Un urlo mi svegliò, facendomi scattare in piedi. Riconobbi immediatamente di chi si trattava: mia madre.
Uscii dalla mia camera e corsi giù dalle scale ad una velocità che non avrei potuto raggiungere da umano e, quando giunsi in soggiorno, mi pietrificai.
Sul pavimento c'era un cadavere, o meglio ciò che ne restava.
I miei genitori erano vicino al corpo, mia madre piangeva.
"Mamma!" dissi, attirando la sua attenzione.
Appena mi vide mi corse incontro, abbracciandomi stretto e singhiozzando. "Oh mio dio, sei vivo!" pianse, io la strinsi a mia volta.
"Sto bene, va tutto bene." ripetei per rassicurarla. Il mio patrigno ci raggiunse e mi abbracciò a sua volta, stringendoci entrambi.
Sentii dei passi avvicinarsi e poi fermarsi all'improvviso. Mi staccai dall'abbraccio dei miei, vedendo Theo sulla soglia del soggiorno.
"Io- credo di dover andare." disse, facendo per voltarsi. "Vado a prendere le mie cose."
Prima che potesse fare anche un solo passo lo bloccai, prendendogli la mano.
"Non andartene." sussurrai, incrociando il suo sguardo.
Il suo cuore fece un balzo quando parlai, ma finsi di non accorgermene. Lui sospirò, annuendo. "Okay."
Tornai da mia madre e sentii mio padre parlare al telefono con la stazione di polizia. Lei si asciugò le lacrime e guardò Theo, sorridendogli. "Ciao tesoro! Come mai qui?"
Io sbuffai. "Aveva paura che mi succedesse qualcosa e ha insistito per rimanere."
Mia madre annuì. "Be', se non lo avesse fatto adesso potresti esserci tu sul pavimento del salotto..." sussurrò, ma ovviamente sia io che Theo riuscimmo a sentirla. "Andiamo in cucina, dobbiamo aspettare l'arrivo dello sceriffo." disse poi più forte.
Guardai l'orologio appeso alla parete della cucina. Erano le 6:15, il che significava che mancavano quasi due ore all'inizio delle lezioni.
Mi sedetti al tavolo e Theo si mise accanto a me.
C'era silenzio. I miei genitori erano troppo scioccati per parlare, io e Theo eravamo ancora troppo assonnati. Decisi di preparare del caffè, giusto per svegliarmi un po', e ne passai una tazzina anche alla chimera.
Mi sedetti nuovamente accanto a lui, sorseggiando la bevanda calda, poi finalmente il campanello suonò.
Mia madre scattò all'entrata, aprendo la porta e facendo entrare lo sceriffo e alcuni poliziotti.
"Buongiorno, signora Geyer." salutò Stilinski. "Salve dottore."
"Venga sceriffo, è in soggiorno." Mio padre guidò Stilinski, mostrandogli il corpo. Io e Theo ci alzammo dal tavolo e li raggiungemmo.
"Avete visto o sentito qualcosa?" chiese lo sceriffo.
"Noi avevamo il turno di notte, abbiamo finito alle sei e siamo tornati a casa, trovandolo lì." spiegò mia madre, ora si era tranquillizzata. "In casa c'erano solo Liam e Theo."
Fu allora che lo sceriffo notò la nostra presenza. Dallo sguardo che lanciò a Theo capii che non si fidava ancora di lui, nonostante ci avesse aiutato contro i Cavalieri Fantasma e contro Monroe.
"Voi non avete visto né sentito niente?"
Scossi la testa, ed era la verità. "No, non ci siamo accorti di nulla, siamo stati svegliati dall'urlo di mia madre." risposi.
"Com'è possibile che un lupo mannaro e una chimera non abbiano sentito nessun rumore?"
"Sceriffo, venga a vedere." un agente porse un pezzo di carta a Stilinski. Era insanguinato, ma ancora leggibile.
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hold on ❁ thiam
FanfictionLiam era rimasto solo. Scott, Stiles, Lydia e Malia erano partiti per il college, lasciandolo a Beacon Hills. Il giovane beta avrebbe dovuto imparare a cavarsela senza il suo branco. Tra sentimenti forti, vicende soprannaturali e vecchi incontri, un...