CAPITOLO 24

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Un tradimento inaspettato

Fili osservava incantato la bellissima donna che dormiva serena tra le sue braccia, meraviglia e amore brillavano nei suoi occhi, mentre giocava con alcune sue ciocche castane, arrotolandole tra le dita. L'amava, oh se l'amava! Ogni fibra del suo essere, ogni battito del suo cuore, ogni suo pensiero, ogni suo sogno, erano per lei. La gemma più preziosa di Erebor, l'arkengemma stessa, se comparata ad Arya, non valeva nulla.
Il corso di quei pensieri fu interrotto dallo spalancarsi improvviso della porta. Il nano sobbalzò lievemente, ma si rilassò nel vedere Kili sulla soglia.

"Buongiorno! L'hai proprio stancata eh, fratello?"

Scherzò il giovane, procurandosi un'occhiataccia.

"Non sai proprio cosa significa "bussare" vero?! Non sono affari tuoi, piccola canaglia!"

Replicò Fili a tono.

"Sì beh, così mi hai risposto comunque, Fi!"

"Kili, se non la smetti di urlare ora ti arriva un cuscino in faccia!"

Si lamentò Arya, con la voce ancora impastata dal sonno, attirando su di sé l'attenzione dei due nani che scoppiarono a ridere.

"Buongiorno."

Le sussurrò Fili, abbassando il viso per avvicinarlo al suo.

"Buongiorno."

Mormorò lei di rimando, alzando la testa e lasciandogli un dolce bacio sulle labbra.

"Siete davvero teneri e mi dispiace interrompere il momento, ma Thorin ci vuole tutti all'entrata: l'esercito degli elfi è qui."

Asserì Kili, con un filo di preoccupazione nella voce.
I due amanti gli lanciarono degli sguardi inquieti ed annuirono, prima di vederlo voltar loro le spalle, pronto ad uscire.

"Ah! Quasi dimenticavo! Ho fatto un salto in armeria prima, dai un occhio a queste, Arya."

Aggiunse il nano, appoggiando una sacca vicino alla porta, prima di lasciarli soli a prepararsi.
Arya sorrise, per poi separarsi a mala voglia dall'amato, sgusciare fuori dalle coperte e rivestirsi.
Fili imitò i suoi gesti, sospirando malinconico, poi si avvicinò alla borsa che aveva portato il fratello per curiosare.

"Guarda un po' cos'ha trovato quella peste! Questi sono perfetti per te!"

Esclamò, porgendo alla donna due pugnali gemelli, di lunghezza media ed abbastanza sottili.

"Beh, sono certamente migliori delle due lame che ho preso a Pontelagolungo."

Concordò lei, prendendoli e sistemandoli nei foderi dietro la schiena.
Nella borsa i due giovani trovarono anche una spada più lunga e spessa, con il manico inciso da rune ed una gemma bianca incastonata in cima. Era stupenda e di un'ottima fattura. Arya la agganciò subito alla cintura. Poi i suoi occhi si posarono su un bellissimo arco in legno di tasso, con i bordi decorati, inserito, insieme ad almeno una ventina di frecce, in una semplice faretra di cuoio. Arya fermò anch'essa dietro la schiena, con i pugnali. Era pronta.
Quando anche Fili, con l'aiuto della donna, fu vestito della sua armatura, i due si avviarono verso il bastione, dove era già radunata la compagnia al completo.

"Ah! Era ora! Si può sapere dove eravate finiti voi due?!"

Scherzò Bofur vedendoli arrivare.
Fili si limitò a sorridere ed a posizionarsi al fianco di Thorin, dal lato opposto rispetto al fratello. Arya lo seguì, rimanendo qualche passo più indietro, vicina a Balin.
Ai piedi della montagna, alla testa di un esercito di uomini ed elfi, vi erano Bard, in groppa al suo bianco destriero, e Thranduil, al suo fianco, sul dorso di un alce.
Thorin prese in mano l'arco e scoccò una freccia ai piedi del Signore degli elfi.

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora