5.

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-Vuole entrare? Adesso è sveglio- fece l'infermiere, sorridendo nella mia direzione, aspettò una risposta con una mano che stringeva una cartella, probabilmente il rapporto medico di Yoongi, e sorridendomi cordiale con delle labbra piene.

-Non mi sembra il caso...- lui non mi conosceva ed era anche vero che avevo salvato le sue adorabili chiappe a palloncino, e magari avrebbe voluto ringraziarmi, o forse urlarmi addosso con odio e disprezzo per aver salvato una vita che lui non voleva vivere, ma comunque credevo che presentarmi così, senza preavviso, facesse strano. Che cosa gli avrei detto, o cosa avrei fatto? La lettera sembrava abbandonata nella tasca dei miei jeans, me ne dimenticai quasi completamente.

L'infermiere comunque insistette -Dovrebbe entrare, abbiamo raccontato l'accaduto e Yoongi ha detto che è curiosa di vederla- chissà come mi parve una menzogna, ma comunque decisi di assecondarla. Ero curioso anche io, di vedere, sta volta come si deve, il volto della persona che avevo salvato, magari senza il panico del sapere di avere una essere umano morente tra le braccia. In effetti, l'unica cosa che avevo notato della sua persona erano capelli, alquanto bizzarri, e occhi, oggettivamente perfetti e limpidi.

E' stata un'esperienza tremenda, però. Il modo più strano e preoccupante di fare un primo incontro con qualsiasi persona. Letteralmente uno tiro mancino del destino, perché ammettiamolo, non poteva decisamente essere un caso che io mi trovassi lì nell'esatto momento in cui Min Yoongi era in pericolo di vita.

Quando piano mostrai prima la testa, sporgendola dall'uscio, Yoongi mi guardò con occhi spenti, mi parve stanco esattamente come mi parse di primo acchito, e quasi mi venne voglia di lasciarlo riposare, di girarmi indietro e lasciarlo da solo cosa che, molto probabilmente, desiderava essere, ma gli occhietti appuntiti mi invitarono ad entrare, mi sentì letteralmente attirato da quelle perle scure.

Era steso su un letto, con la testa poggiata sui cuscini bianchi dell'ospedale, e dalla sua faccia potevo ben capire che non mi avrebbe di certo ringraziato per avergli salvato la pelle.

-Se credi di aver fatto l'eroe della situazione ti sbagli di grosso. Non mi piace avere debiti con le persone- la sua voce acida mi costrinse ad entrare e a sedermi, tenendo lo sguardo basso, sulla sedia di fronte al letto, di fianco a Yoongi, quest'ultimo non mi staccava gli occhi di dosso, mi scrutava come un aquila scrutava un topo. Mi sentì in soggezione sotto il suo sguardo, e pregai che me lo scollasse di dosso, perché la sensazione di bruciore che provocavano era al dir poco troppo pesante da patire.

Aveva dei bellissimi occhi, per carità, ma in quel momento mi voleva morto, perciò quello che potevo fare era evitare in tutti i modi possibile di incrociare i miei occhi con i suoi.
Finché non presi coraggio e ricambiai l'occhiata con una che doveva essere dispiaciuta, ma che invece sembrava più un'occhiata spaventata. Avevo paura che, una volta uscito dall'ospedale, avesse riprovato in ciò che non era riuscito, sta volta però senza qualcuno a salvarlo, sarebbe morto solo, e morto per davvero.

L'idea che una persona così fragile come Min Yoongi potesse spezzarsi e sparire mi creava un senso di disagio.

Min Yoongi era un tipo dalla pelle marmorea, pallida come la porcellana, anzi, forse il colorito imitava più il latte, o lo zucchero, che la freddezza finta della porcellana. Era assurdo, il contrasto occhi-pelle lo rendeva una delle persone più belle, se non la più bella, su cui i miei occhi avessero mai posato lo sguardo. I capelli argentati contribuivano a renderlo alla stregua di una bambola, e le labbra sottili e rosee, dall'apparenza morbide come gomma, facevano addirittura dubitare che una persona del genere potesse essere effettivamente fatto da carne e ossa.

Mi bloccai a guardarlo, quando cercai di parlare senza neanche accorgermene stavo balbettando, come un bambino che era stato appena rimproverato.

-Non credo di aver fatto l'eroe...- cercai di sorridergli -... so che non volevi essere salvato... mi spiace-. Non pensavo che prima o poi nella mia per il momento breve vita sarei arrivato al punto di dovermi scusare, e scusare per davvero, per aver salvato la vita di una persona, ma eccomi qui, a testa bassa a chiedere venia per aver evitato ad un aspirante suicida di suicidarsi.

Il silenzio calò improvvisamente, solo i ticchettii dell'orologio appeso in parete, più assordanti secondo dopo secondo, erano la cosa che mi fermava dal credere di essere diventato improvvisamente sordo.

-Adesso scommetto che mi chiederai "perché hai cercato di porre fine alla tua vita? Non sai che la vita è importante, non bisogna gettarla così come se niente fosse!"- fu Yoongi a rompere il silenzio, in un modo così tanto brusco che balzai sul posto.
Lui si pose seduto sul letto con le braccia incrociate al petto, girandosi col busto nella mia direzione.

Io mi limitai a sospirare -Non sono un esperto... non so esattamente perché la gente voglia suicidarsi... ma chiedersi il perché è una domanda stupida. La gente si suicida perché è depressa, o comunque non si sente felice, questa è la risposta più ovvia... credo... e dire che la vita è preziosa è una grande cavolata...- se la vita fosse preziosa allora non dovrebbe essere ignorata, e la mia vita venne ignorata sin dalla nascita, con genitori troppo impegnati per darci importanza. Perciò nessuno meglio di me poteva dire che la storia de "la vita è qualcosa di prezioso" era decisamente una frase stupida. Qualcosa che dura solo un'ottantina d'anni, destinata poi sparire, diventare concime, non poteva essere sul serio qualcosa di prezioso. Preziose sono quelle pietre che non hanno età, gli alberi secolari o gli edifici, o le opere d'arte, perché duravano nel tempo ed evitavano di trasformarsi in polvere come gli essere umani.

Sono vissuto in piccolo, mi sono nascosto dietro ai miei genitori, entrambi molto influenti, e ho deciso di cancellare la mia esistenza eclissandola sotto il buio delle loro ombre. Diventando una persona talmente tanto normale da essere facilmente ignorabile o cancellabile. C'è gente che vive aspettando che arrivi ilo momento di vivere per l'ultima volta, persone senza un obbiettivo che semplicemente si limitano a fare ciò che possono per scampare alla giornata, si fanno amicizie senza un significato veto e proprio,  contando i secondi impazientemente, tipo me.

Ma nonostante ciò quando ero piccolo mi piaceva provare a vivere come vivevano gli altri, magari per andare contro alla triste idea che io fossi un tipo che non contava per nessuno, e a scuola continuavo a comportarmi come un ragazzo solare e allegro, perché mi piaceva attirare l'attenzione.

La vita spesso è insignificante, la mia era un esempio. Se fossi morto sarei mancato, ma non sarebbe di certo finito il mondo e la mia tomba, probabilmente come quella di mia madre, sarebbe finita nel dimenticatoio dopo la morte del mio ultimo parente o amico e lasciata lì a marcire.

Era calato di nuovo il silenzio, nessuno dei due sembrava voler porre fine al ticchettio incessante di quel dannato orologio, poi come un baleno mi ricordai della lettera nella mia tasca.

-Ah giusto!- feci all'improvviso, sorprendendo Yoongi.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora