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Mi avevano letteralmente mandato a quel paese. 

Jimin si era precipitato da Yoongi dicendo "Vieni con me, io andrò" per poi venire sgridato per quasi una buona mezz'ora dalla voce allarmata di Yoongi, che, a quanto pare, non voleva assolutamente che Jimin vedesse la zia morente. Poi Jimin mi fissò con occhi imploranti, mi pregò letteralmente di lasciarli parlare da soli, così io mi ritrovai spiazzato, all'improvviso alienato proprio in mezzo a loro, poi semplicemente sospirai, concedetti un'occhiata veloce a Yoongi, a suggerirgli di correre subito a casa una volta finito di parlare con Jimin, per poi girare la schiena e andar via. Mi sentivo un po' pugnalato alle spalle, e volevo sapere cosa avesse Jimin da dire a Yoongi di così personale dal essersi ritrovato costretto a chiedermi di andarmene. 

Poggiai la nuca sul metallo freddo della panchina su cui mi ero seduto, fissando il cielo, ormai completamente illuminato dall'alta luce del sole, sperando che il tempo passasse in fretta. Mi persi un po' a fissare le nuvole prendere nella mia immaginazioni forme diverse, tutte forme di animali, mentre i miei pensieri vagavano in quel cielo azzurro in cerca di un appoggio, di qualcosa che mi potesse distogliere dall'idea degli occhi carichi di rabbia che poco prima mi avevano quasi spinto al pianto. 

Non mi piaceva quando lo vedevo infastidito, ma vederlo stringere la mandibola, insieme ai pugni, con quello sguardo che sembrava quello di un martire con i secondi contati, pugnalato alle spalle e rigettato, era decisamente troppo. Odiava così tanto sua madre? Forse non potevo capirlo, dopotutto, non ero stato additato come assassino da nessuno, dato che la mia esistenza veniva messa da parte, non potevo capire come si ci doveva sentire ad essere al centro dell'attenzione, accerchiato da accusatori pronti a ricordarti rimpianti e decisioni sbagliate ventiquattrore su ventiquattro. 

Sospirai e una nuvoletta di vapore comparse a farmi compagnia. 

Il mio telefono vibrò nella tasca del cappotto, allungai una mano per rispondere alla chiamata: era Yoongi. 

Il mio tono preoccupato sorpassò quello distante dall'altro capo della cornetta -Hyung?!- 

-Ah... Jungkook, io e Jimin stiamo tornando a Daegu per vedere mia madre, per un po' non ci vedremo-

All'improvviso il mio viso sbiancò -Quanto tempo sarai via? Posso venire con te?- avrei continuato con le domande, ma Yoongi mi interruppe -Starò via solo due giorni, non ti preoccupare tornerò presto, non ho alcuna intenzione di restare in quel posto, quindi stai sicuro che tornerò. Non puoi venire perché non sono cose che ti riguardano-

-Sì che mi riguardano!-

-E invece no, ci sarà Jimin con me, quindi non preoccuparti troppo e aspettami. Tornerò presto- 

Ero pietrificato dalle sue parole, mi tenni stretto il telefono vicino all'orecchio, come se averlo vicino impedisse a Yoongi di andarsene via senza di me.

-Com'è che mi sembra una bugia?-

-Non sto mentendo. Due giorni, davvero-

-Come mai hai cambiato così velocemente idea? Prima non ne volevi sapere di andare. Cosa ti ha detto Jimin?-

Yoongi esitò dall'altro capo del telefono -Diciamo che sto andando più per lui che per mia madre...- 

La frase mi creò una sensazione di fastidio al livello dello sterno. Era disposto a vedere persone che odiava per Jimin? Quanto era stretto il loro rapporto? Da quello che mi ha detto Jimin, non si erano visti fuori dall'ospedale dopo la tragedia di suo padre, quindi che motiva aveva di voler fare qualcosa per Jimin? 

-...Jimin è gay, lo sapevi questo?- continuò lui, fermandomi dal ricominciare con le mie domande a raffica -E sai che la mia famiglia è morbosamente religiosa, quindi mi sembra ovvio che non approvi il suo orientamento, sto andando per evitare che stia male, Jungkook-

Rimasi con la bocca leggermente aperta, un po' sbigottito. 

-E io non posso venire per evitare che tu, invece, stia male?- provai di nuovo a convincerlo.

-Impossibile- 

Che mi aspettavo, dopotutto un testardo come lui è impossibile da convincere, non importa cosa tu dica.

 -Quindi vuoi cercare di fargli da appoggio? Ma perché Jimin vuole andare a trovare tua madre?-

-Jimin è sempre stato molto gentile, è uno dei suoi difetti... al dire il vero. E' stato trattato male, quasi quanto sono stato trattato male io, ma non è un tipo che prova rancore come me,  perciò ha deciso di parlare con mia madre, anche perché da piccolo considerava mia madre la sua zia preferita... certo, prima che tutti i nostri familiari vennero a sapere che a Jimin piaceva un ragazzo-

Per un attimo provai a mettermi nei panni di Jimin, o nei panni di Yoongi. Se venissi ripudiato da tutti, miei familiari per primi, avrei finito con il provare rancore? Oppure avrei fatto come Jimin? Scossi un po' il capo, non avrei fatto nessuna delle due cose. Probabilmente avrei finito con l'assumere un atteggiamento neutro. Non mi sarei arrabbiato, avrei semplicemente fatto finta di non avere per nulla parenti, alla fine ignorare era la cosa che mi riusciva meglio, e forse questo particolare lo avevo ereditato proprio da mia madre. Sono sempre stato indifferente a tutto, che la gente mi odi o mi adori non me ne è mai importato, tanto meno mi era mai importato di attirare l'attenzione degli altri, forse proprio per questo era facile che fosse la gente a notarmi, e non il contrario.

Non potevo ignorare Yoongi, però, così come non potevo ignorare il fatto che nei prossimi due giorni sarei morto per l'ansia. Non è da me impicciarmi in affari che non siano miei, ma quando centrava Yoongi, mi prendo l'arroganza di adottare i suoi problemi, e quindi i suoi sono anche i miei di affari.

Alla fine rimasi un po' in silenzio, per valutare la situazione, e Yoongi aspettò una mia risposta. 

-Va bene- feci infine -Ma mi raccomando, se ti succede qualcosa darò la colpa a Jimin- feci, lasciando intendere che una minaccia, non un avvertimento. 

-Sta tranquillo- lo sentì sorridere, anche se potevo intuire che quello era uno dei suoi sorrisi falsi, quelli che faceva quando voleva rassicurarmi -Torno presto- e detto questo chiuse la chiamata.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora