CAPITOLO 2

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Un Incontro Inaspettato

Anno 2954 della Terza Era, Terra di Mezzo

Era un caldo pomeriggio d'estate, un filo di vento scompigliava i lunghi capelli castani di Arya, la quale girovagava per i territori più meridionali del Rhudaur in groppa al suo fidato destriero Andoras. Si era offerta di pattugliare i confini per allontanarsi dalla monotonia del palazzo di Re Elrond. Non che si trovasse male lì, tutt'altro, era grata al Signore di Gran Burrone per aver salvato lei e suo fratello da un terribile destino, non riusciva nemmeno ad immaginare cosa sarebbe successo se non fossero giunti nella Valle di Imladris. A volte, tuttavia, le piaceva dare sfogo alla sua fantasia, inventando avventure, ricreando nella sua mente luoghi e persone conosciuti solamente tramite i libri.
Arya si voltò di scatto percependo qualcuno o qualcosa alle sue spalle e trovando una persona totalmente inaspettata.

"Gandalf!"

La ragazza sorrise andando in contro allo stregone grigio. Si erano conosciuti molti anni prima, poco dopo che lei e suo fratello erano giunti a Gran Burrone, quando Gandalf si era recato da Re Elrond per avere delle informazioni. Lo stregone era gentile e molto simpatico, ben presto nacque fra loro una grande amicizia, un'amicizia che sarebbe durata tutta la vita.

"Mia Signora, non era mia intenzione spaventarti."

Le disse cortesemente lo stregone.

"Non fa niente Gandalf, non sono mica morta."

Rispose dolcemente Arya, mostrandogli poi uno dei suoi incantevoli sorrisi.

"Cosa ci fa una giovane donna da sola nelle terre selvagge? Se posso chiedere."

"Io non sono mai da sola Gandalf."

Rispose seria la ragazza. Gandalf era uno dei pochi ad essere a conoscenza dei suoi tre figli, come le piaceva chiamarli.

"Capisco."

"Tu invece? Come mai qui?"

"Sono venuto per chiederti aiuto."

"Qualunque cosa per un amico, dimmi tutto."

"Vedi cara, ho un brutto presentimento. Mi sono fermato per la notte non molto lontano da qui con una compagnia di tredici nani ed un mezz'uomo, ed ho paura che siano nei guai. Il sole sta calando e la notte riserva spesso brutte sorprese."

"Tredici nani ed un mezz'uomo, strani compagni di viaggio. Cosa posso fare?"

"Vorrei che tu mi anticipassi, potrebbe essere loro utile un'abile guerriera come te. Ripercorri i miei passi verso ovest, dovrebbero trovarsi nei pressi di una capanna abbandonata. Stai attenta Arya."

Con un cenno del capo la ragazza si lasciò alle spalle lo stregone, cavalcando veloce nella direzione da lui indicatale.
A notte inoltrata Arya arrivò vicino alla capanna abbandonata di cui le aveva parlato Gandalf, ma dei nani non c'era traccia. Stava per voltarsi e tornare indietro quando sentì delle urla provenire dalla foresta. Allora la ragazza scese da cavallo e si inoltrò nella boscaglia, cercando di fare il meno rumore possibile. Vide una luce davanti a sè e si mosse verso di essa ma,dopo pochi passi, dovette nascondersi dietro i cespugli per evitare di essere notata da tre enormi troll. Le bestie però non erano sole, si trovavano in compagnia di tredici nani ed un mezz'uomo! Gandalf aveva ragione, si erano cacciati in un bel guaio, ed ora toccava a lei rimediare. Decise quindi di arrampicarsi su un albero, per avere una migliore visuale della situazione. Con facilità arrivò presto in cima ad una quercia, da dove poté vedere uno dei troll sollevare un nano con dei lunghi capelli rossi.

"Bello croccante..."

Disse la ripugnante creatura con l'acquolina in bocca. Dopo aver sentito quelle parole Arya non ci penso due volte, prese una freccia dalla faretra e la scoccò verso il braccio del troll, che, sconcertato, lasciò cadere il nano. Allora la ragazza saltò giù dalla quercia e, dopo aver preso le due fidate spade, che teneva dietro la schiena insieme alla faretra, inizò a tenere occupate le bestie aspettando l'arrivo di Gandalf. I nani rimasero stupefatti dall'agilità, dalla forza, ma soprattutto dal coraggio della giovane donna, che stava fronteggiando da sola tre troll per proteggere qualcuno che nemmeno conosceva. Mentre massacrava con le sue spade le gambe di quelle creature, Arya notò lo stregone che si spostava furtivamente dietro le siepi. Allora guardò in alto e vide i primi raggi di luce. Intuendo il piano di Gandalf, si allontanò qualche metro dai suoi nemici e ripose le spade nei foderi, attirando così lo sguardo interrogativo di tutti.

"Ed ora che facciamo? La prendiamo?"

Domandò un troll, mentre la osservava incuriosito.

"L'alba vi prenderà tutti!"

A quelle parole le tre creature si voltarono, giusto in tempo per essere pietrificate dai primi raggi di sole. Gandalf era in cima ad un grosso masso spezzato e, vedendo Arya, le sorrise grato. Insieme, lo stregone e la ragazza aiutarono i nani ad uscire dai sacchi e liberarono quelli legati sul fuoco. Tutti la ringraziarono calorosamente per aver salvato loro la vita, solo uno sospettava di lei: Thorin. Il giovane re dei nani, infatti, era sempre stato restio a fidarsi degli sconosciuti, ed Arya, pur avendoli aiutati con i troll, non lo convinceva del tutto.

"Da quando i troll di montagna si avventurano così a sud?"

Chiese il nano, avvicinandosi a Gandalf.

"Non da un'era, non da quando un potere più oscuro guidava queste terre."

Rispose lo stregone.

"Non possono essersi mossi alla luce del sole, deve esserci una grotta nelle vicinanze."

Intervenne la ragazza, che stava seguendo la conversazione un po' a distanza.
Arya aveva ragione, non molto lontano da lì c'era una caverna con un vasto bottino Troll. I nani la esplorarono e, tra le varie ricchezze e delle ossa rotte, trovarono alcune spade non forgiate da un fabbro qualunque. Si trattava di delle lame elfiche, fabbricate dagli alti elfi della prima era. Gandalf e Thorin ne presero una a testa ed Arya fece lo stesso. Uscendo dalla grotta, però, notò un'altra spada, più corta e sottile, la raccolse e si diresse verso lo hobbit. La ragazza aveva notato che il mezz'uomo era l'unico membro della compagnia ad essere disarmato, la cosa non l'aveva sorpresa più di tanto, dopotutto non ci si aspetterebbe mai di vedere una spada o un'ascia in mano ad un hobbit! Piuttosto, Arya si domandò cosa ci facesse un abitante della Contea insieme a quei nani.

"Prendila, potrebbe servirti. Non è molto saggio andare in giro per le Terre Selvagge disarmati."

Gli disse lei dolcemente, porgendogli l'arma e decidendo di mettere da parte quei pensieri. Lui chinò il capo ed osservò la spada. Bilbo non aveva mai preso in mano un'arma, non per combattere almeno, quell'idea lo terrorizzava, ma mosso dalla dolcezza e dalla convinzione di Arya la prese.
Dietro di loro un nano osservava attentamente i movimenti della giovane. Fili, infatti, era totalmente rapito dalla bellezza e dalla dolcezza di Arya, ed inoltre le era grato per aver salvato la sua vita e quella dei suoi compagni. Il nano si riscosse subito dai suoi pensieri sentendo un rumore provenire da dietro gli alberi, così si affiancò alla ragazza ed al mezz'uomo, rimanendo sull'attenti: qualcosa stava arrivando dalla foresta.

𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
Buongiorno ragazzi, come va? Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto. Spero di riuscire a continuare a postare frequentemente nonostante il rientro a scuola.
Alla prossima, un bacio
Ely💗

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora