a casa sua "Ok" Stefano per non arrecare disturbo si alzò e prese la sua giacca. Aveva paura. Paura anche a solo uscire di casa, al buio, soprattutto dopo l'horror che avevano appena visto.

"Puoi rimanere" Disse Sascha trattenendo il polso del castano, egli come suo solito non rispose ma sorrise, questo faceva capire la sua risposta, tornò a sedersi sul divano "Domani andiamo da Salvatore" Sascha già la sera prima progettava i giorni dopo e lui non voleva passare un giorno con il corvino ma molteplici di questi, ancora una volta in una scena violenta entrambi si girarono a guardarsi, gli occhi di Sascha brillavano all'incontro con quelli del castano, impazziva a quei colori strabilianti, era un marrone con delle leggere sfumature di verde che però erano evidenti e costantemente presenti.

"Stefano" Lo richiamò Sascha "Hai dei bellissimi occhi" Sussurrò senza smettere di guardarli, Stefano non rispose, si avvicinò a lui e appoggiò la sua testa nel petto del castano "Tutto bene?" chiese il corvino mentre giocava con i suoi capelli "Si Sascha è solo che anche tu hai dei bellissimi occhi" Sussurrò come un bambino il castano "Grazie" Sascha era leggermente arrossito e Stefano l'aveva notato "Grazie a te per tutto" Disse il castano mettendosi comodo, a Sascha non dispiaceva anzi finalmente si era sbloccato, con lui e con il mondo, Stefano l'aveva aiutato, gli aveva fatto capire che non esistevano solo persone cattive ma anche buone, esattamente come lui, solo che esse venivano trattate male, Sascha aveva paura, perchè non voleva che Stefano finisse come il fratello "Sta attento" gli sussurrò e diede un bacio veloce sulla guancia del castano che rimase imbambolato.

Il film finì, l'ultima parte non l'avevano neanche guardata, Sascha giocava allegramente con il ciuffo spettinato di Stefano e quest'ultimo pensava ancora al bacio precedentemente ricevuto "È arrivata mia madre" un giro di chiavi risuonò per la casa, Sascha si staccò e si sedette sulla poltrona, la madre era omofoba, anche se aveva sempre detto a Sascha di prendere la sua strada qualunque essa fosse ma lui la sua strada ancora non la conosceva "Buonasera ragazzi" Salutò cordialmente Stefano "Tutto bene?" Chiese riferita alle varie ferite "Liti per ragazze" disse semplicemente Stefano per giustificarsi, diede uno sguardo a Sascha che gli fece l'occhiolino sussurrando un "Bravo" che purtroppo Stefano non sentì.

"Ho ordinato la pizza, Sta arrivando" Urlò la madre, i due erano andati in camera di Sascha per avere un po' più di privacy, quando Sascha chiuse la porta e si girò per tornare dal castano lui era davanti ad egli, Sascha combatteva per resistere, per non avventarsi sulle sue labbra, non voleva essere rifiutato, non lo meritava. Sascha lo superò velocemente e si sedette sotto lo sguardo innocente di Stefano che invece andò in bagno e si accasciò sulla porta, era stanco ma anche lì sentiva di essere solo un peso, perfino per Sascha.

"Qualunque cosa tu pensi di essere non lo sei" Disse Sascha che si era lasciato andare fuori dalla porta, parlavano attraverso essa "Non so quante volte in vita mia ti dovrò ringraziare e sarò felice di farlo, grazie Sascha" Stefano aprì la porta e si catapultò sul corvino "Ti voglio bene"

sky || SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora