"Dovrai semplicemente rimanere qui per un paio di giorni" Un'altra puntura, il dolore sembrava perseguitarlo "Ci rimarrei per sempre"sussurrò il moro appoggiando la testa al cuscino. Sascha uscì dalla camera, ormai non aveva più niente da fare lì dentro, l'aveva medicato e li aveva dato tutto l'occorrente che li poteva dare, faceva fatica a vederlo così. infondo era giovane e anche se non sapeva il perché non voleva che il castano soffrisse. "Burci" il dottor De Rossi lo chiamò. Era lì solo per fare uno stage, gli mancava l'ultimo anno di scuola e sarebbe dovuto andare all'università "Puoi andare... per oggi" Per una volta Sascha non fu contento di sentire quelle parole "È sicuro che" Si bloccò momentaneamente e si guardò le scarpe "Non abbia bisogno di me?" Sperava in una sua risposta positiva ma anche lui, come Stefano non era molto fortunato. Il dottore annui e Sascha guardandolo con disprezzo per l'ennesima volta uscì dall'ospedale.
Stefano lo guardava con le mani appoggiate alle barre del balcone, era il primo piano per ciò era facile scrutare tutto, non ci vedeva molto bene, non aveva gli occhiali. I dottori avevano preferito lasciarlo senza 'Per verificare delle cose' Per questo Stefano in quel momento li stava odiando.
Sascha lo vide mentre saliva sulla macchina che generosamente i suoi genitori li avevano prestato. Alzo la mano la scosse salutando il moro che rispose con lo stesso gesto; Sorrise e accese la macchina accelerando per le strade di Milano. Sicuramente i suoi genitori lo stavano aspettando per una delle solite cene con i vicini, bisognava essere eleganti e civili, la sua famiglia era molto educata, si fermò ad un semaforo, si stava torturando il cervello;chi avrebbe potuto fare cosi male ad un ragazzo indifeso?
"Avete sentito? Lepri è in ospedale" Un ragazzo sui vent'anni aveva parlato. Lepri quel cognome li sembrava cosi familiare, i ragazzi dietro di lui si misero a ridere "Forse abbiamo esagerato" Sussurrò uno di loro rimasto indietro. Forse quello più piccolo "Fargli del male ti rende onore?" Si avvicinò al più grande "Perché a me l'unica cosa che fai è schifo" Gli battè la mano sul petto e poi se ne andò correndo, aveva avuto coraggio, quello che mai Stefano aveva avuto. Sascha distingueva bene la figura del moro ma il suo cognome lo aveva letto solo nella sua cartella clinica e purtroppo non lo ricordava. Si girò verso la strada mentre percepiva ancora la situazione dei ragazzi, il semaforo diventò verde e Sascha andò a casa, il più veloce possibile, qualcosa lo stava frustando e lui lo voleva scoprire. Stefano cercava di mangiare quella minestra che lui disprezzava,aveva un sapore decisamente orribile ma non poteva fare altro se non accettarla a casa sua non avrebbe trovato di meglio.
"Lepri" Un infermiere aprì la porta della sua camera, guardò un foglio e pronunciò il suo cognome. Se c'era una cosa della quale Stefano non si vergognava era proprio il suo cognome; lo adorava "Venga pure con me" L'infermiere con un gesto lo invitò ad uscite fuori. Stefano abbandonò il cucchiaio sul piatto pronunciando delle parole "Non mi mancherai" Disse guardando la minestra. Successivamente camminò fino alla porta.
L'infermiere lo portò in una camera Stefano aveva capito subito a cosa serviva: per la vista oculistica.
Il dottore gli indicava alcuni comandi che lui faceva, e alla fine gli calcolò una nuova gradatura per gli occhiali, che sfortunatamente non poteva permettersi.
L'unica cosa che desiderava in quel momento e che ci fosse quel ragazzo che nel suo tempo con lui l'aveva fatto sorridere come da tempo non faceva.
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sky || Saschefano
Fanfic"per toccare il cielo con un dito ho bisogno di te,perciò alzati e accompagnami nella mia strana avventura,ho bisogno di un normale compagno" sorridendo a testa alta,perché nonostate fossi disprezzato era tutto ció che mi rimaneva da fare.