CAPITOLO 18

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Bisogno di aiuto

Poco più di un'ora più tardi, la compagnia era pronta a partire. I nani, lo hobbit ed Arya si avviarono al porto scortati dal corteo del Governatore. La ragazza aveva comunque deciso di accompagnarli per salutarli: Thorin era l'unico a conoscenza delle sue intenzioni e lei non poteva semplicemente andarsene senza dire nulla agli altri.

"Lo sai che siamo a corto di uno vero? Dov'è Bofur?"

Chiese Bilbo a Thorin lungo la strada. Sentendo la domanda la giovane donna si guardò in torno rendendosi conto dell'assenza dell'amico: quel nano dormiglione doveva essere ancora nel mondo dei sogni! Arya decise che sarebbe andate a recuperarlo più tardi, nel caso in cui non fosse riuscito a raggiungerli in tempo.

"Se non è qui, lo lasciamo indietro."

Asserì fermamente Thorin.

"Sì, per trovare la porta prima del calare del sole, non possiamo rischiare ulteriori ritardi."

Proseguì Balin con un tono più pacato. Arrivati al molo, i nani e lo hobbit iniziarono a salire sulla barca concessa loro dal Governatore, tra gli applausi e le grida della folla, che augurava loro buona fortuna. Arya era l'ultima della fila e si teneva lievemente a distanza dal resto del gruppo, temeva il momento in cui avrebbe dovuto dire loro addio. Subito prima di lei Kili si avvicinò all'imbarcazione per salirvi, ma fu immediatamente fermato dal braccio di suo zio che lo obbligava a restare sulla terra ferma.

"Tu no! Dobbiamo andare veloci, ci rallenteresti!"

Gli disse con tono risoluto, mentre aiutava a caricare le armi. Kili sgranò gli occhi, diventando ancora più pallido di quanto già non fosse.

"Ma di che parli? Io vengo con voi!".

Replicò immediatamente, abbozzando un sorriso, come se fosse solamente una presa in giro.

"Non ora."

Sentenziò il giovane re fermandosi un momento per guardarlo negli occhi. Kili lo fissò a sua volta esterrefatto.

"Io ci sarò quando quella porta sarà aperta, quando scorgeremo le sale dei nostri padri, Thorin!"

Affermò con fermezza. Thorin lesse la delusione ed allo stesso tempo la determinazione negli occhi del nipote mentre pronunciava quelle parole, così gli appoggiò una mano sulla spalla ed abbozzò un sorriso.

"Kili, resta qui, riposa. Ci raggiungi quando guarisci".

Gli disse con un tono più pacato e più dolce. Poi, senza aggiungere altro, si voltò e finì di imbarcare le ultime armi. Il giovane nano, profondamente ferito dalle parole dello zio, si allontanò dalla barca per sedersi su delle casse di legno poco distanti. Arya gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Kili sollevò lo sguardo afflitto su di lei, incontrando il suo sorriso rassicurante, non sapeva perché fosse lì, al suo fianco, anziché sulla barca con i suoi compagni, ma ne era sollevato.

"Io resto con il ragazzo: il mio dovere è stare con i feriti."

Affermò Oin, risalendo sul pontile ed avviandosi verso Kili.

"Zio! Siamo cresciuti con le storie della montagna, storie che tu ci hai raccontato! Non gli puoi togliere questo!"

Esclamò Fili rendendosi conto della situazione, avvicinandosi a suo zio.

"Fili..."

Provò a richiamarlo il fratello per intimargli di lasciar perdere.

"Lo porterò in braccio, se devo!"

Continuò il biondo risoluto, ignorando il commento di Kili.

"Un giorno diventerai re e capirai! Non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo nano...neanche se un parente!"

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora