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La storia del "venir a prendere perché fa freddo" divenne un'abitudine quotidiana. Ogni mattina Yoongi si presentava a casa mia e mi accompagnava in macchina all'università, e stessa cosa al ritorno. Fu fruttifera come abitudine: in quei dieci, forse quindici, lenti minuti in cui restavamo da soli in quella cabina metallica a quattro ruote riuscivamo a scoprire sempre lati interessanti l'uno dell'altro, cosa che non avevamo mai fatto quando ci conoscevamo da piccoli. Yoongi era un tipo che adorava farsi vedere piccolo e adorabile, solo perché, come mi ha spiegato, era facile ottenere qualcosa se si ci comportava come bambini bisognosi di aiuto. Yoongi era una persona che sapeva maltrattare gli altri, raggirava chiunque con la sua apparenza infantile, ma che in fondo era simpatico, quando era abbastanza di buon umore da poter dedicare uno dei suoi rari, preziosi e incredibilmente gommosi sorrisi al suo interlocutore, benedicendolo con la vista delle sue gengive rosa.

Alla fine Yoongi era il classico stereotipo dello tsundere, poteva schifarti quanto voleva, o insultarti quanto voleva, ma si comporta così solo perché in realtà gli piaci. Per questo presi l'abitudine di sorridere come un ebete praticamente ogni qual volta mi chiamasse "moccioso" oppure insultava la mia intelligenza quando non capivo il suo pungente sarcasmo, oppure quando mi credeva un cretino per sorridere alle sue provocazioni, chiedendomi che problemi affliggessero il mio piccolo cervello da gallina. Alla fine era un tipo affabile, se sapevi come prenderlo.  

Mi resi conto di quanto fosse cambiato, e di quanto il tempo possa plasmare il carattere di una persona finché non diventa letteralmente il contrario di quello che era un tempo. Il bambino Min Yoongi era silenzioso, questo dettaglio non era cambiato, e probabilmente non cambierà mai, ma non era un tipo triste, e non era uno a cui piaceva sfottere. Il piccolo Min Yoongi non provocava, si nascondeva, non sorrideva quasi mai, mentre la sua versione adulta lo faceva, anche se spesso erano più storti ghigni arroganti. La sua versione bambina non parlava mai di se stesso, a Yoongi invece piaceva infastidirmi raccontandomi le sue cattive abitudini e i suoi vizi, sapendo che una persona fiscale come me avrebbe odiato praticamente ognuna di esse, e magari lo avrebbe respinto e sarebbe scappato in tempo prima di farsi contagiare proprio da uno dei suoi vizi. 

E, in un certo senso, pensai che questa versione di Yoongi fosse più forte, più sicura. Magari a forza di cose brutte, il suo carattere si era affilato proprio per sopportarle. Come quando gli esseri umani si sono evoluti per adattarsi all'ambiente che li circondava, così il nostro carattere cerca di adattarsi, diventando più forte o più abile, a seconda di tutti gli insiemi di avvenimenti che portano alla nostra vita una piega diversa da quella normale. Per sopravvivere il corpo ha  bisogno di evolversi, la nostra personalità non è diversa.  

Un giorno Yoongi non si presentò all'uscita di scuola, quella che era un abitudine fu interrotta da quello che pensai fosse un classico ritardo. Cercai il suo contatto e provai a chiamarlo, ma rifiutò la mia chiamata.

A quel punto mi incamminai a falcate verso casa sua, pronto a dirgliene quattro, non importa quanto fosse lontana da scuola, la scusa della "batteria scarica" questa volta non avrebbe evitato il mio nervosismo. Corsi per le strade in modo da arrivare più velocemente, e fortunatamente acquistai facilmente velocità, nel frattempo riprovai a chiamare il ragazzo, che ancora continuava imperterrito a chiudere. I miei nervi non reggevano un comportamento simile. 

All'idea che stesse di nuovo provando a farsi del male quasi frenai i piedi sull'asfalto, rischiando di scivolare all'indietro per poi sfracellarmi al suolo. Mi aveva detto che non ci avrebbe riprovato, ma non aveva aggiunto un "mai più" all'affermazione. Non era una promessa, quindi nulla mi poteva impedire di pensare al peggio, e forse ero solo un fan del melodrammatico, cose che di certo ero, ma era più che probabile che avessi ragione.    

Ero a pochi passi dall'appartamento, nel cortile dell'edificio, pronto a correre per le scale e bussare come un matto alla porta ammuffita di Yoongi, sperando che mi aprisse, ma fui interrotto poco prima di avviarmi sulle scale. 

-Mi scusi?- frenai di botto quando sentì un uomo chiamarmi. Questo era alto quanto me, capelli grigi, mezza età forse, vestito elegante e con l'aria di uno che aveva appena visto un fantasma. Se ne stava infondo al cancello che introduceva il palazzo, vicino ad una macchina sportiva che sembrava costare un occhio della testa.

-Sì?- risposi di fretta, speranzoso che fosse un tipo di poche parole.

-L'ho vista un paio di volte entrare nell'appartamento al terzo piano... lei esattamente in che rapporti è con Min Yoongi?- 

Io rimasi spiazzato dalla domanda. Perché la gente continuava a chiedermelo? 

Piantai gli occhi in quelli scuri del vecchio, e chissà come, la sua espressione quasi giocosa mi dette sui nervi. Il leggero luccichio divertito lo faceva sembrare come se avesse appena visto l'umiliazione di qualcuno, e sembrava gioirne come un bambino in un parco giochi che vede un clown che viene preso a calci da un bulletto del quartiere. 

-E lei cos'è?! Uno stalker?- feci sgarbato, lasciando intendere il mio tono acido e il mio fastidio nell'averlo difronte. Quel tipo portava brutta aria, lo si capiva solo guardandolo. Mi stava intralciando dal correre da Yoongi per verificare che stesse bene, e ciò mi faceva innervosire ancora di più. 

-E' per la tua sicurezza, ragazzino, Min Yoongi non è il tipo che può stare in mezzo alla gente come se niente fosse- lo sconosciuto incrociò le braccia al petto e poi mi fissò. Le fessure scure che lasciavano intravedere le iridi color pece erano al dir poco familiari, la linea tagliente dei suoi occhi e il piccolo naso al centro del viso mi ricordavano Yoongi. Fatto stava, che a me gli occhi di Yoongi piacevano un sacco, ma quelli dello sconosciuto mi urtavano soltanto.  

-So badare a me stesso, e la prego di non dire scortesie sul mio amico- stavo iniziando a perdere le staffe, non sono mai stato un tipo paziente, specialmente con le persone che mi stanno antipatiche, perciò mi spicciai a girarmi, mancava poco che lo lasciassi lì per poi scappare via, ma una frase mi arrivò all'orecchio prima che potessi davvero sfuggirgli per rintanarmi in casa di Yoongi.

 -Min Yoongi ha ucciso una persona-

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Le cose iniziano a farsi interessanti eh? 

Mi auguro di sì- lol

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora