CAPITOLO 14

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Come contrabbandare tredici nani ed un mezz'uomo

"Salite!"

I quindici viandanti non se lo fecero ripetere due volte e, uno ad uno, iniziarono  a sistemarsi sulla chiatta. Arya fu l'ultima a salire.

"Grazie."

La giovane si rivolse all'uomo, prima di posizionarsi in un angolo a prua, tra Fili e Kili. L'estraneo la guardò e le sorrise, poi lasciò andare l'ultima cima e si imbarcò, dirigendosi verso il timone di poppa. La nave iniziò a solcare le nere acque del lago ricoperte da una fitta coltre di nebbia, che rendeva quasi indistinguibili i contorni del paesaggio circostante.
Arya si era rannicchiata contro il petto Fili, il quale le teneva un braccio sulle spalle, mentre con la mano giocava con i suoi lunghi capelli scuri, intrecciandoli tra le dita.

"Attenzione!"

Gridò ad un tratto Bofur, rompendo l'inquietante silenzio che si era creato. Gli occhi di tutti seguirono lo sguardo preoccupato del nano e videro apparire dalla nebbia un'alta colonna, poco distante dalla prua della barca; l'uomo, governando il timone con maestria, ci girò intorno.

"Che stai cercando di fare, affogarci?"

Ringhiò Thorin voltandosi verso il chiattaiolo con le braccia incrociate al petto.

"Sono nato e cresciuto in queste acque, Mastro Nano! Se volessi affogarvi, non lo farei qui."

Replicò lui con aria seria.

"E basta con questo sfrontato uomo di lago! Gettiamolo dalla barca e facciamola finita!"

Propose Dwalin irritato.

"Oh, Bard! Il suo nome è Bard!"

Intervenne allora Bilbo, annoiato dalle continue lamentele del nano.

"Come lo sai?"

Gli chiese curioso Bofur.

"Gliel'ho chiesto!"

Rispose lo hobbit con fare ovvio.

"Non mi interessa come si chiama! Quello non mi piace!"

Continuò Dwalin, irremovibile dalla sua idea iniziale.

"Non ci deve piacere per forza. Dobbiamo solo pagarlo."

Precisò allora Balin, nel tentativo di porre fine alle proteste del fratello, mentre raccoglieva i soldi per pagare il loro contrabbandiere.

"Su forza ragazzi, svuotate le tasche!",

Asserì il vecchio nano dalla chioma bianca, dopo aver finito di contare il denaro. I compagni si scambiarono delle occhiate contrariate, ma iniziarono comunque a dare ognuno la propria parte.

"Come sappiamo che non ci tradirà?"

Riprese a lamentarsi Dwalin sottovoce.

"Non lo sappiamo."

Rispose Thorin con apprensione.

"C'è solo un piccolo problema...ci mancano dieci monete"

Dichiarò Balin, ricontando i pezzi per la seconda volta. Thorin appoggiò la schiena al bordo della chiatta e, sempre con le braccia incrociate al petto, rivolse uno sguardo inquisitorio a Gloin.

"Gloin! Avanti! Dacci quello che hai!"

Gli intimò fermamente. Il nano lo fissò allibito.

"Non guardate me! Io sono stato dissanguato da questa avventura! Che ho ottenuto dal mio investimento? Nient'altro che miseria e dolore..."

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora