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Il corvino raggiunse la scrivania dov'erano depositati i soldi e ne prese una buona manciata pensando di includerne anche le varie paghette mancate "Sascha chi era quell'uomo?" Chiese il castano che era rimasto fuori, per rispetto "Mio padre" Sussurrò Sascha "E perchè ti tratta cosi?" Chiese ancora Stefano quando il corvino uscì dalla stanza "Scusa sto facendo troppe domande" Ritirò la sua precedente domanda osservando l'espressione svogliata che si era dipinta sul volto di Sascha a quella domanda "Non c'è niente di male nell'esser curiosi" Lo prese per mano e scesero le scale insieme "Mamma io vado a cercare lavoro" Urlò per avvisare la madre "Tornate per cena mi raccomando" Sicuramente quando il corvino sarebbe tornato avrebbe ricevuto quella frasetta tipica della madre.

"Passeremo prima dall'ospedale, avendo già avuto esperienza lì è possibile che mi prendano" cominciò a saltellare come un bambino, Stefano annuì semplicemente seguendolo, è quello che avrebbe sempre fatto.

Era un po' lontano cosi decisero di fermarsi per un gelato "Ste i tuoi genitori" Chiese Sascha appena furono seduti sugli sgabelli, il giorno prima non ne aveva avuto l'occasione cosi ne approfittò "i miei...genitori" Rispose inizialmente Stefano, anche solo ricordare gli faceva male, non erano presenti per lui ma per gli altri fratelli si, neanche loro probabilmente si ricordavano dell'esistenza di Stefano "Sono morti" Disse alla fine deciso, Sascha rimase sbalordito momentaneamente "Io...mi dispiace Ste" Sussurrò prendendo la mano del corvino, c'erano molte cose che si nascondevano a vicenda, forse perchè facevano male a vicenda, forse perché addolorova loro stessi o per il semplice fatto che non volevano svelare il loro passato ma ricominciare con un futuro più luminoso.

"Grazie" susurrò Sascha alla Signora posando il denaro sul tavolino "Non dovevi farlo" disse Stefano guardandolo male "Zitto" Sascha avrebbe preso il controllo per fargli vivere tutto ciò che fino a quel momento non aveva avuto: affetto " E non ci sono altri parenti?" Chiese improvvisamente Sascha mentre camminavano "I miei fratelli non sanno, anzi fanno finta di  non sapere della mia esistenza, i miei zii invece vivono all'estero e al compleanno mi mandano qualcosina, mia nonna..." Si fermò momentaneamente, Sascha aveva appena scoperto il suo tasto dolente e avrebbe potuto schiacciarlo più volte ma lui lo aveva salvato "Puoi fidarti" Sascha stava capendo cosa pensava, il castano annuì "Mia nonna era l'unica persona che si occupava di me, che mi voleva bene" Le lacrime cominciarono ad uscire dai suoi tetri occhi, la resistenza che aveva avuto svanì, se prima era coraggioso quanto bastava in quel momento era tornato bambino.

Il suo bambino.

sky || SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora