39-Epilogo

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La lapide scura sbucava dalla terra. Un po' della neve caduta in quei giorni si era congelata sopra essa, l'erba rinsecchita del cimitero circondava e ricopriva la terra al di sopra della tomba. 

Ciò che davvero ricordava mia madre in quel luogo era una piccola fotografia che la mostrava ancora ventenne, ancora single, e ancora sorridente. Sotto la foto c'erano alcuni fiori finti, ciò mi risparmiò la seccatura di buttare appassiti gambi di garofani oramai completamente privi di vita. 

Privi di vita, già, che bell'espressione da usare in un cimitero. Girai il capo un paio di volte. Alla mia destra ci dovevano essere almeno un altro centinaio di tombe all'aperto, potevo scorgere dei capezzali dalle pietre ingrigite e frananti che si stagliavano su una linea d'orizzonte, oltre quella, tante altre tombe.

Yoongi si era abbassato per poter vedere meglio la foto della mamma, io invece cercavo di godermi la calma atmosfera del cimitero. Quando si parla di luogo di riposo non si intende riposo solo per i morti- l'incredibile e religioso silenzio era un toccasana per il più caotico dei cervelli. Quello che potevi udire, a parte il fruscio del vento, erano i canti di pochi uccellini che si erano distribuiti su un cipresso, ad ondeggiare insieme ai rami ad ogni minimo colpo di vento. 

Yoongi si era girato verso di me, una strana espressione in volto -Davvero non ti fa alcun effetto stare davanti alla romba di tua madre?-

Aveva visto il mio solito sguardo impassibile, e un po' di confusione gli si era dipinta in viso. Io inclinai leggermente il capo di lato, e in risposta scossi la testa. 

-Non ti importa di tua madre?-

-Mi importa, ma soffrire per la sua morte non serve a niente- 

Yoongi sospirò pesantemente, come se un bambino gli avesse cercato di spiegare come mai l'acqua bolle seguendo però una fisica immaginaria tutta sua.    

-Lo sai che so essere un gigantesco menefreghista- il mio ero un tono di rimprovero, ma il sorriso che spontaneamente tirai fuori tradì le mie intenzioni.

Yoongi annuì, incrociando le braccia al petto -In realtà lo eri di più da piccolo, adesso sembra che tu non sia indifferente completamente a tutto- 

Quello a sospirare poi fui io. Tornai a rivolgere le mie attenzioni a mia madre, e per quanto cercai di ignorare il sapore di bile, o il nodo alla gola, la mia espressione giocosa sparì nel preciso istante in cui andai a posare le mie pupille scure su quelle stampate in foto di mia madre.

Avevamo gli stessi occhi, a me piacevano molto i miei occhi, e adesso i suoi eranoprobabilmente pieni di vermi in fondo a metri e metri di squallida terra. 

-Non sono come te, Yoongi- feci poi -E' difficile che io mi lasci prendere dalla disperazione-

Avrebbe potuto prenderlo come insulto, avrebbe potuto ammonirmi alzando leggermente il suo tono di voce. Ma invece fu d'accordo con me. Lui annuì silenziosamente.   

-Lo so, io te siamo due mondi differenti-

Trattenni un sorriso sarcastico -Come Mercurio e Nettuno?- gli detti una veloce pacca sulla spalla. Un gesto decisamente amichevole, e per ciò molto estraneo, considerando il nostro rapporto.

Mi guardò sbigottito, alla menzione di quel racconto vidi le sue orecchie cambiare colore in un rosso acceso.

-In un certo senso- aveva abbassato il tono della voce -Era per quello che volevo ringraziare tua madre-. 

Parlava con me, ma si rivolgeva alla foto, sperando che il cadavere sotto ai nostri piedi potesse sentirlo -Se non fosse stato per lei noi due non ci saremmo riuniti-

-E se noi due non ci fossimo riuniti tu saresti bello che morto- continuai io prima che potesse andare avanti con il suo smielato discorso. Anche se mi rendeva felice, sapere di non essere l'unico ad essere grato- non a mia madre, ma grato per essermi riunito a Yoongi.

Da piccolo ero troppo stupido, impegnato ad addossargli le mie colpe, per accorgermi di quanto avrei potuto essere felice se solo mi fossi avvicinato un po' di più a lui. 

Yoongi si toccò il naso con il dorso della mano, in un tentativo di scaldarsi il viso. Notai come stesse incassando la testa nelle spalle, e come il suo corpo si stava contraendo per il freddo, perciò non esitai ad offrirmi volontario per scaldarlo. 

Avvolsi le sue spalle con il braccio e feci adagiare il suo corpicino infreddolito al mio petto.

Yoongi non mi ringraziò a parole, ma lo sentì sciogliersi tranquillo contro il mio giubbotto. 

-Lo sai che ti dico?- accennai un sorriso, fissando intensamente la cornice dorata incastonata nella deprimente e grigia lapide. Mia madre sosteneva il mio sguardo, attraverso un sottile strato di vetro la sua foto mi sorrideva -Hai ragione. Grazie, mamma- alla fine dissi, cercando di imitare il tono di voce di Yoongi. Basso e rispettoso. Forse era un po' troppo tardi per mostrare gratitudine ad una donna che avevo odiato sin da quando ero un piccolo e capriccioso infante, ma non potevo negare quanto, in realtà, dovessi a quella stessa donna. 

Alla fine mi aveva cresciuto. 

Mi accorsi di essermi sciolto a piangere solo quando il mio naso iniziò a colare.  

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora