22.

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Fui svegliato da quella poca luce che traspariva dalle finestre, lorde talmente tanto che fu un miracolo per quel singolo raggio di luce raggiungere proprio i miei occhi. 

Mi lamentai assonnato, stringendo Yoongi come se fosse un pupazzo, e nascondendomi da quella luce accecante, sprofondando la testa nel suo petto. Non mi andava di alzarmi, volevo dormire ancora. Mi sembrava di non aver dormito così bene da anni. Yoongi era ancora addormentato, aveva un'aria tranquilla, la sua bocca era semiaperta, respirava con calma. Nel silenzio di quella stanza, il battito del suo cuore sostituiva il ticchettio di un orologio, ed era piacevole sentire il tepore delle lenzuola mentre ascoltavo il ritmo cardiaco di Yoongi.   

Stando molto attento a non svegliarlo mi mossi lentamente per uscire dalle coperte, che poco prima mi coprivano completamente, e scivolai a malavoglia via dall'abbraccio di Yoongi, snodandomi dalle sue braccia con lentezza, per evitare di creargli fastidio. Sembrò lamentarsi, ma poi si girò sul fianco e schiacciò la testa contro il cuscino. Da quello che avevo capito, Yoongi non dormiva decentemente da un sacco di tempo, e vederlo così tranquillo, con i suoi piccoli occhietti chiusi, era un sollievo.

Mi infilai i vestiti e camminai scalzo, in punta di piedi, fuori dalla sua camera. Ma prima spensi definitivamente il televisore, ponendo fine a quei fischiettii irritanti che emetteva con le sue intermittenze.

Doveva cambiarselo, il televisore.  

In cucina mi dedicai a preparare del caffè, con difficoltà riuscii a trovare il necessario, ma questo mi dette la possibilità di conoscere meglio la casa di Yoongi. Ogni mobile era rovinato e corroso dall'umidità e dal freddo, i muri bianchi perdevano il loro colore, e l'immacolata vernice agli angoli finiva col diventare grigia, o giallognola, dipende se c'era muffa o condensa. 

Sospirai, la casa di Yoongi non andava affatto bene. E se si fosse ammalato? L'umidità non va bene per le ossa. 

La sua camera da letto era messa meglio, grazie ad un deumidificatore acceso ventiquattrore su ventiquattro, ma non poteva vivere in un posto del genere. 

L'idea di proporgli di trasferirsi da me mi fece diventare come un pomodoro. Troppo presto, correvo troppo, però ero troppo emozionato. L'idea di averlo in giro per casa era decisamente troppo bella, e poi io non abitavo in un appartamento, ma in una casa abbastanza grande per due. Se dividevamo l'affitto era molto probabile che finiva con il pagare meno di quanto pagasse quell'obbrobrio di appartamento, e avrebbe vissuto in una casa migliore, in un quartiere meno pericoloso, e poi ci sarei stato io.

Scossi la testa per l'imbarazzo quando notai che la caffettiera aveva fatto il suo lavoro, versai il liquido scuro nella tazza. Il gattino sembrava fissarmi, girai la tazza e bevvi a piccoli sorsi. Una volta sveglio, o quasi, l'idea di diventare coinquilino con Yoongi divenne sempre più vivida e parse sempre meno improbabile. Conveniva ad entrambi, io avrei potuto stargli vicino, e lui avrebbe vissuto meglio e persino risparmiato. 

Logico.

Ma insieme all'idea del trasferimento mi vennero in mente altre cose, quando ero in silenzio, non potevo far altro che ragionare su quello che mi passava per la testa. La sera prima, Yoongi aveva detto che non riusciva a dormire perché gli tornavano alla mente dei ricordi. Quali? Che fossero talmente tanto brutti da evitargli il sonno?

"Min Yoongi ha ucciso una persona"  

La frase di quel vecchio mi tornò alla mente proprio in quel momento, proprio quando avevo deciso di accantonare il fatto come una stramberia di un anziano malato. Ma la cosa poteva c'entrare con Yoongi? Yoongi era il tipo capace di uccidere qualcuno? I suoi "brutti ricordi" potevano anche riguardare un'assassinio... scossi di nuovo il capo, alcuni capelli mi andarono sugli occhi, e allora mi accorsi che stavo scivolando in basso, con il viso che quasi toccava il piccolo tavolo della cucina, come se stessi per riaddormentarmi di colpo. Mi raddrizzai e ripresi a bere il caffè, ormai freddo, e posai gli occhi sulla porta della camera di Yoongi.

Mi alzai dalla sedia e finì con il socchiudere la porta, controllando se Yoongi fosse ancora addormentato, mi parse rigirarsi di nuovo su un fianco quando rientrai in stanza, ma dormiva ancora profondamente. Solo che non mi sembrava più tranquillo come prima, si agitava nelle coperte e ogni tanto finiva con lo stringere gli occhi. 

Mi avvicinai al letto e gli passai due dita nei capelli, a scostare qualche disordinato ciuffo che ricadeva sulla sua fronte, e subito dopo lo sentì d'improvviso immobilizzarsi. 

Sospirai, un'altra cosa mi tornò alla mente: l'infermiere dell'ospedale in cui Yoongi venne portato poco dopo il nostro incontro. Mi sembrò che lui lo conoscesse, dal suo sguardo preoccupato mi chiese di stare attento a Yoongi.

Lui sapeva qualcosa?  

Poteva essere una falsa pista, ma provare non costava niente. 

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora