31 - christmas

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Aprii la porta del bagno e Theo si voltò verso di me, lo spazzolino ancora in bocca.

"Oggi andiamo per negozi, così compriamo i regali di Natale per tutti!" gli dissi.

Lui roteò gli occhi e tornò a lavarsi i denti. Aspettai che finisse, appoggiato al muro del bagno.

"Ti ricordo che sono ateo, non festeggio il Natale." mi disse, passandomi davanti per tornare in camera.

"Non importa!" Mi sedetti sul letto, osservandolo mentre cercava qualcosa da indossare nell'armadio. "Nessuno ti vieta di fare e ricevere regali nonostante tu non creda. è un modo per mostrare agli altri che pensi a loro."

"Si chiama consumismo."

Sospirai, alzandomi e abbracciandolo da dietro. Appoggiai il viso contro la sua schiena, con la guancia premuta contro i suoi muscoli. "Per favore, così facciamo qualcosa di diverso dalle solite serate passate a guardare film."

Lo sentii sospirare, il suo corpo che si muoveva piano contro il mio.

Si voltò e lo lasciai andare, guardandolo speranzoso.

"Va bene, ma solo perché non riesco a resisterti quando usi quella voce e mi guardi così." acconsentì.

"Grazie!" Gli diedi un bacio veloce sulle labbra, poi mi allontanai. "Cucino qualcosa per pranzo e poi andiamo."

Lo sentii sbuffare e non riuscii a trattenere un sorriso.

Stava andando tutto bene a Beacon Hills.

Dei cacciatori nessuna notizia, non c'erano stati altri attacchi. Scott, Malia, Stiles e Lydia erano in città e, nonostante li avessi visti solo due volte da quando erano tornati, saperli vicini mi confortava molto; stavano passando qualche giorno con le loro famiglie, com'era giusto che fosse, quindi non volevo disturbarli troppo.

Tra me e Theo, invece, le cose andavano anche meglio di tutto ciò messo insieme. Ci vedevamo tutti i giorni, anche solo per un paio d'ore, ed eravamo sempre più innamorati. Se io non ero a casa sua lui era da me, e ormai i miei genitori lo avevano accolto completamente in famiglia.

Mi avevano persino detto di invitarlo per il pranzo di Natale, poiché sapevano che non aveva più una famiglia e non avrebbero mai lasciato che il mio ragazzo rimanesse solo durante un giorno che avrebbe dovuto essere pieno d'amore.

Con questi pensieri in testa presi una pentola e la riempii con l'acqua, poi la misi sul fornello per farla bollire. Avrei cucinato un semplice piatto di pasta, Theo non aveva molto altro in casa.

Sentii il mio ragazzo entrare in cucina e mi raggiunse, abbracciandomi da dietro. "Potrei abituarmi."

"A cosa?" gli chiesi, cercando il sale nel ripiano.

"A te che cucini, che mi trascini in giro per la città per comprare dei regali, a noi che condividiamo una casa."

Mi bloccai con la confezione del sale a mezz'aria. Ci avevo pensato anche io, e sapere che anche Theo lo aveva fatto mi rendeva estremamente felice.

Appoggiai il sale sul ripiano della cucina e mi voltai verso di lui, il suo corpo che mi teneva bloccato.

"Cosa intendi?" gli chiesi, fingendomi confuso.

"Intendo dire che mi piacerebbe vivere con te."

Il mio cuore saltò un battito.

Theo sospirò, prendendomi la mano. "So che stiamo insieme solo da poco più di un mese, che potrebbe sembrare affrettato..."

Il mio cuore ora batteva all'impazzata e mi mancava il respiro. Stava davvero per chiedermi quello che pensavo?

"...e che tu hai solo diciassette anni, ma questo appartamento mi sembra sempre vuoto e triste quando non ci sei tu a riempirlo." Si passò la mano libera tra i capelli, visibilmente a disagio.

hold on ❁ thiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora