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La frangia era cresciuta nel periodo in cui era partito, i suoi occhi oramai erano quasi completamente coperti da una tenda di arruffati capelli lisci, ma era facile capire che in quel momento fossero lucidi e sul punto di piangere.

Ignorai completamente il foglio tra le mie mani e lo avvolsi in un abbraccio. Il suo copro era ghiacciato, poggiò il mento sulla mia spalla ma decise di non ricambiare l'abbraccio.
La sua guancia era umida, chissà se aveva pianto durante il viaggio di ritorno- chissà se si era sentito a disagio sul treno, mentre cercava di nascondere ai passeggeri le lacrime.

-Non ho fatto in tempo a incontrare mia madre- fece. Sorprendentemente, la sua voce era calma. Era la sua solita voce. Suonava così familiare alle mie orecchie che sospirai dal sollievo, Yoongi mi era mancato.

Non mollai la presa finché non fu lui a interrompere l'abbraccio, premendo debolmente i palmi sul mio petto.

-Quando io e Jimin siamo arrivati lei era già morta. Abbiamo partecipato al funerale, e il compagno di mia madre mi ha consegnato quella lettera- indicò il foglio tra le mie mani, che io per qualche ragione avevo paura di leggere.

La sua storia ricordava tanto la mia, ma dubitavo che la lettera consegnata a Yoongi fosse un ultimo gesto d'affetto da parte della madre.

-Jimin ha pianto, io sono rimasto impassibile. Mi sarei aspettato di essere attaccato dai miei parenti, e invece ho scoperto perché insistevano così tanto perché io andassi da mia madre-

Guardava ancora la lettera, a quel punto me la portai al viso e iniziai a leggere.

Il contenuto non era per Yoongi da parte della madre, il contenuto era per Yoongi da parte del padre.

-Mi hanno detto che la mamma me l'aveva nascosta per molto tempo-

La lettera era un lungo testo di quasi una pagina intera. Scritto a macchina con un carattere sottile, l'inchiostro era pallido e scolorito, ma era ancora leggibile, nonostante le immense ripiegature che avevano rovinato la carta e l'avevano strappata in più punti.

-Avevo deciso di non leggerla, io e Jimin stavamo per tornare indietro, ma poi Jimin ha iniziato a bere. Credo ti abbia chiamato, no? Credo tu sappia più o meno cosa sia successo. Non pensavo che Jimin stesse soffrendo così tanto. Io mi ero allontanato da lui proprio per questo motivo, ma a quanto pare non è servito a nulla. Mi sento in colpa-

Su quel foglio alcune lettere mancavano, c'erano tanti errori di battitura. Sembrava essere stato scritto velocemente, in un caotico momento di improvvisa ispirazione.
Non era una storia, era una lettera di scuse.

-La lettera l'ho letta poco tempo fa, ero sul treno. Pensavo fosse da parte di mia madre, ma il foglio mi è scivolato dalla tasca e si è aperto per caso. Non appena ho letto il nome di mio padre, ho iniziato a leggere. Ho scoperto che hanno trovato questa lettera il giorno in cui mio padre si impiccò, ho parlato con mia zia al telefono. Mia madre non voleva che io la leggessi, voleva che io mi "prendessi la responsabilità delle mie azioni"-

La lettera di scuse era interamente dedicata al figlio.
C'erano descritti i suoi primi passi, così come se li ricordava il padre erano stati impressi su carta. Il primo giorno di scuola, quanto quel giorno fu orgoglioso del suo ragazzo in divisa, di quando Yoongi venne punto da un ape. Ogni singolo momento felice, così c'era scritto, era ciò che aveva permesso al padre di tirare avanti. Era depresso da tantissimo tempo, ma Yoongi era ciò che lo aveva convinto di aver vissuto per una ragione, alla fine.

Il suo suicidio era inevitabile. Quando la sua depressione aveva iniziato a peggiorare si era reso conto di quanto stesse deludendo il suo amato figlio, di quanto fosse patetico agli occhi della sua famiglia, e a come non si meritava di stare al fianco delle persone che provavano a prendersi cura di lui.

La lettera era incredibilmente descrittiva. I miei occhi iniziarono a pungere. Non per il pianto, ma perché l'intero testo era una catasta, un mattone di parole pensate nella disperazione, leggere era come venire svuotati- e forse era quello che il padre di Yoongi sentiva in quel preciso momento.

Sentirsi entusiasti di poter essere svuotati da tutto ciò che si possiede nel giro di pochi minuti. Niente più ricordi, famiglia, tristezza. Non avrebbe più mostrato quel suo odiato lato di se stesso al figlio, e non sarebbe stato più un peso per nessuno.

La lettera raccontava quello, e concludeva con una solenne richiesta di profonde scuse.
Non per essersi ucciso, ma per non essere stato capace di rendere felice il figlio.

Era per questo, pensai, che i parenti erano arrivati alla conclusione che fosse Yoongi il responsabile. Era la sua unica ragione di vita, perciò quando si rese conto che il figlio si stava allontanando da lui, aveva deciso ci farla finita.

-Mi sento così in colpa- Suga si sciolse a piangere, portandosi le mani al viso sembrò quasi accattorciarsi su se stesso. Sembrava stesse provando dolore fisico, si piegò in due, parse quasi perdere l'equilibrio -Mi sento in colpa per mio padre, per non aver fatto in tempo a dire addio a mia madre, mi sento in colpa per Jimin- parlava con voce rotta, a malapena riusciva a scandire le parole.

Vederlo così mi disorientava, all'improvviso non seppi cosa fare.
Mai mi era capitata di vedere una persona piangere così violentemente, singhiozzare e tremare così tanto.

Fui spaventato, terrorizzato dal sapere che non avevo la più pallida idea di cosa dirgli, o di cosa fare, per farlo smettere di piangere.

Mi sentivo inutile, il mio cuore sembrava voler slittare verso l'alto, passare fra i polmoni solo per poter sbucare fuori dalla gola.

Mi bruciava il petto.

Stavo per dire il suo nome, ma prima che potessi anche solo schiudere le labbra, o afferrare la sua mano, Yoongi si catapultò di nuovo tra le mie braccia.

E in quel momento volli allontanarlo dal mondo, tenerlo tanto stretto dal nasconderlo nel mio petto, chiuderlo in una campana- tutto pur di proteggerlo. 

Potevo accarezzargli la schiena per tutto il tempo del mondo, non servì a calmarlo.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora