CAPITOLO 4

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Le Montagne Nebbiose

La compagnia lasciò la valle di Imladris all'alba, non vista. Dopo un giorno di viaggio i quindici si accamparono alle pendici delle montagne per passare la notte. Durante il tragitto Arya aveva avuto modo di conoscere meglio i nani e lo hobbit. La giovane li trovava molto buffi. Avevano strane maniere, potevano diventare scorbutici e volgari, ma erano anche dolci e con un cuore tenero. La cosa però che le piaceva di più era la loro allegria, non riusciva a capire come facessero ad essere così spensierati sapendo cosa avrebbero affrontato, ma erano anni che non rideva così tanto. Tutto ciò ovviamente escludendo Thorin e Dwalin che erano sempre di cattivo umore e si isolavano dal gruppo.
Scesi da cavallo ognuno iniziò a preparare il proprio giaciglio per la notte, intanto Bombur accese il fuoco e cominciò a preparare la cena. Arya lascio cadere le sue cose a qualche metro da gli altri ed iniziò a sistemarsi tra due spuntoni di roccia, dove aveva trovato un punto abbastanza comodo, almeno da non causarle dolore alla schiena.

"Non dovresti stare lì, sentirai freddo così lontana dal fuoco. Vieni più vicino, c'è posto di fianco a me e mio fratello."

La chiamò una voce alle sue spalle.

"Kíli non la stressare, se non si è avvicinata magari è perché non vuole sentire la tua puzza tutta la notte!"

Lo rimproverò Bofur provocando una risatina da parte della giovane e lasciando il nano sconcertato.

"Non ti preoccupare Kili, mi ero messa qui per non essere di troppo disturbo."

Detto ciò, Arya spostò le sue cose di fianco a quelle dei due fratelli, incontrando i sorrisi di entrambi. Si erano già affezionati a lei, anche se la conoscevano praticamente da un giorno. La ritenevano una ragazza dolce, gentile e con la risata facile. L'unico aspetto negativo che trovavano in lei era la sua riservatezza: Arya non parlava molto di sè e del suo passato, le poche cose che sapevano erano quelle che aveva detto a Fili durante il loro incontro la sera prima.
Quando Bombur dichiarò che la zuppa era pronta, Arya si offrì immediatamente di aiutare Fili e Kili a distribuirla. I due fratelli furono felici di accettare il suo aiuto: prima finivano di portarla agli altri, prima mangiavano loro! L'ultima porzione era quella di Bilbo. Arya aveva letto molto sugli hobbit mentre era a Gran Burrone, aveva appreso che erano creature vivaci e socievoli, dedite ad una vita semplice, per lo più rurale, e per questo si chiedeva come ci fosse finita una persona di questo tipo in un impresa simile. Ma Bilbo sembrava diverso dal tradizionale stereotipo di hobbit, sempre gentile e socievole certo ma, agli occhi di Arya, aveva qualcosa di più: del coraggio forse, dell'intraprendenza di sicuro. Tuttavia, lo aveva trovato particolarmente silenzioso durante il viaggio, sembrava quasi triste di aver lasciato Gran Burrone.

"Bilbo?"

Lo richiamò all'attenzione, vedendolo con lo sguardo perso nel vuoto, per poi porgergli la sua porzione di zuppa.

"Oh grazie Arya."

Le sorrise lo hobbit, prendendo la scodella.

"Tutto bene?"

Gli chiese lei, sedendosi al su fianco, della sincera preoccupazione si poteva percepire nel suo tono di voce.

"Sì, sto bene grazie. Pensavo."

"Mh, e a cosa pensavi?"

"A come sarebbe stato rimanere a Gran Burrone."

Rispose lo hobbit abbassando lo sguardo, un filo di malinconia nella voce.

"Perché non sei rimasto, perché hai continuato?"

Gli domandò allora pacatamente Arya, facendo attenzione a non chiedere troppo.

𝐋'𝐔𝐋𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐄𝐑𝐄𝐃𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐒𝐈𝐋𝐃𝐔𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora