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"Forse è ora di andare" Sussurrò il castano abbassando timidamente lo sguardo "No" Rispose immediatamente "Emh" un verso uscì dalle labbra del corvino che cercava una scusa per far rimanere il castano "Devo portare in giro dei curriculum vieni con me?" Chiese sorridendo per l'idea geniale, il sorriso del corvino ipnotizzò Stefano che annuì.

Sascha si diresse verso le scale cominciando a salirle "Puoi venire...se vuoi" Disse al castano che gli sorrise di rimando iniziando a seguirlo, Stefano non era uno che parlava molto "Ste non te l'ho ma-" la madre di Sascha si introdusse nella camera di sorpresa "Uh sei ancora qui! Bene ho preparato la cena per 4" disse uscendo subito dopo, Sascha fece spallucce mentre Stefano rimaneva fissato su quel '4' chi era l'altro personaggio? Probabilmente il padre si rispose da solo ma pur avendo sempre un dubbio.

Il corvino si mise al computer e stampò 15 copie giuste "Così poche?" disse con tono ovvio il più piccolo "È il mio numero preferito" Rispose allegro Sascha "Cosa sono quelli?" Una figura alta maschile entrò in camera strappando in malo modo i fogli di mano a Sascha "curriculum mi pigli per il culo?" Gli urlò tale persone con fare volgare " Voglio trovarmi un lavoro" Sascha lo conosceva ma tentava lo stesso "Vedi di non farmi incazzare e di trovare il numero dell'università" Disse strappandoli apposta, foglio per foglio, davanti agli occhi di Sascha "Perchè lo fa?" Chiese educatamente Stefano ricevendo un'occhiataccia dal corvino "E questo chi è? Uno dei tuoi soliti amichetti mocciosi?" Chiese indicando il castano "È un mio amico e non è un moccioso, devi smetterla di parlare così di ogni persona che ti capiti davanti!" Rispose Sascha a tono "Ma guardalo, è cosi debole, inutile, ti potrebbe solo distruggere" Disse guardando Stefano, era stufo di essere trattato cosi "Sa a me lei cosa sembra? Una grossa palla che gira in senso antiorario" Sascha si trattenne dal ridere, effettivamente era parecchio grasso "E non credo che lei debba decidere cosa Sascha debba fare della sua vita, quindi quella è la porta" Disse Stefano, per una volta si sentiva tutto tranne che inutile, aveva risposto  e aveva pure fatto centro, l'uomo guardò Sascha che con lo sguardo lo invitava ad uscire "Questa me la paghi Burci" Sussurrò prima di uscire, poco dopo si sentì la porta sbattere violentemente "Ti ringrazio" disse Sascha al castano stringendogli la mano "Ora vado a fottergli i soldi per l'inchiostro" disse con un sorriso smagliante, era sempre quel sorriso però a Stefano pareva sempre, diverso, forse infinito come se non se ne sarebbe mai stancato.

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