capitolo 24

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Stefano ormai non sapeva cosa dire o fare, era rimasto una notte intera dopo che la dottoressa gli aveva chiaramente urlato in faccio un "non puoi entrare deficente" a mangiarsi le unghie, tirare il pugno al muro senza versare lacrima o chiudere occhio.Ora era lì, con la testa fra le mani e immaginando per la centesima volta che uno dei mille dottori esca da lì e gli dica che sta bene  e che potrá essere dimesso domani.Il ragazzo sogna ad occhi aperti perchè fino a quel momento nessuno era arrivato.Si diresse verso il bagno per pulirsi le nocche e vide anche il suo viso, si toccó con delicatezza il contorno dei suoi occhi, aveva delle borse orribili, il suo solito ciuffo spettinato più del dovuto e poi le nocche, dipinte di rosso e con qualche taglietto qui e lá.Si decise a pulirle velocemente avendo sporcato anche il muro a cui aveva tirato gli innumerevoli pugni.Stefano non era mai stato cosi ma il corvino lo rendeva cosi forte e orgoglioso di se stesso, e non voleva mollare ora che stava cominciando ad andare tutto bene.Si mise a pulire per passare il tempo.Controllò l'orologio accorgendosi che fosse davvero tardi rispetto a ciò che si aspettava, erano le 11.34.Il suo "ragazzo" era ancora lì dentro sofferente, lottando fra la vita e la morte."ragazzo!" Una dottoressa probabilmente poco più vecchia di lui lo chiamó e gli scosse il capo "è ancora in condizioni critiche é non potrá essere svegliato per le prossime 24h peró può entrare" disse l'infermiera mettendo una mano sulla spalla del castano "andrá tutto bene" sussurró prima di andarsene.Stefano sospiro e poi sorrise, almeno è vivo.Corse alla stanza ma si bloccó all'entrata, quella vista gli annebbiava gli occhi.non era niente di che, il solito, eppure a Stefano qualcosa mancava.Il corvino era sdraiato, ad occhi chiusi ed aveva una mascherina per respirare.Con molta cautela prese una sedia e si avvicino a lui prendendogli la mano, rimase lì diversi istanti a guardarlo "avrei dovuto essere io lì al posto tuo..."cominció a parlare in modo un po' impacciato "tu saresti fuori da questa merda e mi sento in colpa...infondo io potevo proteggerti" strinse la sua mano e improvvisamente il macchinario smise di fare il solito bip.Stefano alzò lo sguardo verso di esso, l'ansia lo assaliva e il respiro aumentava, i suoi occhi si dilitarono velocemente prima di volare via dalla stanza e chiamare una stanza "ha..smesso...smesso di suonare"balbettò segnalando la stanza, il dottore rimase shoccato e si mise a correre "rianimamento d'urgenza" altri dottori arrivano e prendono vari macchinari.Stefano non voleva piangere, in fondo era inutile ma piangere era una difesa umana.Nel giro di pochi secondi lo spinsero fuori dalla stanza e lui si accasció a terra davanti alla porta aggrappando a quel corpo la sua ultima speranza.

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