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La mattina successiva venni svegliato dall'aroma di caffè, che fu per me una vera e propria benedizione. Un caffè era quello che ci voleva dopo aver dormito in una delle posizioni più scomode in cui io avessi mai potuto ritrovarmi.

La coperta che Yoongi si era penato di stendermi addosso alla perfezione era per metà finita al pavimento, e le mie braccia pendevano dal divano, la mia faccia sprofondata nella fodera dell'imbottitura, il segno del cuscino sulla guancia, gli occhi ancora chiusi e la bocca impasta. Sollevai il capo non appena sentì la voce di Yoongi ridacchiare dalla """cucina""".

-Sei adorabile quando dormi ragazzino- fece, mentre sorseggiava da una tazza del caffè fumante. Rimasi un po' deluso nel vedere che c'era solo una tazza, e la caffettiera era solo per una persona.

-Caffè... Hyung... Caffè- piagnucolai lamentandomi, con occhi imploranti, ma che grazie al sonno parve più un'occhiata languida.

-Non sono tua moglie, se lo vuoi preparatelo- rispose lui, voltando la testa con fierezza, come se la sua risposta volesse determinare delle posizioni. Lui era lo Hyung a cui dovevo portare rispetto e io il tenero Dogsaeng.

Dov'era finita la gentilezza della notte scorsa?

Con cautela mi sgrovigliai dalle pesanti coperte e mi misi in piedi, gelai al contatto freddo del pavimento, e decisi di andarmi a sedere al tavolo insieme a Yoongi.

-Allora, pensi di restare qui per molto?- mi chiese sorridendo, ancora sorseggiando dalla gigantesca tazza di ceramica, con sopra un gattino che mi parse la fotocopia di Yoongi, solo che più piccola e stilizzata.

E, pensandoci, il bianco della tazza era anche in qualche modo simile al colorito della sua pelle, ma invece della freddezza della porcellana pensai che la sua pelle ricordasse il candore o la dolcezza dello zucchero.

Notò che lo stessi fissando, perciò mi sfoggiò un'occhiataccia degna di un boia alla sua prossima vittima -Cosa?- chiese di getto.

Io, che ero ancora mezzo addormentato, posai la testa sul tavolo abbandonando il capo sul legno, nascondendo il voto tra le braccia, sbadigliando.
Con le labbra impastate risposi semplicemente -Yoongi-hyung è davvero bello-

Ero sempre terribilmente stupido appena sveglio, sembravo un ubriaco che appena finito la prima bottiglia iniziava a diventare stranamente amichevole e spericolato, e uno come me, che dormiva per quasi l'intera giornata, ci metteva secoli a riprendersi dal sonno.

Quella è la mia unica debolezza.

Yoongi fissò la mia testa corvina sul freddo del piccolo tavolo, non potetti vedere la sua espressione, ma potevo sentire i suoi occhi su di me, probabilmente si stava chiedendo se avesse sentito bene.

Yoongi era più grande di me, da quello che ricordavo, eppure aveva una statura che ricordava un quindicenne. Non mangiava molto, per questo era molto magro, e non era nemmeno molto alto.
Sia in fisico che in tratti, Yoongi hyung era perfetto, ed era talmente evidente che era impossibile negarlo. Arrossì violentemente solo quando mi resi conto di quello che avevo detto.

-Meglio se ti faccio un caffè...- sospirò Yoongi, che capì che con il Jungkook assonnato non si poteva ragionare. Si alzò e ne preparò dell'altro, molto probabilmente augurandosi che dopo una buona dose di caffeina mi decidessi a pentirmi della frase appena detta, stupida, infantile e diabetica. Ma, al dire il vero, non lo feci, anzi, era ciò che pensavo. Min Yoongi era davvero un ragazzo dal bell'aspetto, con la pelle candida e gli occhi scuri, e in un certo senso mi ricordò il Nettuno della storia. I colori freddi sembravano essere creati apposta per renderlo ciò che è, e i capelli argento ne erano la prova inconfutabile.

Nettuno era un pianeta azzurro circondato d'acqua, da quello che ne sapevo io, ed era un pianeta freddo, anche se, sempre dalle mie bassissime conoscenze d'astronomia, il nucleo emetteva calore e riusciva a scaldare il pianeta, evitando che l'acqua diventasse ghiaccio. Yoongi era identico, aveva un calore interno come il nucleo di Nettuno, lo stesso calore che sentì grazie alla coperta, ma in superficie pareva freddo e solitario, abbandonato da solo in fondo al Sistema Solare.

Pronto il caffè riuscì a riprendermi dal sonno, e mi ricordai della domanda di Yoongi, che era impaziente di vedermi fuori dal suo appartamento -Me ne vado solo se sarà sicuro al cento per cento che non proverai di nuovo a suicidati- risposi tenendo la mia tazza tra le mani, cercando di scaldarle, o meglio, tenevo la tazza di Yoongi. Aveva detto che non era solito avere ospiti, specialmente ospiti che si trattenevano da lui persino di notte, perciò aveva solo una tazza, una tazza che poi fu lieto di passare a me senza neanche sciacquarla. Quindi mi ritrovai a bere dalla stessa tazza da cui aveva bevuto Yoongi.

"Questi sono baci indiretti, accidenti"

-Non ci proverò- rispose, ma io non la bevvi. Continuavo a fissarlo chiedendogli di convincermi, doveva farmi un discorso abbastanza rassicurante da riuscire a farmi credere che non avrebbe provato a sparire ancora, o altrimenti non mi sarei dato pace e mi sarei trasferito letteralmente da lui. Non importa se fosse d'accordo o meno.

-Davvero, Jungkook...- fece lui.

-Non ti credo-

-E va bene!- fece all'improvviso sollevando le mani -Non ho cercato di suicidarmi, okay? Non può sembrare, ma ci tengo alla mia pellaccia-

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora