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-Perché sei ancora qui?-

Ero in piedi aldilà della porta, sorridendo a disagio. Eh già, mi ero girato indietro, ma non era perché ero preoccupato. Per niente. Soltanto mi era capitato di fermarmi in un negozio di elettronica e di comprare un caricabatterie (approfittandone anche per fare un saluto a Jin). Adesso glielo stavo porgendo a testa bassa, imbarazzato, mentre Yoongi stava desiderando di ridurmi in cenere con gli occhi.

-Potevo comprarlo io- fece afferrando la scatola.

-Sono passato davanti al negozio e ho pensato di risparmiarti la seccatura- mentì, in realtà avevo ancora un po' di timore, non volevo lasciarlo solo. 

Lui non mi permise di entrare perciò mi soffermai su di lui con gli occhi, notando così che aveva approfittato della mia assenza per cambiarsi: si era vestito con un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una semplice maglietta bianca che gli stava a pennello, decisamente troppo leggera per quella temperatura. Com'è che sembrava perfetto anche solo con dei vestiti così semplici? Com'è che a guardarlo le mie guance stavano iniziando a farsi rosse?

Anche lui sembrò incantarsi sulla mia figura, ancora fissa sulla soglia, restò a fissarmi attendendo che mi girassi i tacchi, eppure esitai ancora, non sapendo che dire. Ma poi, quando raccattai abbastanza imbarazzo da poter finalmente decidere di voltarmi e andarmene, Yoongi mi chiese -Stai tornando a casa?- 

Tornai a guardarlo di scatto, sorridendo come un bambino scossi la testa più volte -Vado all'università- 

Yoongi uscì da casa afferrando il giubbotto nero, sospirando, rassegnandosi all'idea di tenermi lontano -Ti accompagno- fece semplicemente, per poi superarmi e scendere le scale di corsa, io lo seguì a ruota, chiedendomi il perché di quella decisione così improvvisa. Fino a poco fa non mi stava cacciando con lo sguardo?

Senza protestare mi feci portare nel cortile, affiancato da Yoongi che si sforzava in tutti i modi di starmi lontano, a chilometri di distanza, finché non arrivammo ad un auto nera. 

-Ci andiamo in macchina?- chiesi mentre vidi Yoongi tirare fuori un mazzo di chiavi dal cappotto, mentre saltellava sul posto per scaldarsi la pianta dei piedi. 

-Perché, volevi andarci a piedi?-  

-Già-

-Ma sei malato? Con questo freddo?!- 

A quel punto smisi di replicare e mi infilai nel posto del passeggero, non pensavo che una persona potesse sembrare terribilmente figa guidando, ma Yoongi era il tipo che avrebbe potuto essere tranquillamente un attore per uno dei tanti film "Fast and Furious" e ammazzare i cuori di mille e uno ragazze (e ragazzi anche).

La macchina partì, mi sembrava davvero strano che un tipo che abitava in un appartamento tanto mal messo si potesse permettere di tenere una macchina, probabilmente risparmiava sulle spese dell'affitto per pagarsi l'auto, oppure era una macchina a basso consumo... o qualcosa del genere. 

-Si può sapere a che stai pensando?- mi chiese all'improvviso Yoongi, strappandomi via dal viaggio mentale che mi stavo facendo sulla vita economica di Yoongi. 

-Alla tua macchina-

-Che ha che non va?-

-Niente, è questo a cui stavo pensando- 

Yoongi mi analizzò un secondo con la coda dell'occhio per poi tornare a prestare attenzione alla strada, che velocemente ci scorreva davanti -Stai pensando che non posso permettermi un appartamento decente, ma una macchina decente sì?-

Annuì, non pensando a quanto potesse sembrare scortese la frase, e lui ridacchiò -Beh, se proprio vuoi saperlo, guadagno in realtà milioni facendo la porno star-   

Era chiaramente uno scherzo -Ah ah... siamo spiritosi, vedo-

-Non pensi che io potrei fare la porno star? Magari sono uno di quei ragazzi dal passato triste che è disposto a vendere il proprio corpo per denaro, e magari è per questo che ho tentato di suicidarmi- 

Il fatto che scherzasse sulla sua quasi morte mi faceva stare male, quando se ne accorse mi sorrise a disagio, magari volle rimangiarsi ciò che aveva appena detto. I miei occhi si scurirono, divenni di colpo serio e lo fissati innervosito.

-Sto scherzando- fece, mentre svoltava una curva. L'università era abbastanza lontana dal paese, quasi fuori, anche se io riuscivo a raggiungerla abbastanza velocemente a piedi, con il traffico e le strade affollate ci si metteva anche fin troppo. L'idea di rimanere con Yoongi così tanto non mi dispiaceva, ma se si metteva a fare scherzi del genere lo avrei costretto a fermarsi e a farmi scendere.

-Hai detto che non era un tentato suicidio-

-Infatti, stavo scherzando-

Calò un silenzio imbarazzante, sprofondai con la schiena nel sedile e sospirai, cercando di distrarmi dal mio umore buio fissando i nuvoloni portatori di sicura pioggia, se non neve, che si ammassavano sull'orizzonte al di fuori del mio finestrino.  

-Che cosa studi?- all'improvviso Yoongi cercò di riportare l'attenzione su di sé, cambiando così anche argomento.

-Scrittura creativa- 

-Ma guarda... anche tu scrittore?-

-Aspirante scrittore, per essere più precisi- 

-Non detestavi il lavoro di tua madre?- 

Destavo mia madre, non il suo lavoro. La scrittura mi piaceva, ma il fatto che mia madre amasse più quella che me aveva creato questa strana idea nel mio piccolo cervello di giovane ragazzo che ogni cosa relativa a mia madre o alla mia famiglia era mia nemica e andava detestata ed evitata. Ma alla fine era una cosa che mi usciva naturale, non potevo trattenere il mio polso durante le ore noiose di matematica nell'abbozzare possibili storielle da poter raccontare a possibili lettori. L'idea di giocare a fare Dio creando grazie a semplicemente dell'inchiostro un mondo in cui tu decidevi, tu creavi e tu uccidevi, era sempre stato qualcosa di affascinante per me, oltre che divertente.  

-E tu come fai a saperlo?- chiesi insospettito, non ci conoscevano quasi per niente, quel poco che sapeva su di me risaliva a quando ero ancora un bambino, e adesso mi veniva a dire che sapeva qualcosa che io non gli avevo mai detto. 

-Me lo diceva tua madre- 

-Mia madre ti parlava di me?-

-In continuazione, ad ogni lezione, mi rinfacciava il tuo comportamento da bravo bambino ogni qual volta disubbidissi alle sue regole-

Rimasi impietrito, mia madre parlava di me alle persone, mi usava come qualcosa di cui vantarsi?    

-Che hai all'improvviso? Non è normale che una madre si vanti del figlio?- Yoongi, accortosi del mio repentino cambio di espressione, iniziò a sembrare preoccupato. L'auto iniziò a rallentare, segno che eravamo quasi arrivati. 

Per mia madre sì, era una cosa strana, anzi, stranissima. Non mi mostrò mai affetto, tanto meno  dimostrò mai quanto fosse orgogliosa di me, e Yoongi mi stava dicendo che mia madre mi considerava un bravo bambino che seguiva le regole, e che sfruttava me come esempio per i suoi studenti. 

-Pronto?- Yoongi mi schioccò le dita davanti agli occhi -Siamo arrivati, moccioso- 

Mi dimenticai completamente della domanda che prima mi aveva posto e feci per uscire, ma prima mi voltai verso di lui -Ci vediamo più tardi vero?- 

Yoongi quasi rise per l'innocenza con cui pronunciai quella frase, come se avessi il timore che dicendola lo avrei offeso. 

-A che ora finiscono le lezioni?- 

-All'una e mezza-

-Allora ti vengo a prendere, ultimamente fa decisamente troppo freddo per farsi tutta questa strada a piedi, e scommetto che tu non hai neanche la patente- 

Sorrisi e accettai la proposta, uscendo dalla macchina con uno dei sorrisi più imbambolati della storia dei sorrisi.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora