Prologo

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Anno 2940 Terza Era, Terra di Mezzo.

"Mio signore Arathorn! Mio signore gli orchi ci attaccano da nord, sono un centinaio almeno, siamo accerchiati non so per quanto riusciremo a resistere!"

"Baeron dove sono i miei figli?!"

"L'ultima volta che li ho visti erano ai giardini mio signore, ma quella zona è stata presa dagli orchi ormai!"

La paura si impossessò subito del Re, non poteva perderli, i suoi figli, i suoi eredi, gli ultimi della sua stirpe. Sapeva che non avrebbero vinto quella battaglia, quelli erano orchi di Gundabad, addestrati a combattere, e loro erano inferiori di numero: non li avrebbero mai sconfitti. Ma i suoi figli dovevano vivere, dovevano fuggire a tutti i costi.

"Padre!"

Sentì urlare il Re, in mezzo ai rumori della battaglia.

"Padre sono qui!"

Ancora quella voce. Arathorn sapeva bene a chi apparteneva, era la voce di suo figlio, Aragorn, che lo stava chiamando. Iniziò a spostarsi verso il ragazzo, menando fendenti e uccidendo più orchi possibili, nel tentativo di tenerlo al sicuro. Un bambino di 9 anni, non abituato agli orrori della battaglia, che lo chiamava da un'altura nel mezzo della città distrutta.
Gli arrivò vicino e lo portò in una rientranza nelle mura, ormai cadute, per parlargli.

"Aragorn devi fuggire..."

"Ma Padre!"

"No, niente ma, adesso ascoltami! Prendi tua sorella e dirigiti a sud, segui le Montagne Nebbiose fino a Gran Burrone. Re Elrond si prenderà cura di voi."

"Padre io non ti lascio! Non adesso! Posso combattere, me lo hai insegnato tu!"

"No Aragorn non c'è nessuna speranza per voi se rimanete qui, non puoi combattere, non oggi, arriverà un giorno in cui mostrerai la tua forza ed il tuo coraggio mutando le sorti della storia ma non sarà oggi."

Disse Arathorn a suo figlio, poggiandogli una mano sulla spalla.

"Prendi questo, è l'Anello di Barahir, tutti i grandi re di Gondor lo hanno portato, ed il tuo turno arriverà prima di quanto immagini, figlio mio. Ora va, prendi Arya ed andate a sud!"

"Padre..."

Provò di nuovo a replicare il bambino, stringendo la mano del padre ancora appoggiata alla sua spalla. Ma fu inutile, Arathorn non voleva sentire ragioni, doveva mandare via di lì i suoi figli e non aveva più tempo.

"Andate a sud! Portate con voi le uova, bruciatele! Loro non devono averle! Addio Aragorn."

"Addio Padre."

Detto ciò Aragorn corse il più velocemente possibile verso la reggia, senza mai fermarsi, schivando i fendenti degli orchi e cercando di passare inosservato. Poi la vide, sua sorella gemella, Arya, circondata da quattro orrendi orchi pronti a farla a pezzi. Si fecce coraggio, prese la spada ed iniziò ad affrontarli. Non aveva paura, non in quel momento, in quel momento provava solo molta rabbia. Rabbia poiché doveva abbandonare suo padre, sua madre, i suoi amici, la sua casa. Rabbia nel vedere le fiamme divampare nella sua città, che ormai stava cadendo a pezzi, distrutta. Rabbia perché la sua infanzia gli stava venendo strappata via e lui non poteva fare nulla a proposito. Tutto per colpa di un orco che nè lui, nè sua sorella, si sarebbero mai dimenticati: Azog il profanatore. Con questi pensieri Aragorn uccise i suoi nemici, prese Arya per mano ed insieme corsero verso la reggia. Il più in fretta possibile raccolsero qualche provvista, recuperarono delle armi e le tre uova di drago, gelosamente custodite in uno scrigno nella camera di loro padre. Si diressero poi alle scuderie, dove montarono sui due cavalli più veloci di tutto il nord, Elendil e Andoras. Erano piccoli è vero, ma erano già dei cavalieri esperti. Non fu così difficile lasciare la città, non praticamente almeno. Moralmente, non la lasciarono mai.

Dopo un lungo viaggio, occupato per la maggior parte del tempo dalla tristezza, dalla malinconia e dalla paura per il proprio destino, i due bambini giunsero nella valle di Imladris, l'ultima casa accogliente a est del mare. Re Elrond li attendeva, sapeva del loro arrivo: lo aveva previsto. Aragorn e Arya, stremati dal viaggio, ricevettero una calda accoglienza a Gran Burrone: ebbero finalmente un letto su cui dormire, un pasto caldo e la sicurezza che nulla sarebbe successo loro, finché fossero rimasti lì. Elrond era un re buono e giusto, si prese cura dei due bambini mantenendo la promessa fatta a Gilraen* molto tempo prima.

Arya e Aragorn crebbero in fretta, la loro infanzia fu rubata dagli orchi, ma a Gran Burrone trovarono comunque la spensieratezza e la felicità che ogni ragazzo avrebbe dovuto avere. I due fratelli impararono presto a combattere e diventarono degli ottimi guerrieri, capaci di maneggiare sia arco che spada. Appresero tutto ciò che c'era da sapere sulla Terra di Mezzo, la sua storia, la sua geografia, i suoi abitanti, ciascun popolo con la sua lingua e la sua cultura. Studiarono la medicina e l'erbologia, e alcuni tra i più semplici incantesimi di magia. I ragazzi divennero, inoltre, presto consapevoli del loro nome e di cosa comportasse essere gli eredi di Isildur, anche se re Elrond consigliò loro di tenere nascosta la loro identità, per sicurezza.

All'età di 20 anni Aragorn decise di partire per il nord, con l'intento di raggiungere i Dúnadain, e di trovare delle informazioni sul padre. Separarsi dal fratello fu molto doloroso per Arya, ma sapeva di doverlo fare, era il suo dovere, il suo popolo aveva bisogno di lui, aveva bisogno di una guida.
La notte prima di partire, Aragorn lasciò ad Arya l'Anello di Barahir, da sempre appartenuto alla dinastia di Isildur, in custodia. Arya fu riluttante ad accettarlo: non spettava a lei avere quel cimelio, lo aveva sempre tenuto Aragorn, fin da quando suo padre glielo aveva affidato prima di dirgli addio molti anni addietro, ma almeno avrebbe avuto qualcosa di più dei soli ricordi a cui aggrapparsi, nelle notti in cui si fosse sentita sola. Così alla fine lo prese e vi fece passare all'interno una catenina d'argento che agganciò dietro al collo e non tolse mai più.
Dopo la partenza di Aragorn però, rimaneva ancora una questione da affrontare, questione che avrebbe cambiato per sempre la vita della ragazza. Le uova di drago.

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*Gilraen: madre di Aragorn e Arya

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𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
Ciao a tutti ragazzi, spero che questo primo capitolo vi piaccia. Sono nuova su wattpad e questa è la mia prima storia, per cui sono aperta a critiche e commenti.
Ho dovuto modificare un po' le date altrimenti non ci stavo dentro con i tempi, ad esempio la data dell'incontro tra Thorin e Bilbo che nella versione originale era nel 2941 della Terza Era, in questa fan fiction è spostata un po' più avanti nel tempo visto che altrimenti Arya non avrebbe potuto partecipare alla spedizione.
Mi auguro di riuscire a pubblicare presto.
Alla prossima, un bacio
Ely💗

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora