11 - break my heart

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Il venerdì era arrivato e ciò significava solo una cosa: la prima partita di lacrosse della stagione.

Giravo per la camera alla ricerca di qualsiasi cosa avessi potuto dimenticare. La racchetta c'era, la maglia c'era, le protezioni c'erano, il casco c'era.

Mancava qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa.

Mi lasciai sfuggire un lamento, ripassando in mente la lista dell'attrezzatura di lacrosse.

"Credo tu stia cercando queste." Alec entrò nella mia stanza, porgendomi le mie scarpe.

"Ecco cosa mancava!" esclamai, prendendole e infilandole nel borsone. "Grazie, se le avessi dimenticate sarei stato fregato."

"Figurati." disse, ridacchiando. "Nolan mi ha detto che spesso le dimentichi, così appena le ho viste in lavanderia le ho prese."

Risi anche io, infilandomi un paio di scarpe e una felpa.

Io e Alec scendemmo. Mia madre e il mio patrigno erano in soggiorno, pronti per andare alla partita. Come di consueto avevano preso un giorno libero da lavoro per venire a vedermi. Non si erano mai persi la mia prima partita, anche se per il resto della stagione era difficile che fossero presenti. Dopotutto era grazie al loro lavoro e ai loro stipendi che potevamo permetterci una casa e di che vivere.

"Siete pronti ragazzi?" chiese mio padre, alzandosi dal divano con mia madre al seguito.

Annuii energicamente. Ci avrebbero portati loro, così uscimmo di casa e salimmo sulla loro auto, io e Alec sui sedili posteriori.

"Sei carico?" mi chiese mia madre.

Sorrisi. "Certo! Non ho smesso di allenarmi neanche per un secondo da quando è finita la scuola, quindi mi sento in forma e super carico."

Il lacrosse era una delle cose che mi tenevano con i piedi per terra. Ero sempre stato bravo, anche quando non avevo i poteri che il diventare un lupo mannaro aveva portato. Riuscivo a liberare la mente, a concentrarmi solo sul giocare bene e ad essere d'aiuto alla mia squadra.

Quando giocavo a lacrosse mi sembrava che tutti i problemi, gli eventi soprannaturali, la mia rabbia sparissero.

Controllai l'ora. Eravamo in perfetto orario, persino un po' in anticipo.

Quando arrivammo scesi dall'auto e aspettai Alec, che mi avrebbe accompagnato agli spogliatoi.

Era bello averlo affianco. Lentamente stava diventando come un fratello, un fratello che non avevo mai avuto e che in un certo senso avevo sempre desiderato. Anche i miei genitori si erano affezionati a lui e lo trattavano come un figlio, soprattutto da quando avevano scoperto che i suoi genitori erano stati uccisi mentre cercavano di proteggerlo e nasconderlo da Monroe.

Alec non aveva più la sua famiglia naturale, ma ne aveva trovata una nuova nella mia.

Salutai i miei e noi due ci incamminammo verso gli spogliatoi, io con il borsone sulla spalla.

Fu strano vedere la squadra della mia vecchia scuola senza Brett. Era la prima partita dalla sua morte e sentivo dolorosamente la sua mancanza, ma decisi di rimanere forte. Non potevo riportare lui e Lori indietro, quindi avrei giocato come se lui fosse ancora in squadra e lei a fare il tifo sugli spalti.

Avevo anche chiesto al coach se fosse possibile dedicare loro la partita e lui aveva accettato.

"Mi raccomando, gioca come sai fare e spacca loro il culo." mi disse Alec una volta arrivati davanti agli spogliatoi.

"Grazie per il sostegno, e puoi contarci."

Entrai e vidi alcuni dei miei compagni già pronti, ma non vedevo Corey e Nolan. Probabilmente stavano arrivando, dopotutto ero in anticipo.

hold on ❁ thiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora