CAPITOLO 13

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Barili fuori controllo

Una volta superata la cascata, la compagnia iniziò ad avanzare velocemente grazie alla corrente del fiume.
Fili strinse Arya a sè, una mano dietro la schiena ed una dietro la nuca, nel tentativo di ripararla il più possibile dagli urti provocati dallo scontrarsi dei barili con le onde. Lei lo lasciò fare, appoggiando la testa sul suo petto.
Presto il fiume li condusse ai cancelli che ne controllavano il corso, ma gli elfi li avevano battuti sul tempo e, al loro arrivo, le grate erano già state chiuse.

"No!"

Esclamò Thorin con rammarico, cominciando subito a pensare ad un altro modo per fuggire, ma la sua attenzione fu attirata da un fischio improvviso. Una freccia nera trapassò la spalla di uno degli elfi di guardia alla muraglia: gli orchi erano arrivati. La sentinella precipitò dal bastione mentre un intero branco iniziava ad oltrepassare il confine.

"Attenti! Ci sono gli orchi!"

Gridò allora Bofur ai suoi compagni, quando le bestie iniziarono a lanciarsi ferocemente su di loro. Uno di quei mostri si scagliò su Nori cercando di ucciderlo, ma Bilbo, ancora attaccato al fianco del suo barile, lo trafisse con la sua spada; un altro orco tentò di avvicinarsi a Dwalin, il quale lo fece cadere in acqua con una gomitata. Una bestia alzò la sua lama contro Fili che, prontamente, gli bloccò l'avambraccio, mentre Arya, ormai libera dalla presa dell'amato, recuperava un secondo coltello dalla cinta dell'orco per poi conficcarglielo nel petto. Alle loro spalle, Kili aveva individuato la leva che apriva le grate, così saltò fuori dal barile ed iniziò a salire sul bastione. Presto però, si ritrovò circondato dagli orchi. Arya, vedendo l'amico in difficoltà, lanciò il coltello, di cui si era servita poco prima, contro una bestia che minacciava Kili alle spalle, colpendola. Scampato il pericolo, il giovane nano riuscì ad avanzare verso la leva ma, prima che potesse raggiungerla, una freccia nera gli trapassò la gamba.

"Kili!"

Urlò Fili allarmato. Kili cercò di abbassare la leva ma, a causa del dolore, si accasciò a terra senza forze, ignaro dell'orco che stava arrivando dietro di lui. Un'altra freccia venne scoccata in quel momento, ma non una freccia morgul, questa era di fattura elfica, e trafisse la bestia in pieno petto. Arya girò lo sguardo e riconobbe la guardia che aveva salvato Kili dai ragni pochi giorni prima. L'elfa combatteva con destrezza contro gli orchi sulla riva del fiume; al suo fianco arrivò presto Legolas insieme ad almeno una dozzina di guerrieri. Alla vista dell'elfa Kili ritrovò le forze e riuscì a tirare la leva. Le grate si aprirono, permettendo così alla compagnia di proseguire la sua corsa lungo il fiume. Il giovane nano si lasciò quindi ricadere nel barile e, nel farlo, spezzò la freccia che era ancora conficcata all'altezza del suo ginocchio. Kili sussultò per il dolore, attirando su di sé lo sguardo preoccupato del fratello e di Arya.
Superato il bastione i quindici compagni finirono in un'altra cascata, dopo la quale, il corso del fiume divenne ancora più impetuoso. Non appena gli orchi si resero conto della fuga dei nani partirono all'inseguimento, correndo lungo la riva e scagliando ripetutamente frecce contro le botti. La compagnia si ritrovava quindi a doversi difendere dagli attacchi di un orda di orchi e, allo stesso tempo, a tentare di rimanere in equilibrio all'interno dei barili per evitare di rovesciarli.
Ad un tratto, un orco si scagliò su Thorin, ma lui lo colpì con la spada, gettandolo in acqua. Poco dopo un'altra bestia, che si trovava sopra un tronco sospeso sopra il fiume, si preparava a gettarsi su Balin, così Thorin lanciò la spada infilzandolo al tronco e, superandolo, lo privò della sua arma. La tirò a Dwalin che, a sua volta, la passò a Nori e lui a Fili.

"A destra!"

Lo avvertì Arya. Il nano si voltò ed usò la lama per trafiggere l'addome di un orco che stava per avventarsi su di loro dalla riva.
Nel frattempo, alcuni elfi, guidati da Legolas e dalla guardia, si erano dati all'inseguimento delle bestie, aiutando così i nani, che continuavano la loro corsa trascinati violentemente dalla corrente.
Ad un certo punto, la compagnia arrivò in prossimità di un altro tronco che collegava le due sponde del fiume, sopra il quale la attendeva con impazienza un gruppo di orchi.

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora