capitolo 20

125 11 0
                                    

Guardava in alto per calmare le acque nei suoi occhi.

Pensava ad un grande ritorno, avrebbe potuto presentarsi a casa sua e rimanerci finchè non arrivasse oppure sforzarsi di pensare dove fosse andato o aspettarlo.

Aspettare era una pessima idea, poteva dire che non aveva pensato a niente per farsi perdonare "niente" a caratteri cubitali.

Camminava con le mani fredde in tasca il viso bagnato sia dalle lacrime che dalla pioggia che lentamente si impossessava del suo viso.

Poggiò la testa sul cuscino, senza pensarci più, voleva riposare un po'  dalla sua stessa vita.

Mentre lui dormiva il più piccolo tirava calci ad ogni cosa, correva come un matto urlando "io ti odio, TI ODIO"

Per una volta senza vedersi potevano guardare uno dentro l'altro.

Sascha sapeva che Stefano non si conteneva e Stefano sapeva che Sascha non si sarebbe dato pace.

Dovevano aiutarsi a vicenda ma non facevano altro che allontanarsi.

"Perdona i miei errori, perdona il mio essere cosi me stesso"

Gettò il foglio fuori dalla finestra.

Non era arrabbiato, non era triste, era vuoto.

Giuseppe lo aspettava a casa alle 20.30 puntuali con il cibo preparato sui piatti, aspettò controllando l'orologio.

Il suo amico tornò verso le 4 del mattino con una bottiglia di vodka in mano e completamente ubriaco "ha trovato qualcun'altra, mi ha sostituito capisci?"disse prima di cadere sul corpo di Giuseppe che lo prese al volo "va tutto bene Stefano, tutto bene" sussurrò li diede un bacio sulla fronte, come un vero padre, lo consolò per minuti e poi lo aiutò a sdraiarsi.

"Sascha" sussurrò prima di addormentarsi.

Erano tutti e due sotto l'incantesimo di Cupido, aveva fatto un buon lavoro.

Sascha era uscito di casa la sera tardi ma non era più tornato.

Il giorno dopo aveva provato ad andare da Stefano ma fu rifiutato da Giuseppe che aprii la porta.

Aveva girato tutta la cittá durante la notte, si era distratto, l'aveva pensato, mai smesso di amarlo, finalmente si era confessato a se stesso ciò che realmente provava per Stefano ma era troppo tardi secondo Giuseppe per recuperare i rapporti.

"Siamo solo nomi su un pezzo di carta" c'era scritto di fianco al citofono di casa Lepri.

Era la sua filosofia "no Stefano fidati siamo umani" disse Sascha come se il castano potesse sentirlo.

sky || SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora